Recensione
All You Need Is Kill
7.0/10
Voto [7.5]
Era parecchio tempo che aspettavo questo manga. Affascinatissimo dalla trama della light novel di Hiroshi Sakurazaka, sono andato a vedere il film "Edge of Tomorrow" e successivamente ho preso il manga "All you need is Kill", viste le grosse aspettative che avevo, sapendo la presenza del grande Takeshi Obata.
Trama
Tutta l'umanità sta affrontando una guerra che non ha precedenti: un'invasione aliena che sta uccidendo tutta la popolazione terreste. Questi alieni vengono chiamati Mimic e, per rispondere a questo problema, il pianeta ha creato la UDF: l'United Defence Force.
Ed è proprio qui nel sud del Giappone che si presenta il nostro protagonista, Kiji Kiriya: una giovane recluta che già al primo giorno di battaglia viene ucciso da un Mimic "diverso dagli altri", il quale lo ritrasporta successivamente dopo la sua morte, a due giorni prima della guerra, creando un "loop temporale" da cui il nostro protagonista cercherà di uscirne. In tutta questa realtà vi sarà sempre questa ragazza di nome Rita Vratoski, conosciuta come la Full Metal Bitch: una guerriera formidabile che combatte usando un'ascia gigante. Tra colpi di scena e morti continue, il nostro Kiji rivivrà in continuazione gli stessi giorni, per evolversi, forgiato dalla morte stessa, nel soldato perfetto.
Per quanto riguarda la trama e la questione del loop temporale è sicuramente un qualcosa di già visto, ma mai configurato in ambito militare. Questo mette le basi per trovarci davanti ad una storia frenetica e divertente, dove il nostro protagonista si ritroverà a rivivere sempre lo stesso giorno, diventando sempre più forte e deciso. Indubbiamente la storia oltre ad essere bella e originale, per certi versi, è anche ben scritta, incalzando un gran bel ritmo e non annoiando mai. Cosa sicuramente pregevole data la ripetitività del contesto che comunque funge da leva per la caratterizzazione dei personaggi. Infatti anch'essa è ben strutturata focalizzandosi abbastanza sull'evoluzione psicologica del protagonista e, allo stesso tempo, riuscendo grazie a questa ripetitività a caratterizzare relativamente anche tutti gli altri personaggi secondari. Per quanto riguarda i dialoghi, il livello è un po' più sottotono con tutto il resto: leggeri e piacevoli sì, ma forse non perfettamente integrati nel contesto, risultando leggermente infantile la tonalità con cui venivano affrontati determinati discorsi. Questo ha portato a "steccare" parzialmente l'enfasi, l'ambiente e l'aria che si respira prima della guerra, non rendendola mai triste e melanconica. Un riflesso doveroso per il "mood contestuale" che avrebbe potuto rendere la storia anche un po' più "drama". Tirando le somme rimane comunque una bella storia, ben scritta e veramente tanto ritmata.
Disegni
Eh qui nulla da dire. Obata ha fatto 30. Il suo disegno è eccezionale sia a livello tecnico che logistico.
Per quanto riguarda la parte tecnica i disegni risultano dettagliatissimi e spettacolari, giocando molto bene sulle sfumature. Il tratto invece è liscio ma sempre robusto, mostrando un disegno veramente strutturato soprattutto per quanto riguarda le cura nei dettagli per le armi, armature e vestiti. Anche l'espressività dei personaggi è ben caratterizzata.
Per quanto riguarda la parte logistica Obata è particolarmente bravo a "movimentare" il soggetto all'interno della vignetta, rendendo sempre chiaro quello che sta succedendo. Infine è giusto evidenziare un'altra sua gran qualità: è un mago nel fondere e sovrastare le vignette tra loro, rendendo sempre chiaro il disegno e mai confuso.
Personalmente le tavole più belle sono quelle delle ripetute morti del personaggio, a volte proprio fenomenali. Ripeto, Obata ha fatto 30 (e forse anche 31) creando un disegno perfettamente plasmato nel contesto, riuscendo a tenere il ritmo della storia e per certi aspetti anche premendo l'acceleratore per alcuni fasi.
L'unica cosa da evidenziare è che forse il suo stile è forse un po' troppo "giovanile". Ammetto che il tratto per certi versi non trasmette tristezza, cosa che in un clima del genere forse poteva essere meglio espresso da Kakizaki. Questa prospettiva mi avrebbe particolarmente affascinato, anche se per quello che ho visto Obata a livello logisticico-dispositivo delle vignette è migliore.
Edizione
L'edizione nel suo insieme è più che buona sia per il prezzo 4,20 (prezzo molto basso per la Planet) che per la carta, tutto sommato, sufficiente visto che non macchia e non sporca. Il brossurato però regge poco nel tempo, quindi necessita oggettivamente di bustina. Una bella versione Deluxe non farebbe male.
Concludendo, "All you need is kill" ha sicuramente risposto molto bene alle aspettative. Il voto è quindi di 7.5. In primis per la storia per progettata e sintetizzata in soli 2 numeri offrendo al lettore un clima frizzante e ritmato ed, in secundis, da dei disegni eccezionali di Obata, che si mostra e si consolida come una certezza tra i mangaka. Sicuramente anche l'edizione aiuta, offrendo un prezzo accessibilissimo che forse poteva essere anche gonfiato, visto la grossa campagna pubblicitaria svolta dietro alla light novel di Sakurazaka: un gesto sicuramente ammirevole.
Di conseguenza "All you need is kill" lo consiglio vivamente a tutti coloro che amano gli sci-fi e le storie di guerra. E' indubbiamente una lettura molto leggera sia per contenuti che per durata, ma assolutamente piacevole, ben strutturata e divertente.
Era parecchio tempo che aspettavo questo manga. Affascinatissimo dalla trama della light novel di Hiroshi Sakurazaka, sono andato a vedere il film "Edge of Tomorrow" e successivamente ho preso il manga "All you need is Kill", viste le grosse aspettative che avevo, sapendo la presenza del grande Takeshi Obata.
Trama
Tutta l'umanità sta affrontando una guerra che non ha precedenti: un'invasione aliena che sta uccidendo tutta la popolazione terreste. Questi alieni vengono chiamati Mimic e, per rispondere a questo problema, il pianeta ha creato la UDF: l'United Defence Force.
Ed è proprio qui nel sud del Giappone che si presenta il nostro protagonista, Kiji Kiriya: una giovane recluta che già al primo giorno di battaglia viene ucciso da un Mimic "diverso dagli altri", il quale lo ritrasporta successivamente dopo la sua morte, a due giorni prima della guerra, creando un "loop temporale" da cui il nostro protagonista cercherà di uscirne. In tutta questa realtà vi sarà sempre questa ragazza di nome Rita Vratoski, conosciuta come la Full Metal Bitch: una guerriera formidabile che combatte usando un'ascia gigante. Tra colpi di scena e morti continue, il nostro Kiji rivivrà in continuazione gli stessi giorni, per evolversi, forgiato dalla morte stessa, nel soldato perfetto.
Per quanto riguarda la trama e la questione del loop temporale è sicuramente un qualcosa di già visto, ma mai configurato in ambito militare. Questo mette le basi per trovarci davanti ad una storia frenetica e divertente, dove il nostro protagonista si ritroverà a rivivere sempre lo stesso giorno, diventando sempre più forte e deciso. Indubbiamente la storia oltre ad essere bella e originale, per certi versi, è anche ben scritta, incalzando un gran bel ritmo e non annoiando mai. Cosa sicuramente pregevole data la ripetitività del contesto che comunque funge da leva per la caratterizzazione dei personaggi. Infatti anch'essa è ben strutturata focalizzandosi abbastanza sull'evoluzione psicologica del protagonista e, allo stesso tempo, riuscendo grazie a questa ripetitività a caratterizzare relativamente anche tutti gli altri personaggi secondari. Per quanto riguarda i dialoghi, il livello è un po' più sottotono con tutto il resto: leggeri e piacevoli sì, ma forse non perfettamente integrati nel contesto, risultando leggermente infantile la tonalità con cui venivano affrontati determinati discorsi. Questo ha portato a "steccare" parzialmente l'enfasi, l'ambiente e l'aria che si respira prima della guerra, non rendendola mai triste e melanconica. Un riflesso doveroso per il "mood contestuale" che avrebbe potuto rendere la storia anche un po' più "drama". Tirando le somme rimane comunque una bella storia, ben scritta e veramente tanto ritmata.
Disegni
Eh qui nulla da dire. Obata ha fatto 30. Il suo disegno è eccezionale sia a livello tecnico che logistico.
Per quanto riguarda la parte tecnica i disegni risultano dettagliatissimi e spettacolari, giocando molto bene sulle sfumature. Il tratto invece è liscio ma sempre robusto, mostrando un disegno veramente strutturato soprattutto per quanto riguarda le cura nei dettagli per le armi, armature e vestiti. Anche l'espressività dei personaggi è ben caratterizzata.
Per quanto riguarda la parte logistica Obata è particolarmente bravo a "movimentare" il soggetto all'interno della vignetta, rendendo sempre chiaro quello che sta succedendo. Infine è giusto evidenziare un'altra sua gran qualità: è un mago nel fondere e sovrastare le vignette tra loro, rendendo sempre chiaro il disegno e mai confuso.
Personalmente le tavole più belle sono quelle delle ripetute morti del personaggio, a volte proprio fenomenali. Ripeto, Obata ha fatto 30 (e forse anche 31) creando un disegno perfettamente plasmato nel contesto, riuscendo a tenere il ritmo della storia e per certi aspetti anche premendo l'acceleratore per alcuni fasi.
L'unica cosa da evidenziare è che forse il suo stile è forse un po' troppo "giovanile". Ammetto che il tratto per certi versi non trasmette tristezza, cosa che in un clima del genere forse poteva essere meglio espresso da Kakizaki. Questa prospettiva mi avrebbe particolarmente affascinato, anche se per quello che ho visto Obata a livello logisticico-dispositivo delle vignette è migliore.
Edizione
L'edizione nel suo insieme è più che buona sia per il prezzo 4,20 (prezzo molto basso per la Planet) che per la carta, tutto sommato, sufficiente visto che non macchia e non sporca. Il brossurato però regge poco nel tempo, quindi necessita oggettivamente di bustina. Una bella versione Deluxe non farebbe male.
Concludendo, "All you need is kill" ha sicuramente risposto molto bene alle aspettative. Il voto è quindi di 7.5. In primis per la storia per progettata e sintetizzata in soli 2 numeri offrendo al lettore un clima frizzante e ritmato ed, in secundis, da dei disegni eccezionali di Obata, che si mostra e si consolida come una certezza tra i mangaka. Sicuramente anche l'edizione aiuta, offrendo un prezzo accessibilissimo che forse poteva essere anche gonfiato, visto la grossa campagna pubblicitaria svolta dietro alla light novel di Sakurazaka: un gesto sicuramente ammirevole.
Di conseguenza "All you need is kill" lo consiglio vivamente a tutti coloro che amano gli sci-fi e le storie di guerra. E' indubbiamente una lettura molto leggera sia per contenuti che per durata, ma assolutamente piacevole, ben strutturata e divertente.