Recensione
Berserk
7.0/10
Quando venne annunciata la produzione di questa nuova serie di Berserk, salirono subito alle stelle le speranze/aspettative visto che questa avrebbe finalmente animato le vicende successive all'eclissi (note solo a chi aveva letto il manga originale di Kentaro Miura) e che vedevano Gatsu, incazzato come una biscia, pronto finalmente a brandire la sua fida ammazzadraghi.
L’antefatto ormai lo conoscono tutti (e se non lo conoscete, considerate spolier il seguente paragrafo), e con Berserk 2016 ritroviamo un protagonista cambiato, un essere tormentato che ha perso praticamente tutto, che ha visto trucidare orrendamente tutti i suo amici, e stuprare la sua amata dalla persona che più ammirava.
Il "guerriero nero" ora è un marchiato, sopravvissuto per miracolo alla mattanza, erra alla ricerca di vendetta, facendo fronte a orrori inimmaginabili mentre è alla ricerca del suo ex amico: Griffith, che non ha esitato a tradire ed offrire in sacrificio tutti coloro che lo circondavano, pur di soddisfare la sua sete di potere.
Questo arco narrativo rappresenta un passaggio cruciale per vari motivi. Innanzitutto dal punto di vista dell’approfondimento psicologico del protagonista. Gatsu infatti deve fare i conti con sé stesso, capire cosa sia più importante: se continuare a farsi consumare dal suo demone interiore mettendo a repentaglio ogni cosa gli sia rimasta; oppure lasciare da parte i propositi di vendetta e proteggere Caska, ora più indifesa che mai. In ciò è importante la figura del Cavaliere del teschio, che compare sempre nei momenti più importanti per fare da guida spirituale al nostro protagonista, cui è accomunato da intenti e un passato apparentemente simili.
Inoltre vengono gettate le basi per una presa di coscienza di Gatsu: i nuovi incontri, ed una nuova comitiva che verrà pian piano formandosi, come ai tempi della squadra dei falchi, lo porteranno a riavvicinarsi al suo lato umano, allontanandolo da quello demoniaco, che è sempre lì pronto a fagocitarlo.
Infine quest’arco narrativo è importante perché culmina nella rinascita di Griffith, che ricompare sul piano materiale per tornare a perseguire le sue mire come Falco Bianco.
Con tali premesse, dunque, le aspettative per questa trasposizione animata erano ovviamente alte.
Specifico da subito che il sottoscritto non è partito prevenuto per la questione della grafica computerizzata, e capisco anche che non ci si potesse aspettare il livello qualitativo della trilogia cinematografica (che comunque fece discutere all'epoca). Però il bello di vedere trasposta in versione animata la storia di un manga è, appunto, vederla... animata. E se invece le animazioni sono queste, se i personaggi si muovono a scatti come delle marionette e, soprattutto, sembrano proprio delle marionette, allora qualcosa è andato decisamente storto.
È comprensibile voler ricorrere a nuove soluzioni per abbattere magari i costi di produzione, ma credo sia lapalissiano che vi siano frangenti in cui la CGI proprio non va. Può andar bene per animare scheletri, spiriti e mostriciattoli vari (in un certo senso evidenzia il loro essere qualcosa di “estraneo” ed inconsueto), o per armature ed armi. Il discorso cambia però se vogliamo guardare la resa espressiva dei personaggi, a volte davvero imbarazzante. E quel fitto tratteggio onnipresente, volto forse a simulare lo stile di disegno del manga e nascondere la freddezza del digitale, risulta solo disturbante.
Certo, a volte si mette una toppa, ricorrendo occasionalmente all'animazione tradizionale, ma il problema di base non scompare. Il voler poi mascherare tali difetti con inquadrature coraggiose o carrellate particolarmente ampie e/o movimentate, spesso non fa che evidenziare le lacune registiche.
Altro punto dolente è la sceneggiatura, che si concede grosse licenze rimaneggiando o saltando del tutto interi passaggi (che fine ha fatto la la bellissima saga dei bambini perduti?) o addirittura inventandosi del tutto un’altra vicenda che ha fatto solo discutere. Un guazzabuglio insomma.
Eppure, a un certo punto della serie, è successo qualcosa.
Qualcuno ha capito che bastava poco per sfornare un prodotto quantomeno decente. Qualcuno, folgorato sulla via di Damasco, avrà alzato la manina in qualche riunione dello staff, e avrà detto: "Ragazzi, ho avuto un'idea geniale! Mi son ricordato che c'è già uno "storiboard" bello e pronto da seguire". Infatti da anni esiste il manga di Miura...
Ed ecco che questa serie diventa magicamente apprezzabile.
Infatti quando la regia si limita a seguire pedissequamente la sceneggiatura già esistente del manga originale, il compitino viene svolto discretamente e si comincia a sentire il vero sapore di Berserk, con quella storia così potente che riesce a reggere da sola tutto. Nonostante tutto.
Anche le musiche hanno alti e bassi: l’opening è dozzinale e fuori tema, mentre l’ending è melensa e scialba. Fortunatamente a un certo punto fanno capolino alcune sonorità che galvanizzeranno chi in passato ha già apprezzato il lavoro di Susumu Hirasawa, e che sottolineeranno infatti tutti i momenti più epici della narrazione
In conclusione, come giudicare questo "nuovo corso" animato di Berserk? Davvero è ignobile e grottesco come si dice?
La risposta è che se vi aspettavate una trasposizione animata all’altezza del manga originale, che vi facesse provare la stessa angoscia, rabbia, orrore e raccapriccio, potete pure mettervi l’anima in pace: tale scopo viene solo lambito in rari casi. Fate prima a rileggervi il manga (ed in effetti questo sarebbe il momento perfetto per una riedizione in Italia).
E sarebbe troppo facile prendersela con la CGI, responsabile solo in parte delle lacune di questa serie che in verità ha un mare di alti e bassi; che a volte riesce a proporre un contenuto fedele allo spirito della storia originale, ed altre la banalizza.
Ma devo anche a ammettere che, da amante di Berserk, non ho potuto fare a meno di gasarmi ogni volta che Gatsu sfoderava la sua ammazzadraghi, e provare una gioia orgasmica al sentirne il suo “dong” metallico mentre veniva mulinata a destra e a manca, affettando inesorabilmente tutto nei paraggi, magari con l’accompagnamento musicale di un brano di Susumu Hirasawa.
La dimostrazione di tale involontario apprezzamento è che, in tutta sincerità, l’annuncio di una nuova stagione che tratterà tutta la parte fantasy con "la compagnia dell’anello" e l’armatura del berserker, mi ha fatto sentire... confuso e felice. Staremo a vedere.
Nel frattempo ci potremo forse consolare con il videogame in uscita.
L’antefatto ormai lo conoscono tutti (e se non lo conoscete, considerate spolier il seguente paragrafo), e con Berserk 2016 ritroviamo un protagonista cambiato, un essere tormentato che ha perso praticamente tutto, che ha visto trucidare orrendamente tutti i suo amici, e stuprare la sua amata dalla persona che più ammirava.
Il "guerriero nero" ora è un marchiato, sopravvissuto per miracolo alla mattanza, erra alla ricerca di vendetta, facendo fronte a orrori inimmaginabili mentre è alla ricerca del suo ex amico: Griffith, che non ha esitato a tradire ed offrire in sacrificio tutti coloro che lo circondavano, pur di soddisfare la sua sete di potere.
Questo arco narrativo rappresenta un passaggio cruciale per vari motivi. Innanzitutto dal punto di vista dell’approfondimento psicologico del protagonista. Gatsu infatti deve fare i conti con sé stesso, capire cosa sia più importante: se continuare a farsi consumare dal suo demone interiore mettendo a repentaglio ogni cosa gli sia rimasta; oppure lasciare da parte i propositi di vendetta e proteggere Caska, ora più indifesa che mai. In ciò è importante la figura del Cavaliere del teschio, che compare sempre nei momenti più importanti per fare da guida spirituale al nostro protagonista, cui è accomunato da intenti e un passato apparentemente simili.
Inoltre vengono gettate le basi per una presa di coscienza di Gatsu: i nuovi incontri, ed una nuova comitiva che verrà pian piano formandosi, come ai tempi della squadra dei falchi, lo porteranno a riavvicinarsi al suo lato umano, allontanandolo da quello demoniaco, che è sempre lì pronto a fagocitarlo.
Infine quest’arco narrativo è importante perché culmina nella rinascita di Griffith, che ricompare sul piano materiale per tornare a perseguire le sue mire come Falco Bianco.
Con tali premesse, dunque, le aspettative per questa trasposizione animata erano ovviamente alte.
Specifico da subito che il sottoscritto non è partito prevenuto per la questione della grafica computerizzata, e capisco anche che non ci si potesse aspettare il livello qualitativo della trilogia cinematografica (che comunque fece discutere all'epoca). Però il bello di vedere trasposta in versione animata la storia di un manga è, appunto, vederla... animata. E se invece le animazioni sono queste, se i personaggi si muovono a scatti come delle marionette e, soprattutto, sembrano proprio delle marionette, allora qualcosa è andato decisamente storto.
È comprensibile voler ricorrere a nuove soluzioni per abbattere magari i costi di produzione, ma credo sia lapalissiano che vi siano frangenti in cui la CGI proprio non va. Può andar bene per animare scheletri, spiriti e mostriciattoli vari (in un certo senso evidenzia il loro essere qualcosa di “estraneo” ed inconsueto), o per armature ed armi. Il discorso cambia però se vogliamo guardare la resa espressiva dei personaggi, a volte davvero imbarazzante. E quel fitto tratteggio onnipresente, volto forse a simulare lo stile di disegno del manga e nascondere la freddezza del digitale, risulta solo disturbante.
Certo, a volte si mette una toppa, ricorrendo occasionalmente all'animazione tradizionale, ma il problema di base non scompare. Il voler poi mascherare tali difetti con inquadrature coraggiose o carrellate particolarmente ampie e/o movimentate, spesso non fa che evidenziare le lacune registiche.
Altro punto dolente è la sceneggiatura, che si concede grosse licenze rimaneggiando o saltando del tutto interi passaggi (che fine ha fatto la la bellissima saga dei bambini perduti?) o addirittura inventandosi del tutto un’altra vicenda che ha fatto solo discutere. Un guazzabuglio insomma.
Eppure, a un certo punto della serie, è successo qualcosa.
Qualcuno ha capito che bastava poco per sfornare un prodotto quantomeno decente. Qualcuno, folgorato sulla via di Damasco, avrà alzato la manina in qualche riunione dello staff, e avrà detto: "Ragazzi, ho avuto un'idea geniale! Mi son ricordato che c'è già uno "storiboard" bello e pronto da seguire". Infatti da anni esiste il manga di Miura...
Ed ecco che questa serie diventa magicamente apprezzabile.
Infatti quando la regia si limita a seguire pedissequamente la sceneggiatura già esistente del manga originale, il compitino viene svolto discretamente e si comincia a sentire il vero sapore di Berserk, con quella storia così potente che riesce a reggere da sola tutto. Nonostante tutto.
Anche le musiche hanno alti e bassi: l’opening è dozzinale e fuori tema, mentre l’ending è melensa e scialba. Fortunatamente a un certo punto fanno capolino alcune sonorità che galvanizzeranno chi in passato ha già apprezzato il lavoro di Susumu Hirasawa, e che sottolineeranno infatti tutti i momenti più epici della narrazione
In conclusione, come giudicare questo "nuovo corso" animato di Berserk? Davvero è ignobile e grottesco come si dice?
La risposta è che se vi aspettavate una trasposizione animata all’altezza del manga originale, che vi facesse provare la stessa angoscia, rabbia, orrore e raccapriccio, potete pure mettervi l’anima in pace: tale scopo viene solo lambito in rari casi. Fate prima a rileggervi il manga (ed in effetti questo sarebbe il momento perfetto per una riedizione in Italia).
E sarebbe troppo facile prendersela con la CGI, responsabile solo in parte delle lacune di questa serie che in verità ha un mare di alti e bassi; che a volte riesce a proporre un contenuto fedele allo spirito della storia originale, ed altre la banalizza.
Ma devo anche a ammettere che, da amante di Berserk, non ho potuto fare a meno di gasarmi ogni volta che Gatsu sfoderava la sua ammazzadraghi, e provare una gioia orgasmica al sentirne il suo “dong” metallico mentre veniva mulinata a destra e a manca, affettando inesorabilmente tutto nei paraggi, magari con l’accompagnamento musicale di un brano di Susumu Hirasawa.
La dimostrazione di tale involontario apprezzamento è che, in tutta sincerità, l’annuncio di una nuova stagione che tratterà tutta la parte fantasy con "la compagnia dell’anello" e l’armatura del berserker, mi ha fatto sentire... confuso e felice. Staremo a vedere.
Nel frattempo ci potremo forse consolare con il videogame in uscita.