Recensione
Texhnolyze
9.5/10
Recensione di Vieilocean
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il perfezionamento dell’uomo.
Cominciamo con il nome della serie animata: perché ABe e Konaka hanno optato per “Texhnolyze” come titolo? Semplicemente perché è il motore che muove tutti gli ingranaggi della trama, è il collante che tiene legati tutti i personaggi e ciò che essi rappresentano all’interno dell’opera.
Ma da dov’è cominciato tutto? La Classe nel Mondo in Superficie decide di estinguere completamente criminalità e vizio dalla società spedendo in una città-prigione sotterranea tutte quelle persone reputate pericolose o instabili e destabilizzanti. Questa sorta di Babilonia, completamente controllata dal Mondo in Superficie tramite mezzi come benessere e religione, viene anche usata come campo di sperimentazioni per lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia come la stessa tecnologia texhnolyze. Tuttavia nel finale dell’anime scopriamo la futilità di questo esperimento, in quanto la bionica è stata abbandonata dal mondo in superficie e sostituita dalla genetica. Quest’ultima, grazie alla mutazione artificiale delle cellule, è riuscita a rendere il corpo umano immune da ogni tipo di patologia. Perché la Classe ha deciso di abbandonare la tecnologia texhnolyze? Meramente perché non vuole più affrontare il futuro. Perché tramite la genetica e la pulizia etica (non etnica) ha raggiunto la perfezione, l’apice della gratificazione.
Ma a cosa porta il perfezionamento fisico ed etico dell’uomo? Cosa è l’umanità senza vizi e malattie? Fantasmi che aspettano la morte cellulare o esseri perfetti che non hanno più timore di essa? Il quesito che Konaka e ABe vogliono porre allo spettatore è: meglio vivere nella prigione di Lux o in quella che la società (la Classe) fa a sé stessa inseguendo la perfezione?
La risposta sembra scontata. Verrebbe immediatamente da rispondere: meglio vivere in Lux piuttosto che in un cimitero vivente! Ma se ne è veramente sicuri?
L’uomo nella società.
Quello che Konaka ed ABe vogliono rappresentare realmente con Lux è una versione metaforica ed estremizzata della nostra società. Le quattro fazioni che compongono Lux rappresentano le quattro vie che un uomo può decidere di percorrere nella società: sostenerla e vivere all’interno di essa perseguendo potere, fama e lusso (Organo); dedicare la propria vita a un ideale in modo da renderla un posto migliore (Unione); fuggire da essa per liberarsi dal peso che comporta farne parte (Racan); votarsi a una religione che dà principi prestabiliti (Gabe/Classe).
Nessuna delle quattro è totalmente giusta o sbagliata, si può tuttavia affermare che, se le prime due verranno prese da persone alle quali piace far parte di una società, le ultime due verranno invece prese da chi non ha volontà o ha difficoltà a far parte di una. Nonostante ciò hanno tre caratteristiche che le accomuna: essere percorse dalla maggior parte delle persone per convenienza (pochissimi sono fedeli a loro fino alla morte, difatti sentimenti quali invidia e rivalità o semplicemente il puro istinto di sopravvivenza portano le persone a tradire la scelta fatta); liberare la mente da quesiti filosofici fastidiosi, permettendo di avere una vita felice e serena; questa felicità e questa serenità non sono assolute, anzi sono fittizie.
La maggior parte delle persone non ha coscienza di ciò e vive la propria vita in una finzione auto-indotta, altri invece non vogliono averne coscienza e sfruttano il tutto come un meccanismo di difesa. Ovviamente i protagonisti dell’anime fanno tutti parte di quella ristrettissima cerchia di persone che sono ben coscienti della loro insoddisfazione esistenziale, con tempi e modi differenti, e con una sottile ironia alcuni di essi sono anche a capo delle fazioni che rappresentano le vie sopracitate. Hanno tutti sete inestinguibile d’infinito.
Malinconia e l’infinita insoddisfazione.
La malinconia è il sentimento che pervade tutto l’anime e di conseguenza tutti i suoi personaggi. Questa malinconia è causata appunto dall’insoddisfazione esistenziale. Ogni protagonista di “Texhnolyze” serve a mostrarci molte, se non tutte, possibili variazioni di tale stato d’animo. Ma andiamo con ordine, cominciando proprio dai quattro capi-fazione.
Onishi: essere a capo dell’Organo non gli basta. Fama, potere e lusso non possono colmare il vuoto che ha dentro.
Shinji: la sua fuga dalla società non lo ha mai soddisfatto appieno. Alcol, droga e feste dall’alba al tramonto non bastano a renderlo felice.
Kimata: la sua insoddisfazione deriva dalla sua stessa fazione. Condividere una battaglia personale con altre persone non potrà mai portare soddisfazione.
Ran: il suo bisogno di guidare tutta Lux alla salvezza non può essere soddisfatto con la sola religione di Gabe, difatti diventa anche la “Voce della Città”, cercando tramite Onishi di gratificare questo suo bisogno.
Restano i due protagonisti.
Ichise: la sua sete di infinito è allo stato animale. Guidato dal solo istinto, come un cane, non potrà mai provare gratificazione in nulla.
Yoshii: nonostante la sua società abbia raggiunto la perfezione, per lui non lo è. Essendo la rappresentazione del superuomo nietzschiano, non potrà mai essere totalmente soddisfatto della sua condizione.
Porta a qualcosa non accontentarsi di quello che si ha, stando invece alla costante ricerca di qualcosa di più? Conviene rimanere in questo stato di malinconia e perpetua frustrazione? E’ saggio portare avanti una battaglia interiore in un mondo nel quale si rappresenta una miliardesima parte dell’intero?
Tradimento.
“Qualcuno mi aveva detto tempo fa cosa fosse questo posto.
E’ il Nono Girone dell’Inferno.”
Queste sono le parole che Kohakura sussurra a Ichise nell’ultimo episodio dell’anime. E’ la chiave di volta a tutta la comprensione di questa opera. Non per la meravigliosa parte artistica che illustrai nel primo articolo, bensì per ciò che sta a rappresentare. Il peccato che viene punito nel Nono Girone dell’Inferno è il tradimento. Ogni personaggio, ogni fazione, ogni concetto all’interno dell’anime è macchiato da questo peccato.
Ichise è la causa scatenante di tutto. Il decimo episodio dell’anime non è chiamato a caso “Epilogo”. La morte di Yoshii, il superuomo nietzschiano che avrebbe dovuto far rinascere Lux, segna l’inizio della fine. Ran non vuole più vedere un futuro funestato dalla bestialità di Ichise, di conseguenza la Classe la sostituisce con Kano, che attraverso il suo progetto Shapes porta la società di Lux a un vero e proprio tradimento di massa. Molte persone abbandonano la propria fazione, dimostrando che l’istinto di sopravvivenza va oltre ogni ideale o stile di vita. L’Unione di disunisce; Shinji viene tradito e attaccato dal suo migliore amico; mentre Onishi viene ucciso dalle stesse persone alle quali lui aveva sacrificato la sua intera esistenza.
Tuttavia il tradimento più grave, quello che renderà intere esistenze completamente futili, è quello che il Mondo in Superficie gioca a tutti gli abitanti di Lux con la tecnologia texhnolyze. Presentata come tecnologia d’avanguardia, rappresentazione di lusso e benessere di Lux, bramata dall’Organo e disprezzata dall’Unione, causa di odio e spargimenti di sangue... si rivela nel finale dell’anime come una tecnologia obsoleta, superata ormai dalla genetica. Il tradimento della società verso i suoi stessi cittadini, il crollo delle certezze sulle quali i protagonisti avevano basato, in modi anche molto diversi, la loro intera filosofia di vita.
Il messaggio che gli autori vogliono dare allo spettatore non è ovviamente quello catastrofico di non fidarsi mai dei potenti della società, dato che possono ingannarci quando vogliono, ma è quello di non creare le proprie fondamenta esistenziali su delle certezze che non sono tue.
La mente come un tempio.
Come da titolo del paragrafo ciò che ABe e Konaka vogliono trasmettere allo spettatore è proprio questo: cura la tua mente come un tempio. Tutti i personaggi in “Texhnolyze” alla fine dell’anime muoiono e tutti loro rappresentano dei fallimenti esistenziali.
Onishi ha dedicato la sua esistenza a Lux e non a sé stesso. Ha trascurato il suo tempio, ha trascurato sua moglie, ha trascurato l’amore per la sua segretaria, per essere infine tradito e ucciso dalla sua stessa Lux.
Shinji è troppo impegnato a fuggire da sé stesso invece di dare delle fondamenta alla sua vita. Nemmeno la vera amicizia di Hal o l’amore di Yoko sono riusciti a fermare la sua fuga.
Kimata, come già scrissi precedentemente, ha basato la sua vita su di un ideale, al posto di curare tutto il tempio e non solo una sua sala.
Doc. Eriko ha dedicato la sua intera esistenza alla tecnologia texhnolyze e per nulla a sé stessa.
Sakimura si è provato a prendere cura del tempio di Yoshii invece del suo, e alla fine è morto (interiormente) insieme a lui.
Ran e Kano pensavano, in modi diametralmente opposti, di essere dei messia capaci di salvare Lux dall’estinzione, mentre infine erano solamente dei fantocci subordinati alla Classe.
L’unico personaggio che, nonostante fallisca il suo obbiettivo, non fallisce mai nel curare la sua mente è Yoshii, il superuomo, colui che agisce e pensa con la sua testa, prendendo in considerazione ciò che lo circonda senza mai porlo come fondamento per la sua filosofia esistenziale. Tant’è che sarà l’unico a sorridere mentre esala il suo ultimo respiro.
E Ichise? In realtà lui non ha mai trascurato la sua mente, ma, non essendo un essere idoneo a vivere nella società, dato che (come detto più volte) si trova in uno stato bestiale quasi primitivo, si può affermare che Ichise, più che curare il suo tempio, ha sempre curato la sua caverna.
Conclusioni.
Vado a tirare quelle che sono mie conclusioni basate sulle interpretazioni che io ho dato al lavoro degli autori di questa opera. Konaka e ABe non vogliono dire quale sia il modo giusto per affrontare la vita, ma ci mostrano come loro vedono il mondo e la nostra società. Secondo loro il perfezionamento dell’umanità porta all’estinzione, sostengono che la società nella quale viviamo è composta da persone incoscienti che vivono in una felicità fittizia e da inguaribili ricercatori d’infinito. E’ proprio per questi ultimi l’unico consiglio che gli autori donano: cercate di stare attenti su chi e su cosa ponete le fondamenta per la vostra ricerca di infinito.
E’ sbagliato vivere nel Mondo in Superficie? No. E’ sbagliato vivere in Lux? Tanto meno. E’ sbagliato vivere in una finta felicità? Neppure. Ma, se doveste trovarvi a vivere un vita alla ricerca della gratificazione esistenziale, fatelo solamente come lo ha fatto Yoshii.
Il perfezionamento dell’uomo.
Cominciamo con il nome della serie animata: perché ABe e Konaka hanno optato per “Texhnolyze” come titolo? Semplicemente perché è il motore che muove tutti gli ingranaggi della trama, è il collante che tiene legati tutti i personaggi e ciò che essi rappresentano all’interno dell’opera.
Ma da dov’è cominciato tutto? La Classe nel Mondo in Superficie decide di estinguere completamente criminalità e vizio dalla società spedendo in una città-prigione sotterranea tutte quelle persone reputate pericolose o instabili e destabilizzanti. Questa sorta di Babilonia, completamente controllata dal Mondo in Superficie tramite mezzi come benessere e religione, viene anche usata come campo di sperimentazioni per lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia come la stessa tecnologia texhnolyze. Tuttavia nel finale dell’anime scopriamo la futilità di questo esperimento, in quanto la bionica è stata abbandonata dal mondo in superficie e sostituita dalla genetica. Quest’ultima, grazie alla mutazione artificiale delle cellule, è riuscita a rendere il corpo umano immune da ogni tipo di patologia. Perché la Classe ha deciso di abbandonare la tecnologia texhnolyze? Meramente perché non vuole più affrontare il futuro. Perché tramite la genetica e la pulizia etica (non etnica) ha raggiunto la perfezione, l’apice della gratificazione.
Ma a cosa porta il perfezionamento fisico ed etico dell’uomo? Cosa è l’umanità senza vizi e malattie? Fantasmi che aspettano la morte cellulare o esseri perfetti che non hanno più timore di essa? Il quesito che Konaka e ABe vogliono porre allo spettatore è: meglio vivere nella prigione di Lux o in quella che la società (la Classe) fa a sé stessa inseguendo la perfezione?
La risposta sembra scontata. Verrebbe immediatamente da rispondere: meglio vivere in Lux piuttosto che in un cimitero vivente! Ma se ne è veramente sicuri?
L’uomo nella società.
Quello che Konaka ed ABe vogliono rappresentare realmente con Lux è una versione metaforica ed estremizzata della nostra società. Le quattro fazioni che compongono Lux rappresentano le quattro vie che un uomo può decidere di percorrere nella società: sostenerla e vivere all’interno di essa perseguendo potere, fama e lusso (Organo); dedicare la propria vita a un ideale in modo da renderla un posto migliore (Unione); fuggire da essa per liberarsi dal peso che comporta farne parte (Racan); votarsi a una religione che dà principi prestabiliti (Gabe/Classe).
Nessuna delle quattro è totalmente giusta o sbagliata, si può tuttavia affermare che, se le prime due verranno prese da persone alle quali piace far parte di una società, le ultime due verranno invece prese da chi non ha volontà o ha difficoltà a far parte di una. Nonostante ciò hanno tre caratteristiche che le accomuna: essere percorse dalla maggior parte delle persone per convenienza (pochissimi sono fedeli a loro fino alla morte, difatti sentimenti quali invidia e rivalità o semplicemente il puro istinto di sopravvivenza portano le persone a tradire la scelta fatta); liberare la mente da quesiti filosofici fastidiosi, permettendo di avere una vita felice e serena; questa felicità e questa serenità non sono assolute, anzi sono fittizie.
La maggior parte delle persone non ha coscienza di ciò e vive la propria vita in una finzione auto-indotta, altri invece non vogliono averne coscienza e sfruttano il tutto come un meccanismo di difesa. Ovviamente i protagonisti dell’anime fanno tutti parte di quella ristrettissima cerchia di persone che sono ben coscienti della loro insoddisfazione esistenziale, con tempi e modi differenti, e con una sottile ironia alcuni di essi sono anche a capo delle fazioni che rappresentano le vie sopracitate. Hanno tutti sete inestinguibile d’infinito.
Malinconia e l’infinita insoddisfazione.
La malinconia è il sentimento che pervade tutto l’anime e di conseguenza tutti i suoi personaggi. Questa malinconia è causata appunto dall’insoddisfazione esistenziale. Ogni protagonista di “Texhnolyze” serve a mostrarci molte, se non tutte, possibili variazioni di tale stato d’animo. Ma andiamo con ordine, cominciando proprio dai quattro capi-fazione.
Onishi: essere a capo dell’Organo non gli basta. Fama, potere e lusso non possono colmare il vuoto che ha dentro.
Shinji: la sua fuga dalla società non lo ha mai soddisfatto appieno. Alcol, droga e feste dall’alba al tramonto non bastano a renderlo felice.
Kimata: la sua insoddisfazione deriva dalla sua stessa fazione. Condividere una battaglia personale con altre persone non potrà mai portare soddisfazione.
Ran: il suo bisogno di guidare tutta Lux alla salvezza non può essere soddisfatto con la sola religione di Gabe, difatti diventa anche la “Voce della Città”, cercando tramite Onishi di gratificare questo suo bisogno.
Restano i due protagonisti.
Ichise: la sua sete di infinito è allo stato animale. Guidato dal solo istinto, come un cane, non potrà mai provare gratificazione in nulla.
Yoshii: nonostante la sua società abbia raggiunto la perfezione, per lui non lo è. Essendo la rappresentazione del superuomo nietzschiano, non potrà mai essere totalmente soddisfatto della sua condizione.
Porta a qualcosa non accontentarsi di quello che si ha, stando invece alla costante ricerca di qualcosa di più? Conviene rimanere in questo stato di malinconia e perpetua frustrazione? E’ saggio portare avanti una battaglia interiore in un mondo nel quale si rappresenta una miliardesima parte dell’intero?
Tradimento.
“Qualcuno mi aveva detto tempo fa cosa fosse questo posto.
E’ il Nono Girone dell’Inferno.”
Queste sono le parole che Kohakura sussurra a Ichise nell’ultimo episodio dell’anime. E’ la chiave di volta a tutta la comprensione di questa opera. Non per la meravigliosa parte artistica che illustrai nel primo articolo, bensì per ciò che sta a rappresentare. Il peccato che viene punito nel Nono Girone dell’Inferno è il tradimento. Ogni personaggio, ogni fazione, ogni concetto all’interno dell’anime è macchiato da questo peccato.
Ichise è la causa scatenante di tutto. Il decimo episodio dell’anime non è chiamato a caso “Epilogo”. La morte di Yoshii, il superuomo nietzschiano che avrebbe dovuto far rinascere Lux, segna l’inizio della fine. Ran non vuole più vedere un futuro funestato dalla bestialità di Ichise, di conseguenza la Classe la sostituisce con Kano, che attraverso il suo progetto Shapes porta la società di Lux a un vero e proprio tradimento di massa. Molte persone abbandonano la propria fazione, dimostrando che l’istinto di sopravvivenza va oltre ogni ideale o stile di vita. L’Unione di disunisce; Shinji viene tradito e attaccato dal suo migliore amico; mentre Onishi viene ucciso dalle stesse persone alle quali lui aveva sacrificato la sua intera esistenza.
Tuttavia il tradimento più grave, quello che renderà intere esistenze completamente futili, è quello che il Mondo in Superficie gioca a tutti gli abitanti di Lux con la tecnologia texhnolyze. Presentata come tecnologia d’avanguardia, rappresentazione di lusso e benessere di Lux, bramata dall’Organo e disprezzata dall’Unione, causa di odio e spargimenti di sangue... si rivela nel finale dell’anime come una tecnologia obsoleta, superata ormai dalla genetica. Il tradimento della società verso i suoi stessi cittadini, il crollo delle certezze sulle quali i protagonisti avevano basato, in modi anche molto diversi, la loro intera filosofia di vita.
Il messaggio che gli autori vogliono dare allo spettatore non è ovviamente quello catastrofico di non fidarsi mai dei potenti della società, dato che possono ingannarci quando vogliono, ma è quello di non creare le proprie fondamenta esistenziali su delle certezze che non sono tue.
La mente come un tempio.
Come da titolo del paragrafo ciò che ABe e Konaka vogliono trasmettere allo spettatore è proprio questo: cura la tua mente come un tempio. Tutti i personaggi in “Texhnolyze” alla fine dell’anime muoiono e tutti loro rappresentano dei fallimenti esistenziali.
Onishi ha dedicato la sua esistenza a Lux e non a sé stesso. Ha trascurato il suo tempio, ha trascurato sua moglie, ha trascurato l’amore per la sua segretaria, per essere infine tradito e ucciso dalla sua stessa Lux.
Shinji è troppo impegnato a fuggire da sé stesso invece di dare delle fondamenta alla sua vita. Nemmeno la vera amicizia di Hal o l’amore di Yoko sono riusciti a fermare la sua fuga.
Kimata, come già scrissi precedentemente, ha basato la sua vita su di un ideale, al posto di curare tutto il tempio e non solo una sua sala.
Doc. Eriko ha dedicato la sua intera esistenza alla tecnologia texhnolyze e per nulla a sé stessa.
Sakimura si è provato a prendere cura del tempio di Yoshii invece del suo, e alla fine è morto (interiormente) insieme a lui.
Ran e Kano pensavano, in modi diametralmente opposti, di essere dei messia capaci di salvare Lux dall’estinzione, mentre infine erano solamente dei fantocci subordinati alla Classe.
L’unico personaggio che, nonostante fallisca il suo obbiettivo, non fallisce mai nel curare la sua mente è Yoshii, il superuomo, colui che agisce e pensa con la sua testa, prendendo in considerazione ciò che lo circonda senza mai porlo come fondamento per la sua filosofia esistenziale. Tant’è che sarà l’unico a sorridere mentre esala il suo ultimo respiro.
E Ichise? In realtà lui non ha mai trascurato la sua mente, ma, non essendo un essere idoneo a vivere nella società, dato che (come detto più volte) si trova in uno stato bestiale quasi primitivo, si può affermare che Ichise, più che curare il suo tempio, ha sempre curato la sua caverna.
Conclusioni.
Vado a tirare quelle che sono mie conclusioni basate sulle interpretazioni che io ho dato al lavoro degli autori di questa opera. Konaka e ABe non vogliono dire quale sia il modo giusto per affrontare la vita, ma ci mostrano come loro vedono il mondo e la nostra società. Secondo loro il perfezionamento dell’umanità porta all’estinzione, sostengono che la società nella quale viviamo è composta da persone incoscienti che vivono in una felicità fittizia e da inguaribili ricercatori d’infinito. E’ proprio per questi ultimi l’unico consiglio che gli autori donano: cercate di stare attenti su chi e su cosa ponete le fondamenta per la vostra ricerca di infinito.
E’ sbagliato vivere nel Mondo in Superficie? No. E’ sbagliato vivere in Lux? Tanto meno. E’ sbagliato vivere in una finta felicità? Neppure. Ma, se doveste trovarvi a vivere un vita alla ricerca della gratificazione esistenziale, fatelo solamente come lo ha fatto Yoshii.