Recensione
Eredi del Buio
5.0/10
"Eredi del buio" è una breve serie anime di tredici episodi ispirata al manga “La Stirpe delle Tenebre”, edito in Italia dalla Star Comics. Personalmente la fregatura per me è stata proprio l’aver letto alcuni numeri della suddetta serie, prima di vedere l’anime; infatti, trovando potenzialmente interessante il manga, ho deciso, per far prima, di vedere la versione animata, e poi eventualmente completare la lettura. Errore madornale.
Quest’anime è stato veramente inconsistente, non mi ha lasciato praticamente nulla, se non l’amaro in bocca.
Partendo dalla struttura narrativa dell’anime, abbiamo una serie di episodi che, sebbene abbiano trame differenti tra loro, sono tutti più o meno fortemente collegati a una trama principale, che ruota intorno ai tre protagonisti, Tsuzuki e Hisoka contro il loro antagonista Muraki. Senza entrare troppo nel dettaglio, basti sapere che, a inizio serie, Muraki “maledice” Hisoka non permettendogli di morire, così viene preso in custodia da Tsuzuki, che è uno Shinigami. Queste entità ultraterrene, ora inflazionatissime in tutti i manga e anime, in questa serie hanno il compito di risolvere casi in cui le anime dei morti non riescono a lasciare la terra, e quindi vedono bene di seminare sangue e scompiglio un po’ ovunque.
Detta così la trama non sarebbe neanche malaccio, il problema è che il cuore dell’anime va in tutt’altra direzione: l’obbiettivo non è quello di proporre un'altra serie thriller sporcata di fantasy, ma quello di buttarci addosso dei personaggi veramente ridicoli costruiti per enfatizzare un aspetto omossessuale decisamente troppo prorompente. Da ciò ne deriva una trama banale all’ennesima potenza, che per un thriller è già abbastanza per passare ad altro, un reparto musicale completamente anonimo e la costante idea che tu sia lì a farti prendere in giro. Sì, perché i protagonisti “buoni”, oltre ad essere due completi inetti, sono completamente in balia del malvagio dottor Muraki, che fa di loro tutto quello che gli pare. E, quando asserisco ciò, mi riferisco anche al fatto che quest’ultimo si permette di cenare, passeggiare e incontrarsi tranquillamente con loro senza mai rischiare nulla.
E’ chiaro che quest’anime punta a un audience completamente diversa da me, e per questo il voto non è bassissimo; forse sono stato io a sbagliare nel voler concludere una serie di questo tipo. Quindi, in sostanza, riducendo l’analisi a una mera questione di generi, se non vi piacciono gli shounen-ai, lasciate stare quest’anime, perché il resto è veramente un noioso miscuglio di banalità.
Quest’anime è stato veramente inconsistente, non mi ha lasciato praticamente nulla, se non l’amaro in bocca.
Partendo dalla struttura narrativa dell’anime, abbiamo una serie di episodi che, sebbene abbiano trame differenti tra loro, sono tutti più o meno fortemente collegati a una trama principale, che ruota intorno ai tre protagonisti, Tsuzuki e Hisoka contro il loro antagonista Muraki. Senza entrare troppo nel dettaglio, basti sapere che, a inizio serie, Muraki “maledice” Hisoka non permettendogli di morire, così viene preso in custodia da Tsuzuki, che è uno Shinigami. Queste entità ultraterrene, ora inflazionatissime in tutti i manga e anime, in questa serie hanno il compito di risolvere casi in cui le anime dei morti non riescono a lasciare la terra, e quindi vedono bene di seminare sangue e scompiglio un po’ ovunque.
Detta così la trama non sarebbe neanche malaccio, il problema è che il cuore dell’anime va in tutt’altra direzione: l’obbiettivo non è quello di proporre un'altra serie thriller sporcata di fantasy, ma quello di buttarci addosso dei personaggi veramente ridicoli costruiti per enfatizzare un aspetto omossessuale decisamente troppo prorompente. Da ciò ne deriva una trama banale all’ennesima potenza, che per un thriller è già abbastanza per passare ad altro, un reparto musicale completamente anonimo e la costante idea che tu sia lì a farti prendere in giro. Sì, perché i protagonisti “buoni”, oltre ad essere due completi inetti, sono completamente in balia del malvagio dottor Muraki, che fa di loro tutto quello che gli pare. E, quando asserisco ciò, mi riferisco anche al fatto che quest’ultimo si permette di cenare, passeggiare e incontrarsi tranquillamente con loro senza mai rischiare nulla.
E’ chiaro che quest’anime punta a un audience completamente diversa da me, e per questo il voto non è bassissimo; forse sono stato io a sbagliare nel voler concludere una serie di questo tipo. Quindi, in sostanza, riducendo l’analisi a una mera questione di generi, se non vi piacciono gli shounen-ai, lasciate stare quest’anime, perché il resto è veramente un noioso miscuglio di banalità.