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10.0/10
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Partendo dal presupposto che se si è patiti del fantasy, ma attenti, non di quello a stampo classico, quel genere di fantasy chiamato appunto dark fantasy (genere al quale Berserk appunto ha fatto quasi da papà) questo titolo deve apparire per forza sul vostro scaffale.
Non c'è critica che tenga, obiettivamente (per quanto riguarda la prima parte, denominata anche "golden age" non a caso) è un capolavoro. Personaggi carismatici, misteriosi, belli (naturalmente inteso dal punto di vista grafico) ed empatici, ognuno di essi è vivo e trasmette le proprie incertezze e convinzioni al lettore, che, come sotto ammaliamento non riesce a staccarsi dalla lettura.
Ambientazioni dal puro e ben realizzato spirito medievale, caratterizzato da feudatari e nobili ebbri del proprio potere, realtà di guerre sempre presenti sia dal punto di vista militare che quello puramente politico. Ma naturalmente la fama del titolo non proviene solo da queste cose, c'è qualcosa di più, qualcosa che rientra e fa parte dello scheletro narrativo, un idea geniale che ha portato Kentaro Miura, scrittore e disegnatore del progetto, alla fama che merita nei giorni nostri: il mondo che parte con una trama mista tra guerra e politica e dalle non mancanti scene d'amore con semplici velature gore, ma senza troppo mistero (possiamo tranquillamente dire che le persone inizialmente non smettevano di leggere Berserk solo per vedere dove andava a finire tutta la baracca della Squadra dei falchi) si allarga ad una trama che del mistero e dell'esoterismo ne fa le colonne portanti.
Miura come incipit ci presenta appunto un personaggio barbaro, vendicativo e senza scrupoli, ma naturalmente non esiste protagonista senza difetti, difetti gestiti in maniera maestrale dalla mano di Miura che li fa rivelare poco a poco e soprattutto a braccetto con lo sviluppo della trama, fino ad arrivare ad un climax: la famigerata Eclissi, ma di questa ne riparleremo tra poco.
come ho detto in precedenza, anche se in parentesi, Berserk ad oggi si divide in due cicli narrativi: Golden Age e "quella dopo" (detto in maniera terra-terra).
La Golden age è il ciclo narrativo che comprende praticamente i primi tredici/quattordici volumi, fino al climax dell'eclissi, chiamata così perché considerata capolavoro in tutto il mondo (voglio dire la Golden Age).
poi vi è una seconda fase dell'opera che logicamente comprende tutto quello che avviene dopo l'Eclissi.
"ma perché c'è questo bisogno di dividere una storia unica, progettata quindi per essere tutto uno sviluppo, in due diverse fasi?" questa è una probabile domanda di un lettore che incuriosito si avvicina per la prima volta al titolo, andiamo quindi a svelare l'arcano.
Berserk è si famoso per il suo strepitoso decollo ma anche per la sua sfracellante e ripida caduta, una storia emozionante basata su personaggi belli, empatici, studiati minuziosamente e altrettanto
minuziosamente descritti lasciano il posto a personaggi più infantili, si descritti bene ma caratterialmente opposti al target che avevano in precedenza personaggi come Gatsu, Grifis, Caska, Judo, Pipin e molti altri che dovranno appunto far spazio a figure come Shilke, Isidoro, Serpico e Farnese, quale quest'ultima ritengo sia una delle peggio porcate fatte nell'opera poiché aveva le basi di un bellissimo personaggio: una storia contorta all'interno della chiesa, una storia contorta in famiglia e quella malata vena che metteva Miura in ogni suo personaggio, per poi crollare nella brava badante di Caska caratterizzata solo da uno spiccato talento nella magia e dalla cotta che si è presa per Gatsu.
Ma adesso che ho parlato dello stretto necessario dell'obbiettività andiamo ad espandere il discorso per quanto riguarda le mie personali opinioni riguardo l'opera.
Come ho fatto intuire a me Berserk piace molto, la trama, i personaggi le ambientazioni e tutto quello ho già detto per me mettono quel "capo" prima della semplice parola "lavoro", fin dalle prime tavole mi ero affezionato molto a Gatsu, che anche se lo vedevo come una figura quasi e unicamente barbarica con il tempo ha acquisito l'aggettivo umano, stesso discorso vale per Grifis,
nel quale ho avuto il piacere di riscontrarmi per qualche verso, soprattutto le sue motivazioni, le sue giustificazioni e i sui obbiettivi (chi si ricorda il castello?, una delle scene più belle a mio avviso
di tutto il fumetto) saranno la base della vera storia e lui stesso prenderà una voce contrastante nelle vicende, prendendo in prestito sia la figura dell'eroe che quella del malvagio.
E ultima ma non ultima Caska, ponte fra i due personaggi sopracitati, e figura alla quale io mi sia affezionato di più dei tre, quante volte ho messo in secondo piano sia Gatsu che Grifis avendo la paura che lei morisse.
Insomma anche lei è un personaggio che di mediocre ha poco e nulla, cala di spessore certamente nel secondo ciclo narrativo per giuste motivazioni, motivazioni che praticamente costruiscono la storia come la leggiamo oggi.
ma appunto tocchiamo dei punti un pelo più delicati: ma allora, ti piace o non ti piace "la seconda parte"?
sarò sincero, si possono dire molte cose riguardo a Berserk tra le quali: "non finirà mai" "è diventato più brutto" (anche se in questo caso direi: meno bello) etc etc, ma di una cosa ne sono praticamente certo: che sia la prima o che sia la seconda Berserk rimane e rimarrà sempre un pietra miliare per ogni autore, scrittore, o che dir si voglia in campo di narrazione.
Ad oggi ho letto poche cose (e ripeto: sia prima che seconda parte) che come Berserk mi abbiano regalato emozioni tanto forti, lacrime tanto sincere e anche un infantile rabbia a riguardo di una autore un po' pigro ma che ha tanto cuore (almeno qualche anno fa, ora non ne sono tanto certo) e tanto amore per la sua piccola creatura.
non so se mai avremmo, noi lettori, occasione di avere tra le mani un opera altrettanto immortale e spaventosamente bella quanto Berserk, ma l'unica cosa che posso dire a me stesso e a i miei colleghi è quella di aspettare.

P.S. Berserk ha si, ad oggi, due periodi di cui uno mediocre, ma, per ripetermi: chi si ricorda La Migliore Offerta? quel film, tra l'altro anche quello capolavoro, si divideva in tre parti un costante sviluppo di un mistero che andava poi a raggiungere un climax il quale portava l'opera ad un periodo mediocre e di stallo, ma chi si ricorda il finale? una ripresa all'ultimo secondo come un fulmine a celo sereno e proprio in quel momento il titolo andava a valere ancor di più di quanto non avesse fatto precedentemente. Secondo questo ragionamento allora a Berserk manca ancora un periodo.

P.P.S. Prima di lasciarci e di mettere la parola fine volevo mettervi una pulce nell'orecchio: vi ricordate cosa sta facendo ora Grifis? ecco, non vi sembra un po' losco, che siano gli albori di un "evento speciale"? ;)

P.P.P.S. Avrei tanto voluto evitare di inserire una valutazione, perché ad oggi è impossibile dare un voto ad un lavoro che accanto al numero di volumetti porta scritto "in corso". Ogni opera è come un edificio, se si viaggia un po' con la fantasia, dalla più piccola briciola dei mattoni delle fondamenta fino all'ultima tegola del tetto, ma allora quanto dareste voi a una casa senza tetto (se non si fosse ancora capito: il finale)? anzi, dareste una valutazione ad una casa senza tetto?