Recensione
Akira
6.0/10
"Akira" è un film d'animazione della durata di circa 120 minuti, prodotto nel 1988 dalla collaborazione tra le maggiori compagnie di produzione cinematografica giapponesi dell'epoca; il lungometraggio è tratto dall'omonimo manga ideato e disegnato da Katsuhiro Ōtomo, il quale diviene protagonista anche nella pellicola, nel ruolo di regista e, ovviamente, sceneggiatore. L'opera ha avuto un grosso impatto a livello mediatico, attirando in seguito anche l'attenzione dei mercati occidentali.
Attualmente è considerato uno dei capisaldi dell'animazione Giapponese ed internazionale, ma "Akira" merita veramente questo titolo? Probabilmente si, eppure la sua valutazione, per quanto mi riguarda, non supera la sufficienza. Il motivo di tale voto, apparentemente severo se si considera il successo riscontrato praticamente ovunque nel mondo, è dovuto principalmente alla sceneggiatura, che definirei estremamente confusa e caotica. Gli eventi si susseguono rapidamente ed apparentemente senza una vera logica, o comunque risultano estremamente difficili da seguire. Non ho letto il manga originale, ma documentandomi brevemente, ho capito che molte scene sono state tagliate, alcuni personaggi completamente eliminati, e, di conseguenza, molte spiegazioni sono venute meno. Sicuramente, per chi ha letto in precedenza la controparte cartacea, sarà più semplice seguire questo lungometraggio, ma per un neofita del prodotto le difficoltà non saranno poche. Di conseguenza, la narrazione tenderà man mano ad appesantirsi col proseguire dei minuti e con l'aumentare dei dubbi, ed il risultato finale è quello di un film, sconclusionato e piuttosto soporifero.
Escludendo questo difetto, a mio avviso non indifferente, rimangono una serie di innegabili pregi che bisogna attribuire all'opera, primo fra tutti la stupenda ambientazione. "Akira" propone uno scenario in perfetto stile Cyberpunk, estremamente dettagliato in ogni suo piccolo particolare, e di conseguenza suggestivo ed intrigante. Ha l'onore di essere uno dei primi nel campo dell'animazione giapponese a proporre tale tipologia di ambientazione, che verrà poi ripresa in innumerevoli opere negli anni futuri. Sempre parlando di primati, "Akira" introduce, seppur in maniera elementare, l'uso della computer graphics, limitata tuttavia solo ad alcune scene, e il pre-recording, tecnica che consiste nel adattare il labiale dei personaggi alle battute dei doppiatori, precedentemente registrate.
Il comparto tecnico è nel suo insieme eccelso, soprattutto se considerata l'epoca di produzione, ed era lecito aspettarselo, visti i capitali investiti.
Come ogni prodotto (o quasi) del genere, "Akira" non mancherà di lanciare, in maniera più o meno velata, una forte critica alla società giapponese, evidenziandone gli aspetti negativi e profetizzando un futuro tutt'altro che roseo. L'esempio più lampante risiede proprio nella caratterizzazione dei protagonisti, un gruppo di motociclisti ribelli ed incuranti delle regole, condizione che, nel mondo di "Akira", sembra essere quasi la normalità. Mentre il livello in campo scientifico-tecnologico è avanzato notevolmente, sotto il profilo umano si assiste ad una regressione, e le conseguenze sono più che evidenti.
In conclusione, "Akira" è sicuramente un film che ha segnato profondamente la storia dell'animazione giapponese e non solo, ha introdotto diverse innovazioni in campo tecnico e fornito l'ispirazione per la produzione di una miriade di opere successive. A livello di godibilità tuttavia, è un prodotto pesante e sconclusionato, non certamente semplice né piacevole seguire. Il suo fascino sussiste e risiede prettamente nel suo valore storico. Un lungometraggio consigliato solamente agli amanti dell'animazione, in quanto considerato un tassello fondamentale.
Attualmente è considerato uno dei capisaldi dell'animazione Giapponese ed internazionale, ma "Akira" merita veramente questo titolo? Probabilmente si, eppure la sua valutazione, per quanto mi riguarda, non supera la sufficienza. Il motivo di tale voto, apparentemente severo se si considera il successo riscontrato praticamente ovunque nel mondo, è dovuto principalmente alla sceneggiatura, che definirei estremamente confusa e caotica. Gli eventi si susseguono rapidamente ed apparentemente senza una vera logica, o comunque risultano estremamente difficili da seguire. Non ho letto il manga originale, ma documentandomi brevemente, ho capito che molte scene sono state tagliate, alcuni personaggi completamente eliminati, e, di conseguenza, molte spiegazioni sono venute meno. Sicuramente, per chi ha letto in precedenza la controparte cartacea, sarà più semplice seguire questo lungometraggio, ma per un neofita del prodotto le difficoltà non saranno poche. Di conseguenza, la narrazione tenderà man mano ad appesantirsi col proseguire dei minuti e con l'aumentare dei dubbi, ed il risultato finale è quello di un film, sconclusionato e piuttosto soporifero.
Escludendo questo difetto, a mio avviso non indifferente, rimangono una serie di innegabili pregi che bisogna attribuire all'opera, primo fra tutti la stupenda ambientazione. "Akira" propone uno scenario in perfetto stile Cyberpunk, estremamente dettagliato in ogni suo piccolo particolare, e di conseguenza suggestivo ed intrigante. Ha l'onore di essere uno dei primi nel campo dell'animazione giapponese a proporre tale tipologia di ambientazione, che verrà poi ripresa in innumerevoli opere negli anni futuri. Sempre parlando di primati, "Akira" introduce, seppur in maniera elementare, l'uso della computer graphics, limitata tuttavia solo ad alcune scene, e il pre-recording, tecnica che consiste nel adattare il labiale dei personaggi alle battute dei doppiatori, precedentemente registrate.
Il comparto tecnico è nel suo insieme eccelso, soprattutto se considerata l'epoca di produzione, ed era lecito aspettarselo, visti i capitali investiti.
Come ogni prodotto (o quasi) del genere, "Akira" non mancherà di lanciare, in maniera più o meno velata, una forte critica alla società giapponese, evidenziandone gli aspetti negativi e profetizzando un futuro tutt'altro che roseo. L'esempio più lampante risiede proprio nella caratterizzazione dei protagonisti, un gruppo di motociclisti ribelli ed incuranti delle regole, condizione che, nel mondo di "Akira", sembra essere quasi la normalità. Mentre il livello in campo scientifico-tecnologico è avanzato notevolmente, sotto il profilo umano si assiste ad una regressione, e le conseguenze sono più che evidenti.
In conclusione, "Akira" è sicuramente un film che ha segnato profondamente la storia dell'animazione giapponese e non solo, ha introdotto diverse innovazioni in campo tecnico e fornito l'ispirazione per la produzione di una miriade di opere successive. A livello di godibilità tuttavia, è un prodotto pesante e sconclusionato, non certamente semplice né piacevole seguire. Il suo fascino sussiste e risiede prettamente nel suo valore storico. Un lungometraggio consigliato solamente agli amanti dell'animazione, in quanto considerato un tassello fondamentale.