Recensione
Il 2016 si apre in grande stile per gli amanti dei JRPG, che, a distanza di più di due anni dall'uscita in Giappone, grazie al lavoro della XSeed Games e della Nis America possono finalmente mettere le mani sulla versione occidentale, completamente tradotta e doppiata, di "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel", ultima (o per meglio dire penultima) fatica della Nihon Falcom, ovvero una piccola software house nipponica quasi sconosciuta dalle nostre parti, ma ben nota in Giappone per essere stata tra i pionieri del genere RPG, inclusa la sua declinazione action, e nell'uso della musica nei videogiochi (fu tra i primi a dotarsi di un team interno preposto alla realizzazione delle colonne sonore).
"The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel", in particolare, è il capitolo iniziale dell'ottavo arco narrativo della serie "The Legend of Heroes", che, in linea con la non indifferente storia della Nihon Falcom, va avanti da oltre venticinque anni (il primo gioco, spin-off di "Dragon Slayer", uscì nel lontano 1989), costituendo, insieme alle avventure di Adol Christin narrate nella saga di "Ys", non solo uno dei giochi di punta dello sviluppatore giapponese, ma anche un vero e proprio pezzo della storia dei videogiochi, il cui arrivo in Occidente, annunciato a sorpresa lo scorso giugno durante l'E3, si è ora concretizzato con l'approdo sugli scaffali dei negozi delle versioni per PlayStation 3 e PlayStation Vita (cross-save), e la promessa di vedere già nel corso del 2016 anche il sequel uscito in Giappone nel 2014.
Slegato dai precedenti giochi della saga, ma connesso ad essi dalla medesima ambientazione, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" si svolge nello stesso periodo di "Zero" e "Ao no Kiseki" (settimo arco narrativo della serie) e, per la precisione, nel territorio controllato dell'Impero Ereboniano, una possente nazione sita nel continente di Zemuria, in continuo stato di tensione con il Regno di Liberl e la Repubblica di Calvard, nonostante un accordo di non belligeranza siglato su impulso della regina Alicia II. Retto dall'imperatore Eugent III, lo stato ereboniano è fondato su una rigida struttura classista, che, dopo anni di dominio incontrastato della fazione aristocratica controllata dalle quattro grandi casate (Kaien, Albarea, Rogner, e Higharms), è però messa in discussione dalla nascita della fazione riformista, guidata dal governatore Carl Regnitz, e dalla volontà della stessa di arrivare a un progressivo superamento della divisione della popolazione in classi sociali.
In questo latente stato di tensione, la trama del gioco (salvo il breve flash iniziale) prende avvio nell'Accademia Thors - fondata dal leggendario imperatore Dreichels dopo la conclusione della Guerra dei Leoni - in cui, seguendo il motto del suo fondatore ("Arise, o youth, and become the foundation of the world"), ragazzi provenienti da tutto l'impero sono addestrati per entrare nel formidabile (e ormai meccanizzato) esercito imperiale, ove è destinato anche il giovane Rean Schwarzer, il protagonista principale. Insieme a quelli che saranno i suoi compagni e protagonisti della storia, Rean si ritrova così assegnato alla misteriosa classe VII, in cui, per la prima volta nella storia dell'Accademia, non è presente alcuna suddivisione degli studenti basata sul ceto di appartenenza.
Da qui in poi la trama si dipana alternando fasi di vita scolastica ad altre di sviluppo dalla trama principale, strettamente collegata al latente stato di tensione sociale che funesta l'Impero, e in sostanza ben riassunta nel conflittuale rapporto esistente tra due compagni di Rean: Jusis, figlio del Duca Albarea e capo della fazione nobile, e Machias, figlio dal già citato Carl Regnitz, animato da un profondo odio per i nobili e per tutto ciò che essi rappresentano.
Come si può capire dall'immenso lore che c'è alla spalle, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" non ha una storia semplice o banale, e con la sua ambientazione simil steampunk (l'Orbal Revolution avvenuta cinquanta anni prima degli eventi del gioco è una sorta di Rivoluzione Industriale), coinvolge immediatamente il giocatore, trascinandolo nelle vicende dell'Accademia Thors e dell'Impero anche grazie a un numero sterminato di dialoghi, che, pur rendendo il ritmo di gioco piuttosto lento (le prime ore di gioco sono in gran parte dedicate alla lettura), donano allo stesso una grande profondità narrativa.
Se la storia è ricca e coinvolgente, non da meno sono poi i personaggi, con un cast di protagonisti e personaggi primari vasto e dotato di un impeccabile livello di caratterizzazione conferito dai molti dialoghi di gioco e dalla capacità degli stessi, soprattutto nel caso dei compagni di Rean, di rendere alla perfezione la storia, i pensieri e il carattere dei vari protagonisti, con anche dei veri e propri stravolgimenti nella loro percezione da parte del giocatore, che in breve finisce inevitabilmente per affezionarsi ad essi.
Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" si divide grossomodo in due grandi sezioni: la parte prettamente scolastica, ove, oltre alla possibilità di legare con i vari personaggi, si ha modo di affrontare le missioni assegnate dal consiglio studentesco della Thors Military Academy e prepararsi così all'esame semestrale (n.b.: esiste anche il libretto scolastico con i voti!), e le attività sul campo, con la classe VII inviata nelle varie zone dell'Impero Ereboniano per svolgere un addestramento pratico e partecipare così a combattimenti veri e propri.
Questi ultimi, in particolare, sono impostati su di un sistema di combattimento basato, almeno negli elementi fondamentali, sul classico schema dei JRPG a turni, arricchito però da una serie di caratteristiche che lo rendono per certi versi unico, a partire dalla evidente contaminazione con gli RPG tattici.
Come avviene in questa tipologia di giochi, infatti, il giocatore non solo può muovere i personaggi sul campo di battaglia, utilizzando il turno a loro disposizione, ma, soprattutto, deve valutare con attenzione il corretto posizionamento degli stessi, sia nella predisposizione iniziale (definibile nel menù), sia in quella che si viene a creare nel corso del combattimento, ponderando sempre con estrema cura i movimenti in base alle caratteristiche del nemico (es.: un avversario con potenti attacchi ad area è poco compatibile con una formazione compatta) e al posizionamento dello stesso (es.: far avanzare un personaggio melee oltre gli avversari rende troppo esposti i caster).
La struttura a turni vera e propria, invece, è caratterizzata da elementi come l'attribuzione ai personaggi di bonus random (visibili nell'elenco dei turni), la definizione dei turni in base alle azioni scelte (più è potente l'azione usata, più tempo ci vuole prima di poter utilizzare di nuovo il personaggio) e la possibilità di alternare agli attacchi normali altre tipologie di attacco, come le classiche arti (le orbal art), in sostanza la parte magica del gioco, e, soprattutto, le craft, ovvero abilità legate ai singoli personaggi, che, spesso in grado di cagionare danni ad area con effetti secondari decisamente utili come la capacità di indurre la paralisi in un avversario o bloccare una potente arte da esso utilizzata, nella versione S diventano devastanti attacchi capaci di risolvere anche la situazioni più complicate.
Un aspetto fondamentale, infine, è costituito dal sistema di link. La creazione di un legame tra i vari personaggi assume infatti un ruolo centrale nella misura in cui da tale collegamento, potenziabile aumentando il livello di affinità tra i personaggi stessi, deriva la possibilità di lanciare attacchi aggiuntivi (es.: in caso di critico del primo colpo), creando vere e proprie catene, anche grazie al colpo di grazia, il cui impatto durante le battaglie non è certo trascurabile.
Il sistema di combattimento di "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel", in definitiva, è una sorta di mix di più elementi e, complesso ma facile da apprendere (anche se con una buona dose di pratica), esso non solo contribuisce a creare una piacevole esperienza di gioco, senza indurre rapidamente l'effetto noia dovuto a combattimenti troppo ripetitivi, ma, soprattutto, si dimostra in grado di offrire un livello di sfida anche molto elevato, alternando alle battaglie piuttosto facili e veloci del livello iniziale l'elevata complessità dell'ultimo livello di difficoltà, con combattimenti lunghi e articolati, ove è lasciato poco spazio agli errori o alla incapacità di comprendere bene le mosse dell'avversario.
La complessità del sistema di combattimento è poi abbinata a un elevato livello di personalizzazione dei personaggi, in cui, oltre alla solita necessità di scegliere (e potenziare) l'equip, svetta soprattutto il sistema di gestione dei quarzi da inserire negli orbement dell'Arcus, che, attribuendo ai personaggi determinate abilità (es.: arti), potenziamenti delle statistiche o anche effetti secondari (es.: causare cecità con gli attacchi), assumono inevitabilmente un'importanza centrale nel gioco, anche in ragione delle tante tipologie di quarzo a disposizione del giocatore (con i master quartz che peraltro acquisiscono esperienza nel corso delle battaglie), così come della grande libertà data a quest'ultimo nella scelta degli stessi.
A completare il quadro, infine, i classici mini-giochi che costituiscono un po' una costante in tutti i JRPG, ed ecco così la possibilità di svagarsi un po' con la pesca (utile per ottenere alcuni oggetti in cambio dei pesci pescati), sfidare altri personaggi al gioco di carte Blade, cui si gioca soprattutto durante i viaggi in treno, rafforzando così il legame con i vari compagni della class VII, e dedicarsi alla cucina, collezionando in giro per il mondo ricette utili per recuperare punti vita o cp tra una battaglia e l'altra, ovvero per ottenere dei potenziamenti momentanei delle statistiche.
Grafica e Audio
Dal punto di vista strettamente tecnico, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" non può certo essere annoverato tra i migliori giochi in circolazione, e se la gran parte delle texture ha una buona risoluzione (soprattutto quelle dei personaggi principali), di fondo resta comunque una grafica costituita da un numero di poligoni alquanto limitato, effetti luce non sempre molto curati e animazioni a volte un po' legnose (il modo in cui corre Rean è alquanto emblematico). Insomma, per descrivere "Trails of Cold Steel" si potrebbe sostanzialmente dire che l'impressione è quella di giocare a un gioco per PlayStation 2, rimasterizzato per PlayStation 3, con una grafica che, pur essendo obsoleta negli elementi di base, grazie a texture di buona risoluzione (ad eccezione di alcune parti di terreno), non impatta troppo sull'occhio, che si abitua piuttosto velocemente agli evidenti limiti del motore grafico.
Discorso diverso, invece, vale per gli artwork, che, senza tanti giri di parole, sono semplicemente meravigliosi, con un character design in grado di catturare subito l'attenzione e indurre inevitabilmente a pensare a come sarebbe una versione anime del gioco, di cui la cinematic iniziale rappresenta in un certo senso una sorta di antipasto.
Altrettanto pregevole è poi anche la parte audio. Pur privo del doppiaggio originale giapponese (che vanta voci come Kōchi Uchiyama nel ruolo di Rean Schwarzer e Yui Horie in quello di Alisa), il gioco presenta comunque un doppiaggio inglese di buona fattura, con voci ben allineate alle caratteristiche dei vari personaggi, il cui unico neo consiste in una inspiegabile discontinuità, dovuta all'assenza di audio in alcuni dialoghi importanti o a situazioni in cui Rean è l'unico a non essere doppiato. A spiccare, però, è soprattutto la strepitosa colonna sonora, creata dal Falcom Sound Team jdk (il sound team della Nihon Falcom), e ben rappresentata dalla bellissima opening "Pulsation to Tomorrow", cantata da Kanako Kotera.
Per inciso, tutto il gioco è in inglese, e, al netto della copertina in italiano, tutti i testi sono in tale lingua.
"The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" è per certi versi il JRPG perfetto. Pur tecnicamente datato, il gioco è infatti veramente bello da giocare, con un sistema di combattimenti a turni classico, ma ricco di elementi che ne aumentano la profondità, e un comparto narrativo che, grazie ai tantissimi dialoghi, al ritmo che essi imprimono allo scorrere delle ore di gioco, e alla progressiva conoscenza dei vari personaggi, riassume alla perfezione il concetto stesso di gioco di ruolo. Se apprezzate il genere, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" è insomma un vero e proprio must, e, superato l'impatto iniziale con la grafica non proprio next gen, vi troverete tra le mani un gioco che vi saprà coinvolgere sino alla fine, lasciando di sé un ottimo ricordo.
"The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel", in particolare, è il capitolo iniziale dell'ottavo arco narrativo della serie "The Legend of Heroes", che, in linea con la non indifferente storia della Nihon Falcom, va avanti da oltre venticinque anni (il primo gioco, spin-off di "Dragon Slayer", uscì nel lontano 1989), costituendo, insieme alle avventure di Adol Christin narrate nella saga di "Ys", non solo uno dei giochi di punta dello sviluppatore giapponese, ma anche un vero e proprio pezzo della storia dei videogiochi, il cui arrivo in Occidente, annunciato a sorpresa lo scorso giugno durante l'E3, si è ora concretizzato con l'approdo sugli scaffali dei negozi delle versioni per PlayStation 3 e PlayStation Vita (cross-save), e la promessa di vedere già nel corso del 2016 anche il sequel uscito in Giappone nel 2014.
Slegato dai precedenti giochi della saga, ma connesso ad essi dalla medesima ambientazione, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" si svolge nello stesso periodo di "Zero" e "Ao no Kiseki" (settimo arco narrativo della serie) e, per la precisione, nel territorio controllato dell'Impero Ereboniano, una possente nazione sita nel continente di Zemuria, in continuo stato di tensione con il Regno di Liberl e la Repubblica di Calvard, nonostante un accordo di non belligeranza siglato su impulso della regina Alicia II. Retto dall'imperatore Eugent III, lo stato ereboniano è fondato su una rigida struttura classista, che, dopo anni di dominio incontrastato della fazione aristocratica controllata dalle quattro grandi casate (Kaien, Albarea, Rogner, e Higharms), è però messa in discussione dalla nascita della fazione riformista, guidata dal governatore Carl Regnitz, e dalla volontà della stessa di arrivare a un progressivo superamento della divisione della popolazione in classi sociali.
In questo latente stato di tensione, la trama del gioco (salvo il breve flash iniziale) prende avvio nell'Accademia Thors - fondata dal leggendario imperatore Dreichels dopo la conclusione della Guerra dei Leoni - in cui, seguendo il motto del suo fondatore ("Arise, o youth, and become the foundation of the world"), ragazzi provenienti da tutto l'impero sono addestrati per entrare nel formidabile (e ormai meccanizzato) esercito imperiale, ove è destinato anche il giovane Rean Schwarzer, il protagonista principale. Insieme a quelli che saranno i suoi compagni e protagonisti della storia, Rean si ritrova così assegnato alla misteriosa classe VII, in cui, per la prima volta nella storia dell'Accademia, non è presente alcuna suddivisione degli studenti basata sul ceto di appartenenza.
Da qui in poi la trama si dipana alternando fasi di vita scolastica ad altre di sviluppo dalla trama principale, strettamente collegata al latente stato di tensione sociale che funesta l'Impero, e in sostanza ben riassunta nel conflittuale rapporto esistente tra due compagni di Rean: Jusis, figlio del Duca Albarea e capo della fazione nobile, e Machias, figlio dal già citato Carl Regnitz, animato da un profondo odio per i nobili e per tutto ciò che essi rappresentano.
Come si può capire dall'immenso lore che c'è alla spalle, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" non ha una storia semplice o banale, e con la sua ambientazione simil steampunk (l'Orbal Revolution avvenuta cinquanta anni prima degli eventi del gioco è una sorta di Rivoluzione Industriale), coinvolge immediatamente il giocatore, trascinandolo nelle vicende dell'Accademia Thors e dell'Impero anche grazie a un numero sterminato di dialoghi, che, pur rendendo il ritmo di gioco piuttosto lento (le prime ore di gioco sono in gran parte dedicate alla lettura), donano allo stesso una grande profondità narrativa.
Se la storia è ricca e coinvolgente, non da meno sono poi i personaggi, con un cast di protagonisti e personaggi primari vasto e dotato di un impeccabile livello di caratterizzazione conferito dai molti dialoghi di gioco e dalla capacità degli stessi, soprattutto nel caso dei compagni di Rean, di rendere alla perfezione la storia, i pensieri e il carattere dei vari protagonisti, con anche dei veri e propri stravolgimenti nella loro percezione da parte del giocatore, che in breve finisce inevitabilmente per affezionarsi ad essi.
Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" si divide grossomodo in due grandi sezioni: la parte prettamente scolastica, ove, oltre alla possibilità di legare con i vari personaggi, si ha modo di affrontare le missioni assegnate dal consiglio studentesco della Thors Military Academy e prepararsi così all'esame semestrale (n.b.: esiste anche il libretto scolastico con i voti!), e le attività sul campo, con la classe VII inviata nelle varie zone dell'Impero Ereboniano per svolgere un addestramento pratico e partecipare così a combattimenti veri e propri.
Questi ultimi, in particolare, sono impostati su di un sistema di combattimento basato, almeno negli elementi fondamentali, sul classico schema dei JRPG a turni, arricchito però da una serie di caratteristiche che lo rendono per certi versi unico, a partire dalla evidente contaminazione con gli RPG tattici.
Come avviene in questa tipologia di giochi, infatti, il giocatore non solo può muovere i personaggi sul campo di battaglia, utilizzando il turno a loro disposizione, ma, soprattutto, deve valutare con attenzione il corretto posizionamento degli stessi, sia nella predisposizione iniziale (definibile nel menù), sia in quella che si viene a creare nel corso del combattimento, ponderando sempre con estrema cura i movimenti in base alle caratteristiche del nemico (es.: un avversario con potenti attacchi ad area è poco compatibile con una formazione compatta) e al posizionamento dello stesso (es.: far avanzare un personaggio melee oltre gli avversari rende troppo esposti i caster).
La struttura a turni vera e propria, invece, è caratterizzata da elementi come l'attribuzione ai personaggi di bonus random (visibili nell'elenco dei turni), la definizione dei turni in base alle azioni scelte (più è potente l'azione usata, più tempo ci vuole prima di poter utilizzare di nuovo il personaggio) e la possibilità di alternare agli attacchi normali altre tipologie di attacco, come le classiche arti (le orbal art), in sostanza la parte magica del gioco, e, soprattutto, le craft, ovvero abilità legate ai singoli personaggi, che, spesso in grado di cagionare danni ad area con effetti secondari decisamente utili come la capacità di indurre la paralisi in un avversario o bloccare una potente arte da esso utilizzata, nella versione S diventano devastanti attacchi capaci di risolvere anche la situazioni più complicate.
Un aspetto fondamentale, infine, è costituito dal sistema di link. La creazione di un legame tra i vari personaggi assume infatti un ruolo centrale nella misura in cui da tale collegamento, potenziabile aumentando il livello di affinità tra i personaggi stessi, deriva la possibilità di lanciare attacchi aggiuntivi (es.: in caso di critico del primo colpo), creando vere e proprie catene, anche grazie al colpo di grazia, il cui impatto durante le battaglie non è certo trascurabile.
Il sistema di combattimento di "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel", in definitiva, è una sorta di mix di più elementi e, complesso ma facile da apprendere (anche se con una buona dose di pratica), esso non solo contribuisce a creare una piacevole esperienza di gioco, senza indurre rapidamente l'effetto noia dovuto a combattimenti troppo ripetitivi, ma, soprattutto, si dimostra in grado di offrire un livello di sfida anche molto elevato, alternando alle battaglie piuttosto facili e veloci del livello iniziale l'elevata complessità dell'ultimo livello di difficoltà, con combattimenti lunghi e articolati, ove è lasciato poco spazio agli errori o alla incapacità di comprendere bene le mosse dell'avversario.
La complessità del sistema di combattimento è poi abbinata a un elevato livello di personalizzazione dei personaggi, in cui, oltre alla solita necessità di scegliere (e potenziare) l'equip, svetta soprattutto il sistema di gestione dei quarzi da inserire negli orbement dell'Arcus, che, attribuendo ai personaggi determinate abilità (es.: arti), potenziamenti delle statistiche o anche effetti secondari (es.: causare cecità con gli attacchi), assumono inevitabilmente un'importanza centrale nel gioco, anche in ragione delle tante tipologie di quarzo a disposizione del giocatore (con i master quartz che peraltro acquisiscono esperienza nel corso delle battaglie), così come della grande libertà data a quest'ultimo nella scelta degli stessi.
A completare il quadro, infine, i classici mini-giochi che costituiscono un po' una costante in tutti i JRPG, ed ecco così la possibilità di svagarsi un po' con la pesca (utile per ottenere alcuni oggetti in cambio dei pesci pescati), sfidare altri personaggi al gioco di carte Blade, cui si gioca soprattutto durante i viaggi in treno, rafforzando così il legame con i vari compagni della class VII, e dedicarsi alla cucina, collezionando in giro per il mondo ricette utili per recuperare punti vita o cp tra una battaglia e l'altra, ovvero per ottenere dei potenziamenti momentanei delle statistiche.
Grafica e Audio
Dal punto di vista strettamente tecnico, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" non può certo essere annoverato tra i migliori giochi in circolazione, e se la gran parte delle texture ha una buona risoluzione (soprattutto quelle dei personaggi principali), di fondo resta comunque una grafica costituita da un numero di poligoni alquanto limitato, effetti luce non sempre molto curati e animazioni a volte un po' legnose (il modo in cui corre Rean è alquanto emblematico). Insomma, per descrivere "Trails of Cold Steel" si potrebbe sostanzialmente dire che l'impressione è quella di giocare a un gioco per PlayStation 2, rimasterizzato per PlayStation 3, con una grafica che, pur essendo obsoleta negli elementi di base, grazie a texture di buona risoluzione (ad eccezione di alcune parti di terreno), non impatta troppo sull'occhio, che si abitua piuttosto velocemente agli evidenti limiti del motore grafico.
Discorso diverso, invece, vale per gli artwork, che, senza tanti giri di parole, sono semplicemente meravigliosi, con un character design in grado di catturare subito l'attenzione e indurre inevitabilmente a pensare a come sarebbe una versione anime del gioco, di cui la cinematic iniziale rappresenta in un certo senso una sorta di antipasto.
Altrettanto pregevole è poi anche la parte audio. Pur privo del doppiaggio originale giapponese (che vanta voci come Kōchi Uchiyama nel ruolo di Rean Schwarzer e Yui Horie in quello di Alisa), il gioco presenta comunque un doppiaggio inglese di buona fattura, con voci ben allineate alle caratteristiche dei vari personaggi, il cui unico neo consiste in una inspiegabile discontinuità, dovuta all'assenza di audio in alcuni dialoghi importanti o a situazioni in cui Rean è l'unico a non essere doppiato. A spiccare, però, è soprattutto la strepitosa colonna sonora, creata dal Falcom Sound Team jdk (il sound team della Nihon Falcom), e ben rappresentata dalla bellissima opening "Pulsation to Tomorrow", cantata da Kanako Kotera.
Per inciso, tutto il gioco è in inglese, e, al netto della copertina in italiano, tutti i testi sono in tale lingua.
"The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" è per certi versi il JRPG perfetto. Pur tecnicamente datato, il gioco è infatti veramente bello da giocare, con un sistema di combattimenti a turni classico, ma ricco di elementi che ne aumentano la profondità, e un comparto narrativo che, grazie ai tantissimi dialoghi, al ritmo che essi imprimono allo scorrere delle ore di gioco, e alla progressiva conoscenza dei vari personaggi, riassume alla perfezione il concetto stesso di gioco di ruolo. Se apprezzate il genere, "The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel" è insomma un vero e proprio must, e, superato l'impatto iniziale con la grafica non proprio next gen, vi troverete tra le mani un gioco che vi saprà coinvolgere sino alla fine, lasciando di sé un ottimo ricordo.