Recensione
Hyouka
8.0/10
Recensione di -YureiKenshin-
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"Hyōka" è un anime tranquillo, pacato e, in tal senso, molto giapponese; racconta delle avventure investigative molto "slice of life" del quartetto del Club di Cultura Classica dell'Istituto Kamiyama, ricostruito da parte del protagonista Oreki-san, in seguito alla sollecitazione della sorella.
Nei suoi ventidue episodi, l'anime non segue una trama nel senso più classico, ma piuttosto affronta tre archi investigativi (delle storie vere e proprie), intervallati da episodi fini a se stessi piuttosto "fillerosi" ma col loro perché (soprattutto se vi piace l'ambientazione e il mondo dell'anime in questione).
Bene. Prima scrivevo dei quattro membri del Club di Cultura, nonché i protagonisti: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka; tutti loro, durante la serie, vivranno un percorso di sviluppo che li porterà ad essere differenti da com'erano a inizio serie. Il maggiore cambiamento verrà subito da Hotaro, che stravolgerà il suo motto di vita, grazie all'incessante perseveranza di Chii-chan che a suon di "Ki ni narimasu!" ("Sono curiosa!") infrangerà l'animo intorpidito del nostro Hotaro, che, un mistero dopo l'altro, si ritroverà a compiere gesti che fino ad allora non avrebbe mai intrapreso se non costretto, stupendosene lui stesso.
Parlando della parte tecnica, essa è uno spettacolo su tutti i fronti; la regia è qualcosa di spettacolare e rasenta la perfezione, con cambi di scena e di inquadrature che enfatizzano il significato della scena in un modo che solo un'adeguata gestione delle stesse può fare. I colori sono vividissimi, così come il tratto molto ben definito e le animazioni, che chiamarle "fluide" è riduttivo: un'autentica meraviglia visiva.
Ma non solo, dato che anche le musiche di sottofondo sono scelte in modo oculato per sottolineare fasi deduttive piuttosto che comiche.
La Kyoto Animation (la stessa di "Chuunibiyō") si fa sempre riconoscere.
Ma il tratto distintivo di "Hyōka", e già questo nome scoprirete che non è scelto a caso, è il suo essere tremendamente giapponese, nel senso più positivo del termine, ammesso che possa esserci una connotazione negativa. Questa serie vi cala in un quotidiano scolaresco molto, molto tranquillo, pacato e rilassante: "Hyōka" è una serie con una carisma sicuramente particolare, ma apprezzabile da chi vuole tendere la mano e il proprio spirito.
Sono riuscito a vederlo dopo averlo fatto maturare due anni e mezzo in watchlist, e non me ne sono affatto pentito.
Nei suoi ventidue episodi, l'anime non segue una trama nel senso più classico, ma piuttosto affronta tre archi investigativi (delle storie vere e proprie), intervallati da episodi fini a se stessi piuttosto "fillerosi" ma col loro perché (soprattutto se vi piace l'ambientazione e il mondo dell'anime in questione).
Bene. Prima scrivevo dei quattro membri del Club di Cultura, nonché i protagonisti: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka; tutti loro, durante la serie, vivranno un percorso di sviluppo che li porterà ad essere differenti da com'erano a inizio serie. Il maggiore cambiamento verrà subito da Hotaro, che stravolgerà il suo motto di vita, grazie all'incessante perseveranza di Chii-chan che a suon di "Ki ni narimasu!" ("Sono curiosa!") infrangerà l'animo intorpidito del nostro Hotaro, che, un mistero dopo l'altro, si ritroverà a compiere gesti che fino ad allora non avrebbe mai intrapreso se non costretto, stupendosene lui stesso.
Parlando della parte tecnica, essa è uno spettacolo su tutti i fronti; la regia è qualcosa di spettacolare e rasenta la perfezione, con cambi di scena e di inquadrature che enfatizzano il significato della scena in un modo che solo un'adeguata gestione delle stesse può fare. I colori sono vividissimi, così come il tratto molto ben definito e le animazioni, che chiamarle "fluide" è riduttivo: un'autentica meraviglia visiva.
Ma non solo, dato che anche le musiche di sottofondo sono scelte in modo oculato per sottolineare fasi deduttive piuttosto che comiche.
La Kyoto Animation (la stessa di "Chuunibiyō") si fa sempre riconoscere.
Ma il tratto distintivo di "Hyōka", e già questo nome scoprirete che non è scelto a caso, è il suo essere tremendamente giapponese, nel senso più positivo del termine, ammesso che possa esserci una connotazione negativa. Questa serie vi cala in un quotidiano scolaresco molto, molto tranquillo, pacato e rilassante: "Hyōka" è una serie con una carisma sicuramente particolare, ma apprezzabile da chi vuole tendere la mano e il proprio spirito.
Sono riuscito a vederlo dopo averlo fatto maturare due anni e mezzo in watchlist, e non me ne sono affatto pentito.