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“Re:ZERO Kara Hajimeru Isekai Seikatsu”, una delle serie più vociferate della stagione primaverile-estiva 2016, nonché quella più attesa dal sottoscritto. Ho aspettato mesi, prima di potermela vedere per intero, ed eccomi finalmente qui, a commentare un anime che, a mio avviso, merita i complimenti ricevuti. Una storia fantasy delle più “canoniche”, trattata però in modo nuovo e originale, ricca di mistero e avventura.
L’opera consta di venticinque puntate, in cui i vari protagonisti (e saranno numerosi) avranno modo di esprimersi nel migliore dei modi, mostrandoci tutta la loro psicologia interiore, per quanto tortuosa e complicata. Proprio per questa maggiore profondità introspettiva, sono rimasto impressionato da “Re:ZERO”. Un anime che non si è fermato alla classica storiella fantasy con annesse belle fanciulle, ma ha dimostrato una maturità ben maggiore del previsto.

La storia incomincia nel nostro mondo, un’ambientazione tipica con un protagonista altrettanto tipico: Subaru Natsuki. Non ci viene raccontato molto di lui, ma si può già capire dall’atteggiamento che, per il proprio futuro, ha ben poche ambizioni. Poi, quasi all’improvviso, si ritrova catapultato in un mondo fantasy, nel bel mezzo di una strada affollata da draghi, mezzi-umani e via dicendo. Un cambiamento repentino, che riempirà il nostro eroe di entusiasmo.
Ecco la svolta che attendeva da sempre! Ora chissà quale potere acquisirà, chissà cosa diventerà in questo nuovo mondo. Un cavaliere? Un principe? Ma l’attesa lo innervosisce e, a quanto pare, nessuna dolce fanciulla arriverà a prenderlo. Si ritrova così a camminare per le strade impolverate della capitale, senza un soldo in tasca o una casa dove alloggiare.
Che sia questo il futuro splendente che lo attende? Ma, forse, il destino ha riservato per lui progetti ben più grandi e inspiegabili.

E dunque iniziamo proprio da lui, Subaru. Un ragazzo comune, amante di anime e videogiochi, che si ritrova catapultato in un mondo nuovo e magico. All’inizio è euforico, poi, però, si accorge che non tutto è perfetto, anche lì. La sua iniziale sbruffoneria scemerà subito, per lasciar spazio ben presto a una fragilità interiore davvero commovente. In effetti possiede un potere davvero sorprendente, ma, per quanto magnifico, comporta grandi dolori. Una volta morto, può tornare indietro nel tempo e ricominciare tutto da capo.
Fantastico, no? Peccato che ogni volta deve affrontare nuovamente il dolore della morte e i drammi che ne comportano. Si ritrova ad affrontare la vita come in un videogioco, ma tornare al punto di salvataggio non è poi così facile. Ci vogliono molti episodi per vederlo maturare e, lo ammetto, ho trovato veramente entusiasmante questo aspetto dell’anime. Subaru è un protagonista in costruzione, che cambia e muta dopo ogni errore. Cerca di migliorarsi, ma, nonostante i suoi sforzi, non sempre ce la farà.
Ottimi anche i personaggi secondari, tra i quali Emilia, la co-protagonista. E’ raro che mi piaccia la fanciulla dai capelli argentati, soprattutto se è la ragazza principale dell’anime. Eppure, questa volta, ha saputo colpirmi. Un personaggio dolce e commovente, ma allo stesso tempo capace di mostrare un carattere forte e piuttosto risoluto. Tra lei e Subaru si istaura subito una relazione speciale e, per fortuna, non viene nascosta dietro un velo di imbarazzante bambinaggine. Il giovane ci prova con lei, e la fanciulla, d’altra parte, sembra apprezzare queste attenzioni.
Ma non sono solo loro due a muovere le fila della vicenda. A differenza di quanto accade in molti anime fantasy, la scena viene subito ampliata, presentando un gran numero di personaggi. Alcuni assumeranno caratteristiche appena accennate (com’è giusto che sia), ma molti altri riusciranno comunque a ritagliarsi uno spazio più che sufficiente a mostrare il loro potenziale.
Tra tutti, Ren ha sicuramente conquistato il grande pubblico. Il suo carattere ambivalente e il dramma che caratterizza la sua infanzia non possono che far intenerire. Ma non è la sua sola qualità. E’ grazie a lei, infatti, se Subaru è riuscito a migliorarsi e andare finalmente avanti. Il suo rapporto con il protagonista inizia in maniera burrascosa, ma è proprio questa progressiva conoscenza reciproca ad entusiasmare gli animi.
La storia è molto più corta di quel che sembra: ogni volta che muore, si ricomincia da capo (o quasi), e quindi, alle volte, si può affrontare la stessa situazione in più occasioni. Effetto déjà-vu? Per fortuna no. E ciò è dovuto a una regia ottima, che ha saputo armonizzare il tutto e rendere ogni giro ben diverso rispetto al precedente. Nessuna ripetizione noiosa o scene già viste. Anche se si ricomincia da capo, appare come una storia totalmente diversa.

La grafica è molto buona, con colori vividi e solari, che riescono comunque a incupirsi nei momenti opportuni. Il design dei personaggi è originale e riesce a sorprendere appunto per questa continua ricerca di un’armonia interna, tra stravaganza e canonicità. Le musiche sono la ciliegina sulla torta, capaci di appassionare dall’opening all’ending.
Doppiaggio quasi perfetto e una regia, come già detto, in grado di aumentare la qualità intrinseca dell’opera.

E allora “Re:ZERO” possiede effettivamente dei difetti? Certamente, nessun anime è perfetto. Innanzitutto gli manca (almeno per il momento) un nemico degno di nota. Per gran parte dell’anime si va avanti tra una disavventura e l’altra, come se si stessero tutti preparando a qualcosa di grande. Poi, di colpo, le cose si fanno un po’ più movimentate e compare per la prima volta la traccia di un “cattivo” vero e proprio. Non mi ha colpito particolarmente in quanto a caratterizzazione, ma, d’altra parte, era solo un piccolo ingranaggio di quello che è “Re:ZERO”.
Ed ecco il secondo difetto, che poi difetto non è: il mancato annuncio di una seconda stagione. Alla fine del venticinquesimo episodio ci sono ancora tante cose da dire, forse troppe. Comprendo che la storia vera e propria sia raccontata nella novel, ma è sicuramente uno spreco non poter assistere al seguito di questa entusiasmante avventura. Anche perché, in quanto a diffusione, ha conquistato gran parte del pubblico, diventando una delle serie più chiacchierate di questo 2016.
E allora perché non approfittarne? Il finale della serie ha colpito certamente, ma non può che lasciare lo spettatore con un sapore agrodolce in bocca. Un senso di malinconia che difficilmente riuscirà a placarsi.
Staremo a vedere...

Voto finale: 9 meno