Recensione
Ultra Heaven
10.0/10
Generalmente non parto mai recensendo, finché non ho finito il tutto, ma in questo caso, dovuto alla sola pubblicazione in Italia di 2 volumi e la sospensione dell'opera al terzo, mi appresto comunque a recensirlo.
E' giusto buttare le carte subito in tavola: Ultra Heaven è tutto ciò che un tossico vorrebbe leggere.
E' eccezionale sotto ogni punto di vista. La storia è innovativa, "nuova"(con più di 10 anni sulle spalle) e (purtroppo) quasi mai trattata in riferimento allle droghe. Inoltre, non è incentrata sulla droga, ma su che effetti ha sul personaggio, sulla psiche del nostro Kabu, personaggio affascinante e a quanto pare predestinato. Questa riflessione sorge esplicitatamente dalla "perfezione psichedelica" e dalla "psichedelica perfezione" che Koiche disegna su delle tavole che, per i nostri occhi e le nostre menti, non possono che essere spettacolari. Koiche riesce "a drogare" nel vero senso della parola. Quando finii il primo volume, tornai alla realtà di soprassalto, con un sussulto. Koiche è un pusher cartaceo, un paper's cook. Ma la pazzia di fondo è che quando si finisce di leggerlo...lo si vuole ancora, e sempre di più. La sua arte è bellezza, e la bellezza sta nell'inganno che Koiche riesce a infondere egregiamente, attraverso la narrazione e le proprie tavole: quello che stiamo vedendo...è reale? Cosa lo è? Cosa no? Questo noi non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai, e mi vien da sottolineare che il bello è proprio questo, ed è quello che credo Koiche ricerca. Forse è proprio la sospensione, il giusto finale ad una serie del genere.
Il grande maestro Koiche di conseguenza ci porta in un oltreverso psichedelico chiamato Ultra Heaven, al di là dei confini mentali, dove tutto c'è ma nulla suona. Un'opera che si può trovare tristemente mal piegata, sporca, rotta, in delle bancarelle lasciate andare... o tra degli scaffali nascosti, in un'ombra che melanconicamente la rende ancora più sublime, lasciando il nostro Kabu a volare tra quel mare di montagne, sotto gli effetti della sua UltraHeaven.
E' giusto buttare le carte subito in tavola: Ultra Heaven è tutto ciò che un tossico vorrebbe leggere.
E' eccezionale sotto ogni punto di vista. La storia è innovativa, "nuova"(con più di 10 anni sulle spalle) e (purtroppo) quasi mai trattata in riferimento allle droghe. Inoltre, non è incentrata sulla droga, ma su che effetti ha sul personaggio, sulla psiche del nostro Kabu, personaggio affascinante e a quanto pare predestinato. Questa riflessione sorge esplicitatamente dalla "perfezione psichedelica" e dalla "psichedelica perfezione" che Koiche disegna su delle tavole che, per i nostri occhi e le nostre menti, non possono che essere spettacolari. Koiche riesce "a drogare" nel vero senso della parola. Quando finii il primo volume, tornai alla realtà di soprassalto, con un sussulto. Koiche è un pusher cartaceo, un paper's cook. Ma la pazzia di fondo è che quando si finisce di leggerlo...lo si vuole ancora, e sempre di più. La sua arte è bellezza, e la bellezza sta nell'inganno che Koiche riesce a infondere egregiamente, attraverso la narrazione e le proprie tavole: quello che stiamo vedendo...è reale? Cosa lo è? Cosa no? Questo noi non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai, e mi vien da sottolineare che il bello è proprio questo, ed è quello che credo Koiche ricerca. Forse è proprio la sospensione, il giusto finale ad una serie del genere.
Il grande maestro Koiche di conseguenza ci porta in un oltreverso psichedelico chiamato Ultra Heaven, al di là dei confini mentali, dove tutto c'è ma nulla suona. Un'opera che si può trovare tristemente mal piegata, sporca, rotta, in delle bancarelle lasciate andare... o tra degli scaffali nascosti, in un'ombra che melanconicamente la rende ancora più sublime, lasciando il nostro Kabu a volare tra quel mare di montagne, sotto gli effetti della sua UltraHeaven.