Recensione
Maria Holic
7.5/10
“Maria Holic” può essere classificato come commedia scolastica e, se proprio vogliamo aggiungerlo, sentimentale, gender bender, shoujo-ai. Ma non bisogna pensare ai classici schemi, magari già visti in precedenza. “Maria Holic” li distrugge tutti, un pezzo alla volta, creando un’opera irriverente, dissacrante e assolutamente divertente.
Un anime del 2009, composto da dodici episodi, e realizzato dalla mitica Shaft, che già ha dimostrato di saper creare opere originali e poco ortodosse, ma comunque di facile presa e comprensione (più o meno).
La storia incomincia nel più classico dei modi, o meglio, quello subito dopo l’ancora più classico “c’era una volta”. La voce narrante, che è quella interiore della protagonista Kanako, presenta sé stessa e la situazione in cui si trova. Lei, giovane ragazza del secondo anno delle superiori, sceglie di iscriversi in un prestigioso istituto privato cattolico per seguire le orme dei genitori, ovvero trovare la propria anima gemella.
Bisogna però precisare che, in un istituto femminile, è molto difficile trovare un buon ragazzo (il padre di Kanako era un professore), a meno che, come la ragazza in questione, le proprie preferenze siano di tutt’altro genere. Kanako, a causa di alcune brutte esperienze infantili, è diventata allergica agli uomini, optando così per ricercare l’amore tanto atteso in un pubblico prettamente femminile. Entra titubante nel maestoso giardino della scuola e subito ha il piacere di incontrare la bella e graziosa Maria, di un anno più giovane di lei. E’ amore a prima vista: i modi graziosi ed eleganti, il suo fascino sensuale e puro... un vero e proprio angelo sceso in terra. Peccato che sia tutta una finzione, e non solo negli atteggiamenti. Maria è un uomo!
Come cambierà la vita di Kanako in seguito a questa scoperta? A voi il piacere di scoprirlo.
L’anime cammina sulla soglia del demenziale, senza però cadervi mai appieno. Un umorismo fine e affilato come la lama di un rasoio, che colpisce nel segno fin da subito. Tutti i personaggi, almeno all’inizio, paiono rientrare in canoni ben stabiliti e anche piuttosto monotoni. Ma ecco che, in un secondo momento, viene rivelata la loro vera identità, qualche caratteristica particolare che li rende ridicoli e ovviamente esilaranti.
Kanako è una ragazza, ma per certi versi non si distacca molto dallo stile dei classici protagonisti di anime harem. Il gioco è proprio questo, una ragazza che vuole trovare la propria anima gemella e abbandonarsi a un amore yuri in una scuola rigidamente cattolica, e invece becca l’unico ragazzo travestito di tutta l’accademia. Una sorta di parodia, in cui i ruoli vengono ribaltati e dove la donna si comporta da uomo (Kanako ha un fisico molto mascolino: alta e spallata) e l’uomo da donna (Maria d’altra parte è esile, delicata e molto aggraziata). Un rapporto fin da subito impossibile, ma proprio per questo fattibile, che non gioca sul sentimentalismo, bensì sulla battuta facile e su scenette parossistiche.
La maggior parte dei personaggi viene introdotta subito nelle prime puntate, ma ci sono anche figure di secondo piano lanciate nel corso della serie per movimentare ancor di più la vicenda. Ognuno, però, presenta caratteristiche molto originali, che cambiano poco nel corso della serie, ma che riescono comunque a conquistare. In tal tipo di commedia non serve un’analisi psicologica chissà quanto approfondita, anzi, sarebbe d’impaccio.
Per essere un anime del 2009, la grafica è molto moderna, ma, d’altro canto, si sa che la Shaft utilizza sempre tecniche all’avanguardia (quasi futuristiche). Una regia semplice e lineare, che mantiene alta la tensione, senza perdere il filo del discorso.
I colori pacati (ma non brillanti) rendono il tono generale molto leggero, arricchito anche da una colonna sonora “ad hoc”, capace di assecondare nel migliore dei modi i vari accadimenti. L’opening, in particolare, è una piccola perla in questa collana luccicante. Coinvolge subito lo spettatore, lo fa entrare nel clima giusto e lo prepara alla visione.
Il finale è aperto, ma è giusto che sia così. La storia continua e nel 2011 è già stata realizzata una seconda stagione. A conti fatti non si è raggiunto poi molto, Kanako è ancora lì, giusto un passettino avanti rispetto a quando era entrata nell’istituto. Sono trascorsi solamente due mesi dal suo esordio e ci sono ancora molte cose da dire, nonché momenti divertenti da vivere.
“Maria Holic” è un’opera strana, che si apprezza senza saperne veramente il motivo. Saranno le animazioni Shaft, la storia, i personaggi o chissà cosa... Fatto sta che rimane nei cuori e non vuole andarsene via.
Voto finale: 7 e mezzo
Un anime del 2009, composto da dodici episodi, e realizzato dalla mitica Shaft, che già ha dimostrato di saper creare opere originali e poco ortodosse, ma comunque di facile presa e comprensione (più o meno).
La storia incomincia nel più classico dei modi, o meglio, quello subito dopo l’ancora più classico “c’era una volta”. La voce narrante, che è quella interiore della protagonista Kanako, presenta sé stessa e la situazione in cui si trova. Lei, giovane ragazza del secondo anno delle superiori, sceglie di iscriversi in un prestigioso istituto privato cattolico per seguire le orme dei genitori, ovvero trovare la propria anima gemella.
Bisogna però precisare che, in un istituto femminile, è molto difficile trovare un buon ragazzo (il padre di Kanako era un professore), a meno che, come la ragazza in questione, le proprie preferenze siano di tutt’altro genere. Kanako, a causa di alcune brutte esperienze infantili, è diventata allergica agli uomini, optando così per ricercare l’amore tanto atteso in un pubblico prettamente femminile. Entra titubante nel maestoso giardino della scuola e subito ha il piacere di incontrare la bella e graziosa Maria, di un anno più giovane di lei. E’ amore a prima vista: i modi graziosi ed eleganti, il suo fascino sensuale e puro... un vero e proprio angelo sceso in terra. Peccato che sia tutta una finzione, e non solo negli atteggiamenti. Maria è un uomo!
Come cambierà la vita di Kanako in seguito a questa scoperta? A voi il piacere di scoprirlo.
L’anime cammina sulla soglia del demenziale, senza però cadervi mai appieno. Un umorismo fine e affilato come la lama di un rasoio, che colpisce nel segno fin da subito. Tutti i personaggi, almeno all’inizio, paiono rientrare in canoni ben stabiliti e anche piuttosto monotoni. Ma ecco che, in un secondo momento, viene rivelata la loro vera identità, qualche caratteristica particolare che li rende ridicoli e ovviamente esilaranti.
Kanako è una ragazza, ma per certi versi non si distacca molto dallo stile dei classici protagonisti di anime harem. Il gioco è proprio questo, una ragazza che vuole trovare la propria anima gemella e abbandonarsi a un amore yuri in una scuola rigidamente cattolica, e invece becca l’unico ragazzo travestito di tutta l’accademia. Una sorta di parodia, in cui i ruoli vengono ribaltati e dove la donna si comporta da uomo (Kanako ha un fisico molto mascolino: alta e spallata) e l’uomo da donna (Maria d’altra parte è esile, delicata e molto aggraziata). Un rapporto fin da subito impossibile, ma proprio per questo fattibile, che non gioca sul sentimentalismo, bensì sulla battuta facile e su scenette parossistiche.
La maggior parte dei personaggi viene introdotta subito nelle prime puntate, ma ci sono anche figure di secondo piano lanciate nel corso della serie per movimentare ancor di più la vicenda. Ognuno, però, presenta caratteristiche molto originali, che cambiano poco nel corso della serie, ma che riescono comunque a conquistare. In tal tipo di commedia non serve un’analisi psicologica chissà quanto approfondita, anzi, sarebbe d’impaccio.
Per essere un anime del 2009, la grafica è molto moderna, ma, d’altro canto, si sa che la Shaft utilizza sempre tecniche all’avanguardia (quasi futuristiche). Una regia semplice e lineare, che mantiene alta la tensione, senza perdere il filo del discorso.
I colori pacati (ma non brillanti) rendono il tono generale molto leggero, arricchito anche da una colonna sonora “ad hoc”, capace di assecondare nel migliore dei modi i vari accadimenti. L’opening, in particolare, è una piccola perla in questa collana luccicante. Coinvolge subito lo spettatore, lo fa entrare nel clima giusto e lo prepara alla visione.
Il finale è aperto, ma è giusto che sia così. La storia continua e nel 2011 è già stata realizzata una seconda stagione. A conti fatti non si è raggiunto poi molto, Kanako è ancora lì, giusto un passettino avanti rispetto a quando era entrata nell’istituto. Sono trascorsi solamente due mesi dal suo esordio e ci sono ancora molte cose da dire, nonché momenti divertenti da vivere.
“Maria Holic” è un’opera strana, che si apprezza senza saperne veramente il motivo. Saranno le animazioni Shaft, la storia, i personaggi o chissà cosa... Fatto sta che rimane nei cuori e non vuole andarsene via.
Voto finale: 7 e mezzo