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8.0/10
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Suicide Club è l'adattamento manga del film omonimo scritto e diretto da Sion Sono. Usamaru Furuya ne è l'autore. Protagonista assoluto è il suicidio inteso come forma liberatoria da una vita ritenuta causa di dolore e sofferenza.

Tutto inizia col suicidio plateale di cinquantaquattro ragazze che si lanciano, tenendosi per mano, sotto un treno in arrivo nella metropolitana di Shinjuku. Miracolosamente una ragazza rimane illesa. Questa ragazza era succube della leader del gruppo suicida, una certo Mitsuko, e ne emulerà le gesta formando un nuovo gruppo con le stesse tendenze suicide... In tutto questo l'amica d'infanzia della protagonista cercherà di salvarla da questa situazione arrivando a un finale del tutto inaspettato e con una rivelazione agghiacciante.

Chi vive in una società occidentale, tipo quella europea, non si rende conto del perché possano succedere eventi di una tale gravità. Bisogna addentrarsi nella società e nella storia giapponese per poter cercare di capire il motivo che porta tante persone a scegliere un gesto così estremo e rinunciare alla propria vita. Sion Sono nel suo film mette il punto esclamativo sull'alienazione della società giapponese, inteso come incapacità di adattarsi alle moderne società industriali. E' indubbio che gli esiti della seconda guerra mondiale e il periodo del dopoguerra hanno fortemente influenzato, spesso negativamente, la popolazione giapponese; lo spettro delle due bombe atomiche nonché la corsa al capitalismo sfrenato degli anni '50/'60 hanno generato dei veri e propri mostri dal comportamento asociale, spesso sociopatico, e deleterio. E l'avvento di internet ha peggiorato ulteriormente le cose.

Queste ragazze hanno in comune storie difficili da sopportare: si vedono brutte ed escluse, si sentono sole e incomprese, oppure hanno alle spalle una famiglia in cui non vivono serene. Accomunate da una vita che non le rende felici, ma anzi provoca quotidianamente dolore e sofferenza, vedono nella Mitsuko di turno una sorta di Messia (vedasi la scena della crocifissione) venuto per redimere i soggetti più deboli della società e per guarire chi si sente ferito dalla vita. Poco importa a queste ragazze se il prezzo da pagare è rinunciare a questa stessa vita che, seppur non è vivibile in questo stato, può esserlo in futuro se cambiata e migliorata.

Come mezzo di comunicazione si affidano a Internet. Un misterioso sito funge allo scopo di riunire questi teenager allo sbando e di organizzare eventi infausti. L'uso di internet ha il poco piacevole pregio di invogliare l'egocentrismo e l'arroganza degli utenti (basti citare l'attualissimo Facebook); ecco spiegata la necessità di questi gesti plateali e di massa. E' un po' come se volessero gridare al mondo la loro presenza e la grande importanza del loro gesto, come se volessero punire la società privandola della loro presenza.

Graficamente Furuya ha adottato uno stile essenziale e stilizzato ma dal sicuro impatto visivo. Ci sono alcune tavole veramente inquietanti (o quelle delle studentesse che si sono suicidate o quelle dove l'amica di infanzia vede immagini spaventose).

E' uno dei migliori horror che io abbia letto senza considerare la luce che getta su una parte oscura e malata della società giapponese. Consigliatissimo a chi cerca una lettura adulta, impegnata e disturbante (e che non molli la lettura per alcuni disegni dai toni fortissimi).