Recensione
Dimension W
7.5/10
In questi ultimi anni va particolarmente di moda il genere fantascientifico, con un ambientazione futuristica, ma neanche troppo. "Dimension W", anime del 2016 di dodici episodi, può essere così racchiuso in un filone piuttosto prolifico, che ha sfornato una grande serie di prodotti, più o meno validi. Tuttavia la quantità, com'è risaputo, non sempre è sinonimo di qualità, e il numero esagerato di opere simili può farle cadere nella monotonia e nella ripetitività.
"Dimension W", per quanto mi riguarda, è riuscito a non commettere tale errore, costituendo un anime gradevole, anche se non eccellente. Avventura, azione e fantascienza: un riassunto veloce ed emblematico della vera identità di quest'opera. Una storia intrigante, che coinvolge lo spettatore e lo intriga dall'inizio alla fine.
Il mondo non è più come lo conosciamo. Le cose sono cambiate molto velocemente da quando è stata scoperta una nuova dimensione: la W. Da tale scoperta, l'umanità è riuscita a ricavare una nuova fonte di energia, incredibilmente potente, che ha permesso così alla tecnologia di evolversi in maniera celere e lineare.
Ma non tutto è rose e fiori. Come al solito, il punto debole della catena è proprio l'anello di partenza. L'uomo non ha mai imparato a risolvere i propri dissapori in modo pacifico, causando così guerre e incrementando il tasso di criminalità. Ecco allora che c'è bisogno di un gruppo di individui capaci di risolvere e bloccare tutto ciò, permettendo così il mantenimento dell'ordine: i Recuperatori.
Tra di essi, spicca senza dubbio Kyouma Mabuchi, un uomo vecchio stile, che non si fida della tecnologia e combatte con semplici lame. La sua abilità lo porterà a immischiarsi in faccende ben più complicate del previsto, le quali, in un modo o nell'altro, lo costringeranno ad affrontare nuovamente un passato che tentava disperatamente di relegare da qualche parte nel suo animo.
Aggiungiamoci pure Mira, uno strano robot di sesso femminile, dotata di un'intelligenza quasi umana, ed ecco che la frittata è fatta; pronta ad essere servita a tutti coloro che vogliono godersi una storia piacevole e dinamica.
La parte iniziale della storia sembra quasi essere strutturata in episodi autoconclusivi. L'incontro tra Kyouma e Mira ha segnato l'inizio di tutto, e i due incominceranno a recuperare tecnologia illegale insieme. Una squadra bislacca, che diverte e appassiona.
Nell'ultima parte, invece, i fili che all'inizio parevano distinti, si attorciglieranno tra loro a formarne uno più spesso e intenso. Tutti gli indizi lanciati nel corso delle puntate incominceranno ad assumere un senso ben preciso, rimettendo in sesto una serie che stava quasi per annoiare (quasi).
In generale, comunque, la trama mi ha stupito in maniera positiva. Certo, gli spunti fantascientifici mi convincono sempre a metà, ma credo sia una questione di gusti. Ciò che mi ha lasciato parzialmente soddisfatto è il modo in cui sono stati trattati i vari personaggi.
Kyouma è il protagonista, e tutto ruota intorno a lui: i suoi sentimenti, le sue paure riguardo al futuro e al passato. Peccato però che il suo modo di fare, piuttosto distaccato e diffidente, ci mostra tali passioni come filtrate da uno schermo opaco. Non sono vivide e possenti come invece dovrebbero.
Gli altri personaggi, invece, soffrono di un problema opposto. Tentano di emergere, ma viene dedicato loro uno spazio fin troppo limitato. Riguardo a Mira, il robot dai sentimenti umani, si sarebbero potuti sviluppare un'immensità di temi differenti (da quelli sentimentali ad altri più psicologici e introspettivi). E invece niente, solamente un accenno. Loser è un personaggio magnifico, che emerge al di sopra degli altri, quasi raggiungendo Kyouma. Ma il suo ruolo all'interno della storia non viene mai definito veramente, se non alle battute finali.
La grafica, d'altra parte, l'ho trovata molto bella: colori vividi e intensi, e dei disegni particolarmente originali. I vari protagonisti mostrano un design nuovo e fuori dagli schemi, che affascina e stupisce. Intrigante anche la figura di Kyouma, che si evolve dai soliti clichè, mostrando un età più matura rispetto al classico ragazzino delle superiori.
Belle le musiche e ottimo il doppiaggio. Anche la regia svolge il suo lavoro senza evidenti errori, presentandoci un'opera di tutto rispetto, che forse non risplenderà tra i grandi capolavori, ma comunque non delude.
Il finale chiude dignitosamente la storia, raggiungendo il climax e oltrepassandolo. La tensione è alle stelle e le aspettative non vengono deluse, sebbene alcuni sviluppi non siano stati spiegati in modo dettagliato, restando invece avvolti in un alone di mistero. Meglio così. Un lieto fine che non sa di miele e dolciumi, ma che allo stesso tempo appaga e soddisfa lo spettatore.
Voto finale: 7... E mezzo!
"Dimension W", per quanto mi riguarda, è riuscito a non commettere tale errore, costituendo un anime gradevole, anche se non eccellente. Avventura, azione e fantascienza: un riassunto veloce ed emblematico della vera identità di quest'opera. Una storia intrigante, che coinvolge lo spettatore e lo intriga dall'inizio alla fine.
Il mondo non è più come lo conosciamo. Le cose sono cambiate molto velocemente da quando è stata scoperta una nuova dimensione: la W. Da tale scoperta, l'umanità è riuscita a ricavare una nuova fonte di energia, incredibilmente potente, che ha permesso così alla tecnologia di evolversi in maniera celere e lineare.
Ma non tutto è rose e fiori. Come al solito, il punto debole della catena è proprio l'anello di partenza. L'uomo non ha mai imparato a risolvere i propri dissapori in modo pacifico, causando così guerre e incrementando il tasso di criminalità. Ecco allora che c'è bisogno di un gruppo di individui capaci di risolvere e bloccare tutto ciò, permettendo così il mantenimento dell'ordine: i Recuperatori.
Tra di essi, spicca senza dubbio Kyouma Mabuchi, un uomo vecchio stile, che non si fida della tecnologia e combatte con semplici lame. La sua abilità lo porterà a immischiarsi in faccende ben più complicate del previsto, le quali, in un modo o nell'altro, lo costringeranno ad affrontare nuovamente un passato che tentava disperatamente di relegare da qualche parte nel suo animo.
Aggiungiamoci pure Mira, uno strano robot di sesso femminile, dotata di un'intelligenza quasi umana, ed ecco che la frittata è fatta; pronta ad essere servita a tutti coloro che vogliono godersi una storia piacevole e dinamica.
La parte iniziale della storia sembra quasi essere strutturata in episodi autoconclusivi. L'incontro tra Kyouma e Mira ha segnato l'inizio di tutto, e i due incominceranno a recuperare tecnologia illegale insieme. Una squadra bislacca, che diverte e appassiona.
Nell'ultima parte, invece, i fili che all'inizio parevano distinti, si attorciglieranno tra loro a formarne uno più spesso e intenso. Tutti gli indizi lanciati nel corso delle puntate incominceranno ad assumere un senso ben preciso, rimettendo in sesto una serie che stava quasi per annoiare (quasi).
In generale, comunque, la trama mi ha stupito in maniera positiva. Certo, gli spunti fantascientifici mi convincono sempre a metà, ma credo sia una questione di gusti. Ciò che mi ha lasciato parzialmente soddisfatto è il modo in cui sono stati trattati i vari personaggi.
Kyouma è il protagonista, e tutto ruota intorno a lui: i suoi sentimenti, le sue paure riguardo al futuro e al passato. Peccato però che il suo modo di fare, piuttosto distaccato e diffidente, ci mostra tali passioni come filtrate da uno schermo opaco. Non sono vivide e possenti come invece dovrebbero.
Gli altri personaggi, invece, soffrono di un problema opposto. Tentano di emergere, ma viene dedicato loro uno spazio fin troppo limitato. Riguardo a Mira, il robot dai sentimenti umani, si sarebbero potuti sviluppare un'immensità di temi differenti (da quelli sentimentali ad altri più psicologici e introspettivi). E invece niente, solamente un accenno. Loser è un personaggio magnifico, che emerge al di sopra degli altri, quasi raggiungendo Kyouma. Ma il suo ruolo all'interno della storia non viene mai definito veramente, se non alle battute finali.
La grafica, d'altra parte, l'ho trovata molto bella: colori vividi e intensi, e dei disegni particolarmente originali. I vari protagonisti mostrano un design nuovo e fuori dagli schemi, che affascina e stupisce. Intrigante anche la figura di Kyouma, che si evolve dai soliti clichè, mostrando un età più matura rispetto al classico ragazzino delle superiori.
Belle le musiche e ottimo il doppiaggio. Anche la regia svolge il suo lavoro senza evidenti errori, presentandoci un'opera di tutto rispetto, che forse non risplenderà tra i grandi capolavori, ma comunque non delude.
Il finale chiude dignitosamente la storia, raggiungendo il climax e oltrepassandolo. La tensione è alle stelle e le aspettative non vengono deluse, sebbene alcuni sviluppi non siano stati spiegati in modo dettagliato, restando invece avvolti in un alone di mistero. Meglio così. Un lieto fine che non sa di miele e dolciumi, ma che allo stesso tempo appaga e soddisfa lo spettatore.
Voto finale: 7... E mezzo!