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L'inverno del pescatore è il terzo manga di Gengoroh Tagame ad arrivare in Italia, nel 2014, dopo la raccolta di storie brevi Racconti estremi, pubblicata da Black Velvet nel 2009, e il volume lungo auto-conclusivo Virtus, edito nel 2011 da Renbooks. È sempre a quest'ultima casa editrice, specializzata nei fumetti a tematica LGBT, che dobbiamo la pubblicazione di questo nuovo fumetto di quello che è considerato l'indiscusso maestro del 'bara manga', il fumetto giapponese omoerotico disegnato da uomini gay per altri uomini gay.

Come già Virtus, anche L'inverno del pescatore si segnala per essere una storia un po' fuori dagli standard di Tagame, che di solito predilige storie brevi ad alto contenuto di sesso violento e sado-masochistico. La vicenda si dispiega in poco più di cento pagine, raccontandoci del singolare incontro tra due uomini molto diversi. In un'imprecisata isoletta del Nord del Giappone, un uomo vecchio ma ancora prestante, che fa il guardiano per un capanno di pescatori, aspetta come ogni anno il rifornimento di provviste e una prostituta che gli farà compagnia durante la lunga stagione fredda, durante la quale il luogo resta completamente isolato. Tuttavia, con sua grande sorpresa e sgomento, gli viene portato un ragazzo: alto, muscoloso, molto timido ma soprattutto «un omosessuale, un frocio», gli dicono. Nonostante lo scontento, il vecchio fa buon viso a cattivo gioco e inizia la convivenza col ragazzo, usandolo come servo in casa durante il giorno e come contentino sessuale la notte, limitandosi a farsi praticare del sesso orale dopo avergli messo un cappuccio in testa. Tuttavia, nonostante questo inizio non proprio felice, i due piano piano cominciano a conoscersi e ad avvicinarsi realmente: il ragazzo ritrovando fiducia nella vita e nel prossimo, il vecchio scoprendo che dolcezza e affetto si possono trovare anche in una persona del proprio sesso.

Il manga è relativamente breve, più di Virtus, ma nonostante questo riesce a proporre una vicenda ben costruita - seppur priva di una vera e propria trama (potremmo definirlo uno slice of life con contenuti erotici) - e soprattutto dei personaggi che ben interagiscono tra di loro. Con una delicatezza che non ci aspetterebbe da un autore come Tagame e senza ricorrere alle parole o a pensieri didascalici, vediamo attraverso la pura espressività dei bellissimi disegni lo svilupparsi di questa singolare storia d'amore nonché delle emozioni dei due protagonisti. Mi sono rimasti particolarmente impresse le espressioni di stupore e candida felicità che si dipingono sul volto del giovane aiutante, quando vede per la prima volta una piccola foca, la spiaggia innevata, o quando si ritrova a fare inaspettatamente il bagno nel mare gelido, e ancora la naturale e sensuale beatitudine di ritrovarsi semplicemente abbracciato, nudo, al suo padrone, poggiando la testa sul suo petto. Anche il vecchio, seppur con difficoltà, si lascia andare a delle inaspettate espressioni di sorpresa e di dolcezza, abilmente nascoste sotto l'aspetto burbero e la folta barba bianca. Chiaramente, trattandosi di un fumetto erotico, tra un episodio di vita quotidiana e l'altro non mancano le scene di sesso. Sono sicuramente numerose, più di quelle presenti in Virtus e più lunghe, se rapportate anche alla lunghezza complessiva dell'opera, e particolarmente realistiche e dettagliate. Anche nel modo di fare sesso dei due protagonisti vediamo un'evoluzione, dal semplice "uso" strumentale che il vecchio fa del giovane all'inizio, fino ad un amplesso realmente passionale ed emotivo, in cui i personaggi finalmente si guardano negli occhi e si abbracciano. Pertanto, sfuggendo al gusto puramente pornografico o voyeuristico del genere, Tagame riesce ancora una volta - come già in Virtus - a giustificare senza forzature la presenza di queste scene a luci rosse.

Dal punto di vista grafico, ci troviamo come al solito davanti ad un'opera assolutamente di pregio: Tagame è bravissimo nel rendere le anatomie possenti e muscolose dei suoi protagonisti, senza risparmiarsi nella dettagliata raffigurazione di peli folti e morbidissimi e dei genitali (che incredibilmente, a causa delle leggi giapponesi in merito, i lettori della madre patria devono veder ridotti a tanti "simpaticissimi" pixel...). Come già detto prima, inoltre, anche l'espressività dei volti e degli occhi è veramente ben riuscita, donando quel tanto che basta a rendere vivacemente nipponico uno stile grafico che altrimenti, per il suo forte realismo, ricorderebbe più il fumetto occidentale. Rispetto a Virtus ho notato anche una resa più efficace degli sfondi, che, pur funzionali, si prestano benissimo a descrivere l'ambientazione.
In conclusione si tratta di un manga un po' sui generis per la produzione classica dell'artista, che ci dona una storia caratterizzata da un sentimentalismo - per quanto singolare - molto maschile e a tratti malinconico. Senz'altro il suo punto forte è l'essere delicatamente emozionante senza mai essere didascalico (cosa che, invece, si ritrova in gran parte degli shoujo manga e degli yaoi). È tuttavia un bara manga erotico in tutti i sensi, con scene di sesso che, pur non essendo violente, sono estremamente esplicite. Perciò è scarsamente sconsigliato a tutti quelli che, soprattutto maschi eterosessuali, non vogliono veder "rovinato" il loro immaginario infantile: vedere il nonno di Heidi (o Capitan Findus) che fa sesso con un aitante maschione potrebbe essere traumatico!