logo GamerClick.it

-

"Shokugeki no Soma" è un manga scritto da Yuto Tsukuda e disegnato da Shun Saeki, con la collaborazione della chef Yuki Morisaki, pubblicato su Shonen Jump da ormai tre anni e edito in Italia dalla Goen. Nella primavera del 2015 ha ricevuto un adattamento anime dalla J.C.Staff, disponibile gratuitamente in Italia nel canale youtube di Yamato Animation.

TRAMA
Il manga racconta le vicende di Soma, un ragazzo che ama cucinare e che lavora alla tavola calda di famiglia, dove è solito scontrarsi - e perdere - con il padre per chi cucina il piatto migliore. Un giorno il padre decide di chiudere il negozio per andare a dare una mano a un amico, e manda Soma alla Tootsuki, una scuola giapponese di cucina di fama internazionale, dove l'unica cosa veramente importante è la propria abilità culinaria.
Una trama semplice e che lascia grande libertà, sfruttata a dovere da Tsukuda.
A prima vista si presenterebbe come un manga comico sulla cucina, a sfondo ecchi. Presto si rivelerà, invece, un battle shonen atipico dove i protagonisti non si scontreranno con pugni, calci e tecniche speciali, bensì con la cucina: i pugni diventeranno erbe, il rasengan peperoncini e la sfera genkidama spezie esotiche, tanto da creare degli shokugeki, delle vere e proprie battaglie culinarie, dove i contendenti non si picchieranno con delle padelle, bensì si sfideranno per chi cucinerà il piatto migliore. Per questo si differenzia da Toriko, dove si combatte solo per ottenere gli ingredienti e anche da Bambino!. Infatti, a differenza di questo, "Food Wars" è più user-friendly - mira a un pubblico più ampio - difatti ha un lessico semplice, come vediamo dall'uso limitato di termini tecnici, che nel caso di un loro utilizzo saranno proprio i personaggi a spiegare il loro significato evitando la necessità di fastidiose note.

ANALISI
Spieghiamo ora perché considero Food Wars anche un battle shonen, naturalmente non nel senso letterale del termine - pugni e calci - bensì traslando il suo significato in cucina.
Food Wars si distacca dalle tipiche regole di questo genere, infatti Tsukuda le reinterpreta intelligentemente per realizzare un manga innovativo. Caratteristica del battle shonen è l'avere un protagonista con un sogno. In "Fairy Tail" abbiamo trovare il drago Igneel, in "One Piece" diventare re dei pirati, in "Naruto" diventare Hokage, in "Psyren" sopravvivere, in "Samidare" salvare la terra... Tutti obiettivi difficili, che necessitano di grandi sforzi.
In Food Wars il sogno del nostro Soma è quello di cucinare, con il padre, nella tavola calda di famiglia. Infatti alla cerimonia d'apertura della scuola dirà subito che questo per lui non sarà altro che un trampolino di lancio. Un sogno semplice, normale, che potrebbe avere un qualunque ragazzo, nulla di così lontano da noi ma che lo diventerà con il susseguirsi degli eventi che porterà il giovane Soma ad evolvere, a partire dalla partenza del padre.
Soma si impegna: finite le medie voleva smettere di studiare per dedicarsi esclusivamente alla cucina mentre ora frequente una scuola superiore dove tutto è deciso dalla propria abilità ai fornelli. Conosce amici, rivali, professori, ma una volta in cucina sono tutti uguali: avversari da battere.
Come in ogni battle shonen che si rispetti ci sono gli allenamenti e i power up. Vediamo i ragazzi del dormitorio Stella Polare che si curano persino del prodotto primo della loro cucina, coltivando verdure, allevando polli, tagliando legna per affumicare la carne... Vediamo lo studio di Soma, ma anche degli altri personaggi, riguardo i vari tipi di cucina e i diversi ingredienti per riuscire a creare ogni volta piatti migliori. Invece di evolvere il proprio stile di combattimento, in questo manga si imparano nuove tecniche di preparazione e di cottura, si impara a riconoscere i propri sbagli e a sfruttare i propri errori per migliorarsi. Viene mostrato che per diventare i più forti non basta seguire e imparare gli insegnamenti del maestro, ma occorre osservare le tecniche altrui, imitandole - anzi emulandole - per poi utilizzarle contro loro stessi, creando tecniche personali e innovative, che riflettono la stessa personalità del cuoco.
Come già detto questo è un battle atipico, porta la battaglia dal ring alla cucina, mostrando il frutto del loro studio, delle loro ricerche ma sopratutto della loro abilità, facendo diventare la cucina vera protagonista del fumetto. Le battaglie sono il banco di prova degli studenti, il loro campo di battaglia, il luogo dove si stabilisce la bravura e si risolvono le diatribe. Le battaglie sono decise non solo dall'abilità culinaria ma anche nel saper scegliere gli ingredienti migliori e più adatti per il tipo di sfida. Il vincitore viene stabilito da 5 giudici, aventi ognuno un singolo voto; chi ottiene più voti vince. La bontà del cibo viene rappresentata attraverso il foodgasm, ci cui parlerò più avanti.
Altra differenza dai battle shonen è il ritmo, solitamente questi sono veloci e incalzanti per mantenere sempre viva l'attenzione del lettore. In Food Wars il ritmo è piuttosto lento, ma questo non pregiudica la lettura che risulterà comunque veloce, grazie al fatto che viene mostrato solo il necessario, mostrando così una chiara evoluzione dei personaggi, senza filler ed episodi inutili. Questa lentezza è causata dalle dettagliate descrizioni dei piatti, della loro preparazione, del loro gusto; ci saranno anche riferimenti storici e chimici - che da giocatore di D&D non posso far altro che apprezzare. Queste informazioni, insieme al disegno (si veda il paragrafo dedicato) veramente dettagliato, ci faranno interrompere più volte la lettura per sgranocchiare qualcosa o per pulire l'acquolina che ci scende dalla bocca.

PERSONAGGI
I personaggi sono ben caratterizzati, con una loro psicologia e con dei comportamenti naturali e spontanei. Questi si evolveranno, cambiando il loro modo di pensare e d'agire: ci verrà mostrato, o meglio raccontato, il loro passato, le loro origini, la loro evoluzione e le loro ambizioni.
Altro punto a favore il fatto che i personaggi cucinano piatti che rispecchiano la loro personalità ed esperienza, tanto da guadagnare soprannomi esclusivamente legati alla loro cucina - in questo modo vedremo riflesso l'evoluzione dei personaggi anche nei stessi piatti che cucinano, che si arricchiranno ed evolveranno a loro volta.
Proverò ora a parlarvi dei protagonisti senza fare spoiler.
Iniziamo dal protagonista principale, Yukihira Soma. Questo ragazzo è già un cuoco, al contrario della maggior parte degli studenti della Tootsuki, ha già affrontato innumerevoli battaglie culinarie con il padre - perdendole tutte -, sa cosa vuol dire cucinare bene e in poco tempo, cosa significa fallire, cosa fare nei momenti di massima tensione. Questo lo porta ad essere fin da subito tra i migliori studenti della scuola del suo anno, ma sarà proprio questa forza ad essere talvolta il suo punto debole, trascinandolo in situazioni drammatiche. Col susseguirsi delle vicende Soma perderà più volte e questo è molto importante, perché lui odia perdere, è la cosa che più non sopporta al mondo, nonostante cerchi il più possibile di non darlo a vedere. Questo suo lato lo spingerà ancor di più a cambiare lui e la sua cucina.
Soma è il personaggio fondamentale di Food Wars, su di lui ruota tutta la vicenda e tutti gli altri personaggi. Spesso questo è un difetto perché, concentrandosi solo sul protagonista, gli altri personaggi vengono trattati superficialmente, ma ciò, in Food Wars, non avviene. Infatti Soma esalta questi personaggi e questi a loro volta esaltano Soma, in un rapporto di reciproco supporto, facendo così brillare ogni personaggio - esattamente come accade in cucina, dove si ricerca la combinazione perfetta dei vari ingredienti, in modo tale che nessuno sovrasti l'altro bensì ne esalti sapore e qualità. Ci ritroveremo così davanti a un cast di personaggi carismatici, ognuno ben caratterizzato in maniera differente, con stili di cucina diversi, un proprio passato, una propria evoluzione e cosa più importante, troveremo un ampio parco di ragazze waifu material, e non solo...
Gli altri due personaggi principali sono due di queste ragazze, Nakiri Erina e Tadokoro Megumi.
Erina è l'incarnazione vivente dell'himedere, non solo lei si considera una regina, ma viene considerata tale anche da tutti gli altri personaggi. Questa visione viene inoltre accentuata con il suo soprannome - il palato di Dio' - e dalle frequenti immagini che la rappresentano in tutta la sua regalità. Tutto questo è accompagnato dal suo straordinario talento e abilità in cucina, cucina che riflette questa sua personalità.
Megumi è l'opposto di Erina, una dandere. Lei è timida e paurosa ma dotata di un grandissimo potenziale inespresso, che vedremo iniziare a sbocciare con l'arrivo di Soma.
L'insicurezza di Megumi e l'arroganza di Erina permettono innumerevoli gag comiche con l'orgoglio casareccio di Soma, enfatizzando pregi e difetti di ciascuno.

DISEGNO
Shun Saeki - conosciuto dai buongustai con lo pseudonimo di Tosh - è un disegnatore di hentai. Un disegnatore di hentai - avete capito bene - disegnava, e disegna tutt'ora, hentai: quei fumetti con personaggi molto poco vestiti, che fanno fooly cooly e altre cosacce, vietati ai minori per alcune scene esplicite... Insomma ci siamo capiti.
Questa esperienza gli permette di possedere un'ottima tecnica di disegno, difatti sono di ottima qualità, puliti, precisi, ricchi di dettagli. In particolare i personaggi dotati ciascuno di tratti caratteristici che li rendono unici e differenti, mostrano tutto il suo "bagaglio formativo", enfatizzato in particolar modo nelle scene del foodgasm, di cui parlerò più tardi, dove non commette mai errori sia dal punto di vista registico che anatomico.
Portiamo ora questo discorso al cibo, disegnato con estrema cura, quasi maniacale, tale da far percepire al lettore la consistenza del cibo. E nonostante questa incredibile attenzione per i particolari il disegno è pulito, senza sbavature e con contorni ben distinti.
Non mi stupirei se un giorno decidesse di disegnare una banana che procrea con un fico e ottenere un grande successo per il disegno.

FANSERVICE
Parliamo ora del fanservice.
Premetto, il fanservice non vuol dire unicamente tette e culi. Comprende tutte quelle scelte dell'autore rivolte principalmente a divertire e attirare il lettore. Letteralmente offre un servizio al lettore. Servizio che può essere fatto tramite diversi espedienti. Partiamo da quello classico, il più evidente, il fanservice a sfondo sessuale. In Food Wars è presente con il foodgasm.
Il foodgasm è un viaggio mentale in un mondo fantastico, dove regna spesso la denudazione, un'esplosione del gusto che lacera e distrugge i vestiti. Ma non è come altri manga, dove il fanservice viene buttato lì tanto per vendere, qui è funzionale all'opera stessa, segno di un attento studio.
"Ma come fa il fanservice ad essere funzionale?" mi direste probabilmente - e giustamente - voi ed io sono quei per spiegarvelo. É funzionale perché rappresenta l'estremizzazione del piacere ricavato dal cibo. Quando gustiamo un buon piatto ci viene l'acquolina in bocca, ne desideriamo di più, ci rallegriamo, ci scordiamo delle preoccupazioni. Il foodgasm rappresenta tutti questi fattori uniti tra loro, al loro massimo grado, divertendo e facendo comprendere la qualità, la portata, la grandiosità del piatto. Ricordo inoltre, che sono state rappresentate anche situazioni paradossali, a simboleggiare il suo non essere buono. Inoltre non solo le ragazze vengono svestite, ma anche i ragazzi, così come le persone più anziane, subiranno lo stesso fenomeno - un po' di par condicio finalmente, non vedevo l'ora di vedere dei vecchietti denudati.
Con l'inizio delle battaglie culinarie il foodgasm acquista un nuovo valore.
"Come possiamo rappresentare la vittoria e la sconfitta nelle battaglie culinarie?" si chiedono Tsukuda e Tosh.
Molto semplice, continuando a fare ciò che hanno iniziato. Portare il battle shonen nella cucina, rivoluzionando - e non parodizzando - il genere stesso, ricostruendolo dalle basi affinché sia adatto alle proprie esigenze.
Il foodgasm rappresenta in questa dimensione la sconfitta, l'essere umiliati dal proprio avversario tramite l'orgasmo, come nei tradizionali battle shounen, costretti a piegarci di fronte alla bontà del suo piatto. Il dolore della sconfitta dei tradizionali battle si tramuta nel "piacere" della sconfitta di Food Wars.
Tenete presente bene però che foodgasm non è sempre sinonimo di denudazione, infatti sarà rappresentato anche da metafore che esprimono al meglio le sensazioni che ci provoca il piatto, non solo per quanto riguarda il gusto ma anche per altri sensi.
Altra forma di fanservice sono le citazioni. Anche queste sono studiate - non vengono messe unicamente per divertire il lettore bensì per caratterizzare le varie situazioni, - e contribuiscono a descrivere la situazione. Ad esempio "Rocky Joe", "Gurren Lagann", "JoJo", "Dragon Quest"...

Ora non fraintendetemi, "Food Wars" non è assolutamente un must - sebbene sia un fumetto che adoro - non ha niente che lo renda un'opera eccellente, come può essere "EDEN", "FMA" o "La storia dei tre Adolf", è un semplice manga d'intrattenimento, mira ad interessare e divertire. E lo fa bene - incredibilmente bene - si mantiene sempre su un livello di narrazione semplice ma efficace, senza provare a trasmettere veri ideali, a criticare la società o robe del genere.
Questa è un'altra caratteristica che apprezzo molto, perché evita di dare false speranze al lettore, mostrando una certa premessa ma sviluppando poi la storia seguendo altri argomenti, evitando anche, di arrampicarsi su temi che potrebbe l'autore non essere in grado di affrontare in maniera competente.
Soma parte da una premessa e la rispetta pienamente, usando al meglio ciò che ha disposizione.

NB: La recensione arriva fino all'arco del festival del banchetto lunare.