Recensione
Hoshin Engi
10.0/10
Hoshin Engi è uno di quei capolavori che non ti aspetti. Il manga più lungo e forse più bello di Ryu Fujisaki appartiene a quella serie di opere anomale nate su Shonen Jump alla fine degli anni '90, fra cui mi piace ricordare "Shaman King" e "Hunter X Hunter", anch'esse dalla fortuna un po' incerta, ma che hanno introdotto elementi nuovi nel mondo dei manga.
TRAMA
Hoshin Engi riprende uno dei grandi poemi mitologici cinesi, il Fengshen Yaniy, ambientato in un'antichità non precisata e qui rivisitata. Taikobo è un sennin, ossia un eremita dotato di alcuni poteri fra cui quello di non invecchiare, che passa pigramente le sue giornate sul monte Kongrong, un'isola nel cielo. Un giorno il suo maestro gli mostra una lista di personaggi, fra cui altri sennin e demoni, che devono essere eliminati affinché il mondo rimanga in equilibrio. Fin qui la trama è abbastanza banale, ma la prima grande novità sta nel carattere di Taikobo: è un ragazzo pigro e non molto forte, ma molto intelligente, e decide sin da subito che l'unico modo per portare a termine il proprio compito è circondarsi di alleati forti che lo aiutino. Sceso sulla terra in groppa a Supushan, una sorta di ippopotamo, nuovamente troviamo un elemento interessante, poiché Taikobo si imbatte subito in Shinkoiyo, uno dei Sennin più forti in assoluto, e poi in Dakki, una demone volpe che reincarnandosi di volta in volta in belle ragazze si assicura ormai da anni il controllo della Cina. Mentre Shinkoiyo resterà abbastanza neutrale, Dakki dà subito prova della sua crudeltà, e rimarrà fino alla fine un nemico misterioso e affascinante. Riuscito a fuggire, Taikobo dovrà fare i conti anche con un'altra questione, vale a dire che in questa guerra fra divinità restano coinvolti anche gli uomini che non hanno poteri, i quali molto spesso sono anche oppressi dai loro regnanti. Sempre più convinto di necessitare di aiuto, il sennin inizia il suo viaggio per trovare nuovi alleati.
SPOILER
Nella seconda metà il manga prende un ritmo molto più concitato e la trama si espande notevolmente con l'introduzione di sennin provenienti da altre isole volanti, per sconfinare fino allo spazio
COMMENTO
Come già detto nella trama, il punto forte di questo manga è la caratterizzazione, non solo del protagonista, ma di ogni singolo personaggio, e vi assicuro che sono davvero tanti! Siamo appunto di fronte a un protagonista che per la sua pigrizia ricorda un po' Yoh Asakura di Shaman King, ma che in questo caso ha una parte molto più attiva nello sviluppo globale della storia, e che fa dell'intelligenza, e talvolta anche dell'inganno, la propria arma principale. Non mancano ovviamente i personaggi tutti muscoli, né le scazzotate che caratterizzano quasi tutti gli shonen, ma è davvero difficile che ci sia una lotta fine a sé stessa, tutto si inserisce in un piano più ampio che diviene chiaro solamente nei volumi finali. Una nota specifica meritano gli abiti e la strumentazione dei sennin: come si può vedere dalle copertine, tutti indossano quanti e scarpe over size, e nonostante siamo intorno al 4000 a.C. o giù di lì, i sennin hanno strumentazioni che risultano fantascientifiche ancora oggi, in quel sano stile cyber esagerato che ha caratterizzato buona parte della produzione non solo giapponese degli anni '90. Questo discorso vale anche per i disegni in generale, visto che gli occhioni e le ciglia mi hanno ricordato design come quello di "I cieli di Escaflowne". I disegni sono ben fatti, anche se l'uso davvero massiccio di retini può far apparire alcune tavole confuse o addirittura sporche; in effetti è abbastanza raro anche oggi che in uno shonen si utilizzino i retini per fare praticamente qualunque ombra o sfumatura, ma come ho già detto più volte, siamo di fronte ad un manga anomalo sotto diversi punti di vista.
CONCLUSIONE
Concordo con gli altri utenti che hanno dato 9 come voto, ma anche per una questione affettiva non esito a dare un 10 pieno. In definitiva, se non l'avete mai fatto, provate a leggere Hoshin Engi. In un momento in cui diventa sempre più difficile trovare manga con idee originali, questa è una perla che purtroppo in pochi conoscono, e che andrebbe riscoperta.
TRAMA
Hoshin Engi riprende uno dei grandi poemi mitologici cinesi, il Fengshen Yaniy, ambientato in un'antichità non precisata e qui rivisitata. Taikobo è un sennin, ossia un eremita dotato di alcuni poteri fra cui quello di non invecchiare, che passa pigramente le sue giornate sul monte Kongrong, un'isola nel cielo. Un giorno il suo maestro gli mostra una lista di personaggi, fra cui altri sennin e demoni, che devono essere eliminati affinché il mondo rimanga in equilibrio. Fin qui la trama è abbastanza banale, ma la prima grande novità sta nel carattere di Taikobo: è un ragazzo pigro e non molto forte, ma molto intelligente, e decide sin da subito che l'unico modo per portare a termine il proprio compito è circondarsi di alleati forti che lo aiutino. Sceso sulla terra in groppa a Supushan, una sorta di ippopotamo, nuovamente troviamo un elemento interessante, poiché Taikobo si imbatte subito in Shinkoiyo, uno dei Sennin più forti in assoluto, e poi in Dakki, una demone volpe che reincarnandosi di volta in volta in belle ragazze si assicura ormai da anni il controllo della Cina. Mentre Shinkoiyo resterà abbastanza neutrale, Dakki dà subito prova della sua crudeltà, e rimarrà fino alla fine un nemico misterioso e affascinante. Riuscito a fuggire, Taikobo dovrà fare i conti anche con un'altra questione, vale a dire che in questa guerra fra divinità restano coinvolti anche gli uomini che non hanno poteri, i quali molto spesso sono anche oppressi dai loro regnanti. Sempre più convinto di necessitare di aiuto, il sennin inizia il suo viaggio per trovare nuovi alleati.
SPOILER
Nella seconda metà il manga prende un ritmo molto più concitato e la trama si espande notevolmente con l'introduzione di sennin provenienti da altre isole volanti, per sconfinare fino allo spazio
COMMENTO
Come già detto nella trama, il punto forte di questo manga è la caratterizzazione, non solo del protagonista, ma di ogni singolo personaggio, e vi assicuro che sono davvero tanti! Siamo appunto di fronte a un protagonista che per la sua pigrizia ricorda un po' Yoh Asakura di Shaman King, ma che in questo caso ha una parte molto più attiva nello sviluppo globale della storia, e che fa dell'intelligenza, e talvolta anche dell'inganno, la propria arma principale. Non mancano ovviamente i personaggi tutti muscoli, né le scazzotate che caratterizzano quasi tutti gli shonen, ma è davvero difficile che ci sia una lotta fine a sé stessa, tutto si inserisce in un piano più ampio che diviene chiaro solamente nei volumi finali. Una nota specifica meritano gli abiti e la strumentazione dei sennin: come si può vedere dalle copertine, tutti indossano quanti e scarpe over size, e nonostante siamo intorno al 4000 a.C. o giù di lì, i sennin hanno strumentazioni che risultano fantascientifiche ancora oggi, in quel sano stile cyber esagerato che ha caratterizzato buona parte della produzione non solo giapponese degli anni '90. Questo discorso vale anche per i disegni in generale, visto che gli occhioni e le ciglia mi hanno ricordato design come quello di "I cieli di Escaflowne". I disegni sono ben fatti, anche se l'uso davvero massiccio di retini può far apparire alcune tavole confuse o addirittura sporche; in effetti è abbastanza raro anche oggi che in uno shonen si utilizzino i retini per fare praticamente qualunque ombra o sfumatura, ma come ho già detto più volte, siamo di fronte ad un manga anomalo sotto diversi punti di vista.
CONCLUSIONE
Concordo con gli altri utenti che hanno dato 9 come voto, ma anche per una questione affettiva non esito a dare un 10 pieno. In definitiva, se non l'avete mai fatto, provate a leggere Hoshin Engi. In un momento in cui diventa sempre più difficile trovare manga con idee originali, questa è una perla che purtroppo in pochi conoscono, e che andrebbe riscoperta.