Recensione
Noragami
8.0/10
Yato è un dio guerriero che alla modica cifra di 5 yen risolverà tutti i vostri guai. Più o meno.
Hiyori Iki è una studentessa delle medie, normalissima, se non fosse che, dopo aver salvato da un autobus Yato, ogni tanto il suo involucro materiale si addormenta e lei diventa un corpo spirituale dotato di coda (non è wireless).
Yukine è un ragazzino deceduto, nuova arma di Yato, o per meglio dire suo Shinki ovvero Tesoro sacro. Yukine è il nome che gli dà Yato, in quanto alla morte evidentemente lo si dimentica insieme a tutto il resto (come anche Casper insegna).
Questo trio male assortito darà vita ad avventure sempre diverse, ora spassose, ora tragiche alla scoperta soprattutto di cosa sono, a che servono e quanti danni possono fare i tesori sacri, e i loro padroni, mentre assolvono ai compiti molto mal retribuiti di Yato che si abbassa a fare di tutto, dalle pulizie dei bagni al salvare potenziali suicidi, pur di avere un tempio ed essere adorato. La vita per gli dei dimenticati è infatti grama, e dopo le guerre lui ormai ha ben poche preghiere serie da eseguire.
Ma potevano mancare i malvagi di turno? Ovviamente no!
Infatti verso la metà della storia compare Nora, uno shinki randagio molto legata a Yato, le maschere, i burattinai e così via, in una spirale che ci svelerà il passato di Yato, i suoi sentimenti , creerà legami sempre più forti e ingenuamente fondamentali. Essendo una serie relativamente lunga ovviamente si svela lentamente, trattando pochi argomenti a volume ma molto profondamente, piccole gemme di quell'universo in fondo a noi ancora poco conosciuto.
Mi ha molto compiaciuto la resa del rapporto tra Yato e Yukine, altalenante, collerico, ma molto affettuoso, un po' sul genere "è perché mi importa di te che mi arrabbio e m'impegno razza di…". Insomma, una combo tra adolescente-genitore (chi sia l'uno e l'altro è spesso in dubbio), due amici e bambino maltrattato-genitore affidatario. Un affascinante caos.
Molto smielato e trito invece quello tra Yato e Hyori, soprattutto perché ci si preoccupa sempre e solo di lei, ma soprattutto mi ha infastidito il fatto che senza di lei tutte le divinità non sappiano mai che pesci prendere, cosa fare, chi chiamare, ecc. pur essendo a questo mondo a risolvere i problemi del soprannaturale (più o meno peraltro sempre gli stessi) da secoli. A volte serve come punto di vista nuovo per carità, e il suo intervento segue il clima generale e il senso del manga in quel caso, ma il troppo stroppia e rovina i personaggi.
Amicizia, responsabilità, calore, ricerca di fiducia, di relazioni significative e gag a tutto andare sembrano essere il senso e la colla di questa serie, simpatica, dinamica, profonda, a volte irritante.
Disegni stupendi, intensi, personaggi espressivi, dinamicità chiara e definita.
Certo esce ad ogni cambio di era geologica, il che la rende paragonabile a "Berserk" e "Hell Blade" come frequenza.
Resa del clima emotivo decisamente ben riuscita.
Hiyori Iki è una studentessa delle medie, normalissima, se non fosse che, dopo aver salvato da un autobus Yato, ogni tanto il suo involucro materiale si addormenta e lei diventa un corpo spirituale dotato di coda (non è wireless).
Yukine è un ragazzino deceduto, nuova arma di Yato, o per meglio dire suo Shinki ovvero Tesoro sacro. Yukine è il nome che gli dà Yato, in quanto alla morte evidentemente lo si dimentica insieme a tutto il resto (come anche Casper insegna).
Questo trio male assortito darà vita ad avventure sempre diverse, ora spassose, ora tragiche alla scoperta soprattutto di cosa sono, a che servono e quanti danni possono fare i tesori sacri, e i loro padroni, mentre assolvono ai compiti molto mal retribuiti di Yato che si abbassa a fare di tutto, dalle pulizie dei bagni al salvare potenziali suicidi, pur di avere un tempio ed essere adorato. La vita per gli dei dimenticati è infatti grama, e dopo le guerre lui ormai ha ben poche preghiere serie da eseguire.
Ma potevano mancare i malvagi di turno? Ovviamente no!
Infatti verso la metà della storia compare Nora, uno shinki randagio molto legata a Yato, le maschere, i burattinai e così via, in una spirale che ci svelerà il passato di Yato, i suoi sentimenti , creerà legami sempre più forti e ingenuamente fondamentali. Essendo una serie relativamente lunga ovviamente si svela lentamente, trattando pochi argomenti a volume ma molto profondamente, piccole gemme di quell'universo in fondo a noi ancora poco conosciuto.
Mi ha molto compiaciuto la resa del rapporto tra Yato e Yukine, altalenante, collerico, ma molto affettuoso, un po' sul genere "è perché mi importa di te che mi arrabbio e m'impegno razza di…". Insomma, una combo tra adolescente-genitore (chi sia l'uno e l'altro è spesso in dubbio), due amici e bambino maltrattato-genitore affidatario. Un affascinante caos.
Molto smielato e trito invece quello tra Yato e Hyori, soprattutto perché ci si preoccupa sempre e solo di lei, ma soprattutto mi ha infastidito il fatto che senza di lei tutte le divinità non sappiano mai che pesci prendere, cosa fare, chi chiamare, ecc. pur essendo a questo mondo a risolvere i problemi del soprannaturale (più o meno peraltro sempre gli stessi) da secoli. A volte serve come punto di vista nuovo per carità, e il suo intervento segue il clima generale e il senso del manga in quel caso, ma il troppo stroppia e rovina i personaggi.
Amicizia, responsabilità, calore, ricerca di fiducia, di relazioni significative e gag a tutto andare sembrano essere il senso e la colla di questa serie, simpatica, dinamica, profonda, a volte irritante.
Disegni stupendi, intensi, personaggi espressivi, dinamicità chiara e definita.
Certo esce ad ogni cambio di era geologica, il che la rende paragonabile a "Berserk" e "Hell Blade" come frequenza.
Resa del clima emotivo decisamente ben riuscita.