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5.0/10
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<b>Attenzione! Questa recensione potrebbe contenere spoiler.</b>

La cultura horror giapponese più recente (e non solo) si basa su demoni, superstizioni e maledizioni, legate ad un luogo o un oggetto, nate come conseguenza di una morte violenta e che si manifestano nel caso vi si venga a contatto per qualche motivo. "Another" rappresenta perfettamente una di queste categorie.

La trama narra di un giovane ragazzo che, trasferitosi da Tokyo al suo paese natale, si ritrova in un classe che subisce da anni l'influsso di una maledizione che, nel caso non si rispettino alcune regole, provoca numerosi decessi tra le persone (studenti e parenti) legate alla 3^C. Inizialmente all'oscuro di ogni cosa, il protagonista dovrà farsi strada tra le paure e i segreti dei suoi compagni di classe per svelare il mistero che sta provocando una tale scia di morte.

Partiamo con le considerazioni riguardo la narrazione. La lettura è molto lineare e comprensibile, una volta arrivati all'ultima pagina tutto sarà chiaro e nessun mistero rimarrà insoluto. Numerosi sono i colpi di scena, soprattutto poco prima del finale che risulta essere adeguato con il resto della storia, molto commovente ma leggermente prevedibile. Una volta che viene chiarito come funziona la maledizione, infatti, si intuirà immediatamente chi sia "il morto" in quanto l'autore, in alcune occasioni, si focalizza su cose apparentemente senza senso che riguardano tale personaggio (Vedere il corvo che urla "Perché?" e altri dettagli). Ma questo è solo il minore dei difetti, in quanto è molto soggettiva l'abilità nel cogliere i particolari che portano poi alla soluzione.
Ciò che mi ha invece più dato fastidio di questo manga sono i comportamenti assurdi, irrazionali e spesso incoerenti degli studenti. Perché quei personaggi che conoscono determinati fatti non parlano chiaramente con Sakakibara, come farebbe ogni persona con un minimo di buon senso, avvisandolo della maledizione che coinvolge la 3^C? Non viene fornita una spiegazione logica a questo fatto, le uniche spiegazioni che gli studenti forniscono sono le seguenti: "Te lo dico il mese prossimo"; "Ogni cosa va detta al momento gusto e non è questo". Ma perché? Perché non dirglielo subito? Un buon horror deve creare suspense e mistero in modo naturale, in questo caso l'autore lo forza in modo totalmente innaturale provocando nel lettore un forte nervosismo nei confronti della storia, che potrebbe essere spiegata già nel primo volume ma che in realtà viene tenuta inutilmente nascosta. Allo stesso modo mi lascia basito l'immaturità di alcuni personaggi che incolpano Sakakibara di aver parlato con Mei e aver dato inizio alla maledizione quando sono loro i primi ad aver tenuto nascosto le "regole del gioco". Inoltre, perché Mei nonostante avesse informazioni importantissime e parte della "chiave" per risolvere il mistero ha aspettato il ritiro per parlarne con la classe? Non poteva farlo prima? Insomma, la storia si basa su delle forzature tanto evidenti quanto assurde che permettono all'autore di allungare il racconto a 20 capitoli quando in realtà ne sarebbero probabilmente bastati la metà se i personaggi si fossero comportati in modo logico.

I disegni sono ben realizzati e soprattutto son chiari, non ci troviamo di fronte a tavole che lasciano a bocca aperta ma si fanno apprezzare. L'edizione della Star Comics è ottima considerando il rapporto qualità/prezzo.

Concludendo devo dire che sono rimato alquanto sconvolto nello scoprire che questo manga abbia avuto un così grande successo. Io, con grande rammarico, devo bocciare quest'opera che, nonostante parta da un'ottima trama, si rivela poi essere un crogiolo di assurdità, montate per forzare un senso di pathos altrimenti inesistente, mischiato a personaggi dai comportamenti del tutto illogici.