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E’ il primo anime che ho visto, per quanto riguarda la stagione primaverile 2016; andrò controtendenza, ma l’ho trovato veramente molto interessante: una serie di dodici episodi, classificabile nel genere soprannaturale e psicologico, che offre uno scorcio originale dell’anima di ognuno di noi.
Con questo non voglio affermare che sia un anime perfetto (affatto), ma, per qualche ragione, ne sono rimasto subito affascinato. Questione di gusti, entropia, amore a prima vista... Non saprei, fatto sta che me lo sono divorato quasi in un colpo solo. Lo stile è il mio preferito: un tantino misterioso e un tantino folle. Quel velo di mistero che non si solleva al di sopra della serie e giustifica, in piccola parte, quei buchi narrativi riscontrabili nelle varie puntate.

“Volete cambiare vita? Ricominciare tutto da capo? Allora unitevi al nostro tour!” Ecco lo slogan giusto per attirare un gruppo di giovani disadattati, che non hanno saputo trovare il loro posto in questo mondo e cercano di ricostruirsi una vita in uno strano paese misterioso (completamente sconosciuto alle forze dell’ordine) chiamato Nanakimura.
Un unico pullman, che accoglie all’incirca una trentina di persone, tutte piuttosto giovani e con caratteristiche alquanto differenti. Allegre e spensierate si dirigono, nel bel mezzo di una notte senza stelle, in un posto che, già all’esordio, sa di mistero. Un’atmosfera paranormale, che mette i brividi e disorienta lo spettatore. Usano nomi inventati e sembrano del tutto intenzionati a cancellare il loro passato.
Ma ce la faranno? Troveranno Nanakimura? Certo! (Altrimenti non esisterebbe questa storia) Ma il vero quesito è: “Cosa troveranno all’interno di questo paese misterioso?”

Come già detto in precedenza, già dall’inizio non ho potuto che esaltarmi per le atmosfere proposte. Ecco ciò che piace a me! Una storia che inizia a metà, nel bel mezzo di una strada sconosciuta, su un pullman pieno di gente sconosciuta e diretti verso una destinazione sconosciuta. Tanti sorrisi e toni rilassati, per un gruppo di persone che paiono andare in gita scolastica. Ma sarà vero?
Il numero dei protagonisti è alquanto numeroso, anche se, fin da subito, si può notare già come, tra tutti, spiccherà quasi sicuramente la figura di Mitsumune. Un ragazzo timido, ma gentile, che pare essere il ritratto della bontà e della gentilezza, ma che, inevitabilmente, deve anche nascondere un passato non proprio splendente.
A essere onesti non mi ha colpito tanto lui (o gli altri personaggi proposti), quanto piuttosto il contesto generale. Di fatto, l’alto numero di partecipanti al tour ha impedito un approfondimento caratteriale particolareggiato (con l’unica eccezione del protagonista assoluto e di alcuni personaggi secondari), e dunque ecco che si punta su una riflessione d’insieme, che va avanti con il passare delle puntate, indisturbata e quasi indifferente, per scoppiare solamente negli episodi finali.
Tuttavia, come già affermato precedentemente, “Mayoiga” è comunque ben lontano dall’essere un capolavoro. Innanzitutto la trama mostra piccoli buchi, che ne rovinano scorrevolezza e fluidità. In parte possono essere giustificati dal clima generale di mistero, ma solamente in piccola dose. In secondo luogo, avrei gradito uno sviluppo maggiore per quanto riguarda le relazioni tra i vari protagonisti, che, a conti fatti, rimangono alquanto statiche (salvo le solite eccezioni). Il tempo scarseggia e dodici puntate sono effettivamente poche per poter occuparsi di tutto e tutti; si è stati costretti ad attuare un sacrificio non del tutto giustificabile.

La grafica, invece, è molto bella. I toni cupi sanno ben destreggiarsi con le atmosfere più rilassate e luminose. Molto bello il design dei vari protagonisti, che non cade nella ripetitività, nonostante il gran numero di partecipanti. E su questi ultimi, non posso che esprimere il mio rammarico per non aver avuto la possibilità di vederli più da vicino. Le impostazioni di base c’erano, ma il tempo no...
Intriganti e coinvolgenti le musiche, ben curato il doppiaggio e discreta la regia, che a conti fatti riesce a rendere ogni puntata sempre avvincente e coinvolgente, con finali a sorpresa, capaci di attirare lo spettatore.

Ma, se dovessi dire cosa mi ha colpito veramente, credo sia circoscrivibile alla questione dei “mostri”. Non voglio fare spoiler e, dunque, sconsiglio di proseguire a tutti coloro che amano il brivido della sorpresa. I “mostri”, come si può capire quasi subito, non sono altro che la conformazione del passato e delle paure di ogni persona. Non possono essere affrontati e, forse, non bisogna nemmeno farlo. E allora cosa è Nanakimura? Un luogo dove poter ricominciare per cercare un nuovo sé stesso o semplicemente un punto di restauro per ritrovare ciò che si è stati? Una domanda che sussiste fino alla fine ed è avvallata da un finale enigmatico, volutamente aperto, che non offre risposta.
“Mayoiga”, per certi versi, si è mostrato più cinico e spietato del previsto. Le sofferenze vissute lasciano cicatrici indelebili, che non è così facile coprire o dimenticare. E, se in molti anime la forza dell’amore e dell’amicizia riesce spesso a sortire questo effetto... qui non succede, o comunque non del tutto. Dimenticare il passato vuol dire rinnegare sé stessi, nel bene e nel male.
E, per tutto ciò, non posso che apprezzare tale serie.

Voto finale: 8 più