Recensione
ReLIFE
9.5/10
Ammesso all'università dopo due esami falliti. Una volta diplomatosi, riesce ad entrare in un'azienda. Dopo tre mesi, si licenzia.
Questo fatto macchierà pesantemente il curriculum di Arata Kaizaki, che si vedrà respingere poi ad ogni colloquio di lavoro. Ora Arata ha ventisette anni, è un mezzo NEET che vive di part-time. Dopo una bevuta con gli amici, la chiamata dalla madre per troncare il sostegno economico manda Arata in esasperazione, e qui gli si presenta davanti un individuo sospetto. Costui si presenta come Yoake Ryo, assistente del Laboratorio ReLife, e invita Arata a un esperimento in cambio di eventuali offerte di lavoro future. L'esperimento consiste nel far ringiovanire l'aspetto del candidato, perché possa rivivere una seconda volta il percorso liceale, rivivere un periodo della vita tanto spensierato quanto delicato e pieno di pressione, con lo scopo di stimolarlo a cambiare sé stesso, per riuscire a reintegrarsi nella società una volta giunto al termine dell'esperimento stesso... ecco cos'è "ReLife". Allietato dalle offerte di lavoro e dal fatto che verrà mantenuto economicamente del tutto dal laboratorio per un anno intero, Arata accetta l'invito e prende la medicina rinvigorente sotto sbronza. La mattina seguente, il protagonista si ritrova con sorpresa più giovane e, rendendosi conto di quello che fatto, non ha altra scelta che partecipare a fondo al ReLife.
Il ritorno a scuola si può dire che sia un po' traumatico per Arata, non più abituato ai suoi ritmi e orari e allo studio; infatti è talmente attento, che neanche s'è preoccupato del materiale scolastico, ritrovandosi senza matita e gomma il primo giorno di scuola durante il terribile test a sorpresa. Ciononostante, grazie al suo carattere solare, riesce a stringere amicizia quasi subito con i suoi compagni di banco, e questo si può dire che sia l'unica cosa a suo favore, poiché in quasi tutte le materie scolastiche fa abbastanza schifo, educazione fisica compresa, perché il corpo rimane comunque quello di un ventisettenne.
Attraverso questa riabilitazione, attraverso la visione di una serie apparentemente calma e semplice, assistiamo a un secondo ultimo anno di liceo del protagonista che, giorno dopo giorno, riabituandosi pian piano alla vita liceale, porterà a una serie di riflessioni più o meno rilevanti. Trovo che questo sia stato il punto di forza di "ReLife". Per quanto sia assurda l'idea di tornare giovani e vivere una seconda volta il liceo, il fatto che il tutto sia visto dall'occhio di un adulto, che la scuola l'ha salutata da anni, ha reso il tutto più interessante e fresco, o meglio, probabilmente, coinvolge di più lo spettatore che da scuola è uscito già da tempo proprio come il protagonista. Ritrovarsi di colpo in mezzo a gente che ha una decina di anni di età in meno non è facile, è inevitabile guardarli come ancora bambini, quando a quella stessa età ci si sentiva già grandi abbastanza; l'ho provato anch'io sulla mia pelle per un paio d'anni, non con persone con dieci anni in meno, ma siamo vicini...
Tra situazioni comiche, imbarazzanti e serie, "ReLife" ha toccato molti temi più o meno trattati negli slice of life scolastici, sottolineando un'altra volta la loro importanza. Uno degli eventi saltati maggiormente in rilievo è stato per esempio il litigio tra Kariu e Honoka. La prima tra l'altro è stata un personaggio piuttosto approfondito nei suoi pregi e difetti, con le diverse crisi che ha avuto sia nello studio che nello sport e pure nell'amore, è comprensibile che possa risultare un personaggio odioso, visto che ha tentato anche di giocare sporco, ma alla fine non si può biasimarla più di tanto, chiunque penso che arriverebbe a conclusioni non troppo distanti dalle sue.
Oltre all'aspetto scolastico, "ReLife" ripropone anche la rigida realtà della società giapponese, dove bisogna agire per il gruppo e mantenere l'armonia dello stesso anche a costo di sacrificarsi; infatti questo è stato il punto focale della storia e l'inizio della fine per Arata che, non riuscendo a digerire tutto ciò, ha agito di testa propria, dando voce alle proprie idee, e i risultati si sono visti, creandosi pure un trauma che è riuscito in parte a superare, ma che gli rimane ancora addosso come una profonda cicatrice.
La prima serie di tredici episodi ci ha intrattenuto fino alla fine del primo trimestre con un buonissimo comparto sia tecnico che grafico e sonoro, regalandoci un finale rallegrato dal matsuri e dallo spettacolo dei fuochi d'artificio, dove qualcuno ha pure finalmente coronato il proprio sogno romantico. Gran parte del manga è stato traposto, almeno fino dove anime e manga coincidono come storia, ma spero che con il passare del tempo, con l'accumulo di materiale necessario, possano decidere di darci una seconda stagione. Voglio sapere di più sugli altri personaggi oltre a Arata e Kariu!
Questo fatto macchierà pesantemente il curriculum di Arata Kaizaki, che si vedrà respingere poi ad ogni colloquio di lavoro. Ora Arata ha ventisette anni, è un mezzo NEET che vive di part-time. Dopo una bevuta con gli amici, la chiamata dalla madre per troncare il sostegno economico manda Arata in esasperazione, e qui gli si presenta davanti un individuo sospetto. Costui si presenta come Yoake Ryo, assistente del Laboratorio ReLife, e invita Arata a un esperimento in cambio di eventuali offerte di lavoro future. L'esperimento consiste nel far ringiovanire l'aspetto del candidato, perché possa rivivere una seconda volta il percorso liceale, rivivere un periodo della vita tanto spensierato quanto delicato e pieno di pressione, con lo scopo di stimolarlo a cambiare sé stesso, per riuscire a reintegrarsi nella società una volta giunto al termine dell'esperimento stesso... ecco cos'è "ReLife". Allietato dalle offerte di lavoro e dal fatto che verrà mantenuto economicamente del tutto dal laboratorio per un anno intero, Arata accetta l'invito e prende la medicina rinvigorente sotto sbronza. La mattina seguente, il protagonista si ritrova con sorpresa più giovane e, rendendosi conto di quello che fatto, non ha altra scelta che partecipare a fondo al ReLife.
Il ritorno a scuola si può dire che sia un po' traumatico per Arata, non più abituato ai suoi ritmi e orari e allo studio; infatti è talmente attento, che neanche s'è preoccupato del materiale scolastico, ritrovandosi senza matita e gomma il primo giorno di scuola durante il terribile test a sorpresa. Ciononostante, grazie al suo carattere solare, riesce a stringere amicizia quasi subito con i suoi compagni di banco, e questo si può dire che sia l'unica cosa a suo favore, poiché in quasi tutte le materie scolastiche fa abbastanza schifo, educazione fisica compresa, perché il corpo rimane comunque quello di un ventisettenne.
Attraverso questa riabilitazione, attraverso la visione di una serie apparentemente calma e semplice, assistiamo a un secondo ultimo anno di liceo del protagonista che, giorno dopo giorno, riabituandosi pian piano alla vita liceale, porterà a una serie di riflessioni più o meno rilevanti. Trovo che questo sia stato il punto di forza di "ReLife". Per quanto sia assurda l'idea di tornare giovani e vivere una seconda volta il liceo, il fatto che il tutto sia visto dall'occhio di un adulto, che la scuola l'ha salutata da anni, ha reso il tutto più interessante e fresco, o meglio, probabilmente, coinvolge di più lo spettatore che da scuola è uscito già da tempo proprio come il protagonista. Ritrovarsi di colpo in mezzo a gente che ha una decina di anni di età in meno non è facile, è inevitabile guardarli come ancora bambini, quando a quella stessa età ci si sentiva già grandi abbastanza; l'ho provato anch'io sulla mia pelle per un paio d'anni, non con persone con dieci anni in meno, ma siamo vicini...
Tra situazioni comiche, imbarazzanti e serie, "ReLife" ha toccato molti temi più o meno trattati negli slice of life scolastici, sottolineando un'altra volta la loro importanza. Uno degli eventi saltati maggiormente in rilievo è stato per esempio il litigio tra Kariu e Honoka. La prima tra l'altro è stata un personaggio piuttosto approfondito nei suoi pregi e difetti, con le diverse crisi che ha avuto sia nello studio che nello sport e pure nell'amore, è comprensibile che possa risultare un personaggio odioso, visto che ha tentato anche di giocare sporco, ma alla fine non si può biasimarla più di tanto, chiunque penso che arriverebbe a conclusioni non troppo distanti dalle sue.
Oltre all'aspetto scolastico, "ReLife" ripropone anche la rigida realtà della società giapponese, dove bisogna agire per il gruppo e mantenere l'armonia dello stesso anche a costo di sacrificarsi; infatti questo è stato il punto focale della storia e l'inizio della fine per Arata che, non riuscendo a digerire tutto ciò, ha agito di testa propria, dando voce alle proprie idee, e i risultati si sono visti, creandosi pure un trauma che è riuscito in parte a superare, ma che gli rimane ancora addosso come una profonda cicatrice.
La prima serie di tredici episodi ci ha intrattenuto fino alla fine del primo trimestre con un buonissimo comparto sia tecnico che grafico e sonoro, regalandoci un finale rallegrato dal matsuri e dallo spettacolo dei fuochi d'artificio, dove qualcuno ha pure finalmente coronato il proprio sogno romantico. Gran parte del manga è stato traposto, almeno fino dove anime e manga coincidono come storia, ma spero che con il passare del tempo, con l'accumulo di materiale necessario, possano decidere di darci una seconda stagione. Voglio sapere di più sugli altri personaggi oltre a Arata e Kariu!