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"In realtà io sono..." è un anime che parla di segreti e, dato che i Giapponesi adorano i contrasti (ma di questo ne parlo dopo), il protagonista è un ragazzo che i segreti non li sa mantenere.

Il povero Kuromine Asahi, "colino bucato" per gli amici, non riesce a nascondere le proprie emozioni. La cosa gli crea non pochi problemi; è una schiappa con le carte e neanche in amore va molto bene. Decide però di non arrendersi e perciò va a confessarsi a Shiragami Yuuko, la ragazza più misteriosa della scuola. Scoperto che la ragazza è in realtà un vampiro e che per via di una promessa fatta al padre deve abbandonare la scuola se viene scoperta, diventa suo amico e promette di mantenere il segreto.

Gli anime che parlano di amori tra i banchi di scuola non mi piacciono granché, ne ho visti pochi e apprezzati anche di meno, ma, anche fra di quelli che mi sono piaciuti, non ho mai potuto mandar giù la fissazione per "gli opposti si attraggono" che hanno i Giapponesi. Negli shojo i due innamorati sono sempre agli antipodi: lei alta lui basso, lei graziosa ma violenta lui gentile ma di aspetto inquietante. In quest' anime no. Sembra all'inizio che sia così, lui libro aperto lei misteriosa, ma in realtà lei è goffa, svampita e con la testa fra le nuvole. Tanto che non si rende conto dei malcelati sentimenti che Kuromine prova per lei.

Parliamo di Kuromine. Sentendosi in colpa per essere la causa dell'abbandono della scuola da parte di Shiragami, il ragazzo decide di dichiararsi, ma, timido com'è, finisce col chiederle di diventare amici. Si 'auto-friendzona'. Neanche Dante avrebbe immaginato tortura peggiore. La cosa porterà a una serie di gag interminabili fra i due. Sono proprio le gag e i momenti divertenti i punti di forza di "In realtà io sono...". La storia in sé è piuttosto scontata e prevedibile, ma le varie situazioni comiche rendono gli episodi spassosi e piacevoli da guardare. Ho saputo che ci sono delle differenze con il manga (inedito in Italia), la storia scorre comunque molto bene, rallenta forse un po' nella parte centrale. Vero problema è il numero degli episodi; tredici sono troppo pochi e il finale resta in sospeso, senza dare sufficiente spazio ai rapporti tra i personaggi (e gag annesse). Parlando di personaggi, la caratterizzazione è ben fatta anche se non particolarmente originale o profonda. Protagonisti e secondari, ciascuno con i propri segreti e momenti sopra le righe, sono tutti simpatici e divertenti.
I disegni, soprattutto nei volti, non sono proprio anatomicamente accurati. Credo però che siano una scelta voluta, perché grazie a ciò le espressioni sono qualcosa di memorabilmente spassoso. Inoltre sembra una caratteristica ripresa dal manga. Belli vivaci e accesi i colori. La melodia che accompagna le scene più sentimentali merita davvero di essere ascoltata.

"In realtà io sono..." è una love-comedy di quelle sempre di corsa, da vedere tutte d'un fiato, spesso assurde e senza senso. Consigliata se piace il genere. Voto: 7.5