Recensione
Initial D 2nd Stage
8.0/10
Recensione di Andrea8877
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"Initial D 2nd Stage" è appunto la seconda parte della serie anime "Initial D" e prosegue poco tempo dopo la conclusione della prima serie.
Takumi Fujiwara, a bordo della Toyota Sprinter Trueno, è ormai un pilota affermato, talmente bravo nel suo percorso di casa che nessun'altro pilota e con nessuna altra auto è riuscito a sconfiggerlo.
Ma presto una nuova minaccia verrà ad alterare la tranquillità dei nostri protagonisti: un team proveniente da un'altra prefettura, il team Emperor, ovvero un gruppo di esperti piloti armati di Lancer Evo, vuole sfidare e battere tutti i team e il loro leader, Kyoichi Sudo, sembra avere un conto in sospeso con Ryosuke Takahashi, reo di averlo sconfitto anni prima, ed è intenzionato a vendicarsi, avendo migliorato auto e tecnica di guida. Ed anche la vita sentimentale di Takumi verrà sconvolta venendo a conoscenza di un terribile segreto che mai avrebbe potuto immaginare...
Nonostante i soli tredici episodi, questa serie la reputo la più importante nell'arco narrativo dell'intero anime, perché abbiamo la maturazione del protagonista, maturazione che non può più tralasciare se vuole diventare via via più veloce. Maturazione che non solo lo andrà a colpire nel suo lato agonistico ma anche sentimentale; infatti, questa serie la ritengo la più cupa e matura dell'intera opera di Shigeno. L'attenzione quindi si focalizza molto sulle componenti meccaniche dell'auto e non solo sulle tecniche e Takumi piano piano comincerà a rendersi conto delle sue lacune e di cosa serve per superare i propri limiti.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo in generale un buon miglioramento sia dei disegni sia della CG, soprattutto quest'ultima rende le auto meno plasticose della prima serie e leggermente più realistiche, adirittura con inquadrature sul motore, andando ad enfatizzare uno dei temi più importanti di questa serie. Nulla da dire sulla colonna sonora, semplicemente ottima, con musiche eurobeat che enfatizzano al meglio le gare, rendendole sempre avvincenti ed appassionati.
In definitiva, se avete amato la prima serie, recuperatelo assolutamente: nonostante sia breve, riesce comunque ad essere molto intenso e, per chi vuole cominciare a seguire "Initial D", prima guardate la prima serie sia per motivi narrativi ma anche per apprezzare i miglioramenti tecnici che vengono apportati.
Takumi Fujiwara, a bordo della Toyota Sprinter Trueno, è ormai un pilota affermato, talmente bravo nel suo percorso di casa che nessun'altro pilota e con nessuna altra auto è riuscito a sconfiggerlo.
Ma presto una nuova minaccia verrà ad alterare la tranquillità dei nostri protagonisti: un team proveniente da un'altra prefettura, il team Emperor, ovvero un gruppo di esperti piloti armati di Lancer Evo, vuole sfidare e battere tutti i team e il loro leader, Kyoichi Sudo, sembra avere un conto in sospeso con Ryosuke Takahashi, reo di averlo sconfitto anni prima, ed è intenzionato a vendicarsi, avendo migliorato auto e tecnica di guida. Ed anche la vita sentimentale di Takumi verrà sconvolta venendo a conoscenza di un terribile segreto che mai avrebbe potuto immaginare...
Nonostante i soli tredici episodi, questa serie la reputo la più importante nell'arco narrativo dell'intero anime, perché abbiamo la maturazione del protagonista, maturazione che non può più tralasciare se vuole diventare via via più veloce. Maturazione che non solo lo andrà a colpire nel suo lato agonistico ma anche sentimentale; infatti, questa serie la ritengo la più cupa e matura dell'intera opera di Shigeno. L'attenzione quindi si focalizza molto sulle componenti meccaniche dell'auto e non solo sulle tecniche e Takumi piano piano comincerà a rendersi conto delle sue lacune e di cosa serve per superare i propri limiti.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo in generale un buon miglioramento sia dei disegni sia della CG, soprattutto quest'ultima rende le auto meno plasticose della prima serie e leggermente più realistiche, adirittura con inquadrature sul motore, andando ad enfatizzare uno dei temi più importanti di questa serie. Nulla da dire sulla colonna sonora, semplicemente ottima, con musiche eurobeat che enfatizzano al meglio le gare, rendendole sempre avvincenti ed appassionati.
In definitiva, se avete amato la prima serie, recuperatelo assolutamente: nonostante sia breve, riesce comunque ad essere molto intenso e, per chi vuole cominciare a seguire "Initial D", prima guardate la prima serie sia per motivi narrativi ma anche per apprezzare i miglioramenti tecnici che vengono apportati.