Recensione
Pandora Hearts
10.0/10
"Pandora Hearts" è uno shonen che manca di tutti i difetti che uno shonen spesso ha. I manga per ragazzi rischiano spesso di cadere nei soliti difetti: trame fin troppo lineari, combattimenti a valanghe tanto frequenti da necessitare di infiniti power up per risvegliare l'interesse, troppi personaggi e troppo poco approfonditi.
Se ci sono invece delle cose che caratterizzano "Pandora Hearts" sono l'equilibrio e la trama ricca.
Partiamo dal punto che per alcuni è una nota dolente ma per me è segno di una grande maestria nella gestione dell'intreccio e dei personaggi: un racconto fitto di avvenimenti, colpi di scena, misteri, una densità di informazioni e storie pazzesca. Chi pensa che Mochizuki non sappia dove andare a parare non sa che in realtà non ha semplicemente rivelato dove voglia andare a parare. Il terreno viene preparato a lungo e la costruzione è graduale ma arrivati in fondo è tutto chiaro. "Pandora Hearts" non si lascia leggere da un lettore disattento che non fa caso ai dettagli: ogni dettaglio è importante, ogni frase ha un rimando, la trama si svela poco alla volta. Il tutto senza mai scadere nell'eccesso: spesso gli autori nel tentativo di stupire lo spettatore o complicare l'intreccio commettono forzature, scivoloni, incoerenze, ma non qui. I colpi di scena sono giustificati e spiegati e si incastrano bene in una storia pianificata con cura e attenzione. I personaggi sono tutti irrinunciabili, caratterizzati e importanti, non ci sono comparse. Anzi i personaggi sono forse il nocciolo e la forza motrice di questo manga. "Pandora Hearts" per certi versi è una grande storia d'amore, amore per un amico, un fratello, per una persona più piccola da proteggere, per un'innamorato, e soprattutto per se stessi. Tutti vittime di un egoismo passionale, spesso alla ricerca di una propria identità, riescono a riconoscere se stessi solo mettendosi in rapporto con l'altro. I personaggi vivono relazioni forti e intense che li portano a stravolgere tutto ciò che li circonda per persone che amano e non sopportano di perdere. Amori che spesso sfociano nella distruzione e nell'autodistruzione. Non ci sono personaggi completamente virtuosi o completamente corrotti, ogni sorriso nasconde un sentimento cupo, ogni orrore commesso nasconde un desiderio disperato. In un qualche senso non esistono buoni e cattivi, solo desideri e obiettivi diversi. Non bisogna commettere l'errore di etichettare qualcuno, perché tutti hanno molto di più da raccontare.
E nonostante la passionalità, l'intensità e i ritmi scanditi, Pandora Hearts riesce sempre a mantenere il suo equilibrio: tanti personaggi ma tutti caratterizzati bene e mai di troppo, tanti poteri ma sempre spiegati e perfettamente realistici e misurati nel loro contesto; le regole vengono stabilite e non vengono infrante, non ci sono contraddizioni. Il tutto culmina in una sorta di struttura circolare: il finale non cerca lo stupore e la sensazionalità a tutti i costi, ma è il ristabilimento dell'ordine, lo scioglimento di tutti i nodi, la conclusione naturale e razionale della storia, l'ultima pennellata di un quadro complesso dalle mille sfumature e movimenti ma dalla straordinaria armonia.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
L'unico neo nel finale e' l'assenza di una spiegazione al ritorno di Oz e Alice da Abyss: un paio di pagine che fornissero qualche dettaglio in più sul perché e sul come non avrebbero guastato. O in alternativa si sarebbe potuto eliminare il loro ritorno optando per un finale ancora più malinconico.
Se ci sono invece delle cose che caratterizzano "Pandora Hearts" sono l'equilibrio e la trama ricca.
Partiamo dal punto che per alcuni è una nota dolente ma per me è segno di una grande maestria nella gestione dell'intreccio e dei personaggi: un racconto fitto di avvenimenti, colpi di scena, misteri, una densità di informazioni e storie pazzesca. Chi pensa che Mochizuki non sappia dove andare a parare non sa che in realtà non ha semplicemente rivelato dove voglia andare a parare. Il terreno viene preparato a lungo e la costruzione è graduale ma arrivati in fondo è tutto chiaro. "Pandora Hearts" non si lascia leggere da un lettore disattento che non fa caso ai dettagli: ogni dettaglio è importante, ogni frase ha un rimando, la trama si svela poco alla volta. Il tutto senza mai scadere nell'eccesso: spesso gli autori nel tentativo di stupire lo spettatore o complicare l'intreccio commettono forzature, scivoloni, incoerenze, ma non qui. I colpi di scena sono giustificati e spiegati e si incastrano bene in una storia pianificata con cura e attenzione. I personaggi sono tutti irrinunciabili, caratterizzati e importanti, non ci sono comparse. Anzi i personaggi sono forse il nocciolo e la forza motrice di questo manga. "Pandora Hearts" per certi versi è una grande storia d'amore, amore per un amico, un fratello, per una persona più piccola da proteggere, per un'innamorato, e soprattutto per se stessi. Tutti vittime di un egoismo passionale, spesso alla ricerca di una propria identità, riescono a riconoscere se stessi solo mettendosi in rapporto con l'altro. I personaggi vivono relazioni forti e intense che li portano a stravolgere tutto ciò che li circonda per persone che amano e non sopportano di perdere. Amori che spesso sfociano nella distruzione e nell'autodistruzione. Non ci sono personaggi completamente virtuosi o completamente corrotti, ogni sorriso nasconde un sentimento cupo, ogni orrore commesso nasconde un desiderio disperato. In un qualche senso non esistono buoni e cattivi, solo desideri e obiettivi diversi. Non bisogna commettere l'errore di etichettare qualcuno, perché tutti hanno molto di più da raccontare.
E nonostante la passionalità, l'intensità e i ritmi scanditi, Pandora Hearts riesce sempre a mantenere il suo equilibrio: tanti personaggi ma tutti caratterizzati bene e mai di troppo, tanti poteri ma sempre spiegati e perfettamente realistici e misurati nel loro contesto; le regole vengono stabilite e non vengono infrante, non ci sono contraddizioni. Il tutto culmina in una sorta di struttura circolare: il finale non cerca lo stupore e la sensazionalità a tutti i costi, ma è il ristabilimento dell'ordine, lo scioglimento di tutti i nodi, la conclusione naturale e razionale della storia, l'ultima pennellata di un quadro complesso dalle mille sfumature e movimenti ma dalla straordinaria armonia.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
L'unico neo nel finale e' l'assenza di una spiegazione al ritorno di Oz e Alice da Abyss: un paio di pagine che fornissero qualche dettaglio in più sul perché e sul come non avrebbero guastato. O in alternativa si sarebbe potuto eliminare il loro ritorno optando per un finale ancora più malinconico.