Recensione
Drifters
9.0/10
Recensione di Inazuma Sensei
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"Drifters" è un anime del 2016 composto da dodici episodi, tratto da un'opera ancora in corso (al momento della scrittura di questa recensione, al quinto volume in Giappone) del mangaka Kohta Hirano, già famoso per essere l'autore del celeberrimo e sanguinolento "Hellsing".
Lo stile di questa sua seconda serie ricorda molto la precedente opera di Hirano, sia per quanto riguarda l'impostazione dei personaggi che per la presenza di scontri sia individuali che sfocianti in vere e proprie battaglie molto violente.
Ma iniziamo a parlare della trama. Toyohisa Shimazu è un samurai del clan Shimazu, nel Giappone del 1600, e, dopo una battaglia da cui è riuscito a uscire vivo per miracolo, si ritrova improvvisamente in un corridoio bianco con innumerevoli porte sulle pareti; di fronte a lui si pone un misterioso individuo seduto a una scrivania, che senza dargli spiegazioni lo spedisce all'interno di una delle citate porte. Toyohisa si ritroverà in un mondo di stampo fantasy, un universo alternativo popolato da elfi, gnomi, draghi e svariate altre creature, in cui è presente persino la magia. Incontrati altri due compagni "Drifters" (così vengono chiamate dagli autoctoni le persone spedite in quel mondo dal misterioso individuo, che in seguito scopriremo chiamarsi Murasaki e avere una controparte nemica femminile di nome "Easy" con "propri" guerrieri), altri due personaggi storici, ossia Oda Nobunaga e Nasu no Yoichi, si unirà a loro mentre, tra battaglie sanguinolente e sempre nuovi personaggi e colpi di scena, sia lui che noi cercheremo di scoprire sempre maggiori dettagli circa il mondo del racconto e il motivo per cui tutte queste persone di epoche diverse siano state spedite lì.
La trama non è tutto sommato nulla di così complicato o arzigogolato. Certamente non mancano i misteri, e la narrazione corale farà sì che non ci si soffermerà sempre e soltanto sui medesimi personaggi per lungo tempo (sebbene il gruppo sul quale ci si concentra di più sia quello di Toyohisa e Nobunaga), ma l'andamento del racconto è comunque abbastanza lineare, e, pur presentando intrighi (anche politici) e strategie varie (vista la larga presenza di battaglie, e di generali/strateghi tra le file dei personaggi, era il minimo che questo aspetto fosse almeno in parte trattato), rimane sempre tutto in un'ottica abbastanza "terra terra".
L'aspetto più importante della serie sono comunque gli scontri, le battaglie, che da tipico di Hirano sono sempre molto sanguinolenti, con teste decapitate (il protagonista, tra l'altro, non farà mai a meno di evidenziare nel corso delle schermaglie la sua "ossessione" per l'accaparrarsi la testa dei nemici), arti mozzati, corpi sbudellati e smembrati. Se siete persone troppo sensibili, questa serie non fa decisamente per voi. Anche se personalmente sono dell'opinione che una certa dose di violenza in un'opera, quando stilisticamente e visivamente ben realizzata e narrativamente giustificata, possa persino essere un valore aggiunto. Tarantino docet.
Parlando dei personaggi, impossibile non sottolineare il loro carisma. Sarò di parte, dato che ho già molto apprezzato la precedente opera del mangaka, ma trovo che Hirano sia maestro nel tratteggiare personaggi carismatici che, anche grazie alla vena di follia che scorre in buona parte di essi, unita al loro sorridere quasi compulsivo mentre fanno a fette i nemici o le cose vanno come avevano pianificato, e ai loro discorsi pieni di potenza e carica verbale, riescono a esprimere una notevole fortezza di carattere che non può fare a meno che far rimanere affascinati. A spiccare su tutti è probabilmente il personaggio di Oda Nobunaga, ma trovo che anche gli altri (perlomeno, per quanto ci sia stato fatto vedere fino ad ora di essi) siano degnamente sfaccettati e caratterizzati. Le interazioni tra i personaggi sono poi sempre ben costruite e interessanti a vedersi, e si nota come Hirano si diverta un mondo a far interagire tra loro tanti personaggi storici di epoche diverse, così come a rimaneggiarli nelle caratteristiche alla bisogna per renderli ancora più "particolari" e "personalizzati".
Le gag che coinvolgono i membri del cast (quello principale soprattutto, del gruppetto di Toyhisa, Nobunaga e Yoichi) sono forse una delle cose più bizzarre della serie (anche se parlare di cose bizzarre potrebbe non avere molto senso, in un mondo popolato da elfi, draghi e compagnia bella...). Sempre con un tocco nonsense/demenziale e con dei disegni stilizzati, entrambi elementi tipici dell'umorismo alla Hirano, si trovano spesso a spezzare anche nel mezzo dell'azione la tensione, sfaccettando i personaggi, in questi momenti, come decisamente più faceti di quanto appaiano il resto del tempo. Le prime volte potrebbero anche straniare, ma dopo un po' ci si farà l'abitudine, e alcune di queste gag potrebbero perfino arrivare a risultare simpatiche, se non proprio divertenti. Dipende dal vostro gusto umoristico, comunque.
Iniziando a parlare di lato tecnico, ci troviamo di fronte a un character design ripreso da quello della serie OAV di "Hellsing Ultimate" (una discreta parte del cast di "Drifters" vi ha lavorato), e personalmente trovo lo stile in questione, ripreso dal tratto di Hirano, decisamente accattivante. I disegni dell'anime sono puliti, curati e dettagliati quanto basta se non di più, la colorazione si presenta pregna di chiaroscuri che vanno a dettagliare le figure dei personaggi e delle scene con come risultato una buona resa volumetrica e cromatica. Le animazioni sono fluide e perlopiù ben dettagliate, non mi sono accorto di cali particolari ma anzi l'intera produzione mi è parsa attestarsi su un buon livello di realizzazione. Perfino la CG è ben sfruttata, è presente ma non invasiva, e quando utilizzata riesce ad amalgamarsi più che adeguatamente con l'ambientazione e i personaggi circostanti.
Anche le musiche sono decisamente buone, soundtrack adeguate per ogni circostanza, dalla battaglia truculenta al momento comico, amalgamandosi perfettamente alle scene senza distogliere l'attenzione da esse. Le sigle sono a loro volta di ottima fattura, con una opening pienamente accattivante e persino cantabile, e una ending che con un tono "di carica" funge quasi da proseguimento all'adrenalina provata durante l'episodio, quasi una seconda opening cui non mancano però anche toni quasi di "dolcezza" nella parte centrale della composizione, mentre ci accompagna al termine dell'esperienza di visione.
Da questa recensione decisamente positiva, si potrà intuire una mia altrettanto positiva valutazione. Conscio però anche della sua incompletezza, non sarebbe proponibile un punteggio pieno. Pertanto, il mio giudizio su questa prima stagione narrante una parzialità di storia sfocia in un voto numerico equivalente a un 9.
E speriamo che questo fantomatico "Tokyo 20XX" della seconda stagione giunga presto... Anche se con i tempi di Hirano, che del suo manga sforna se va bene un volume all'anno, questo "20XX" tempo lo vedremo tra un po'... A meno che la produzione dell'anime non decida di prendere una propria strada, cosa che non mi auguro, dato che quasi mai queste scelte portano a qualcosa di buono.
Lo stile di questa sua seconda serie ricorda molto la precedente opera di Hirano, sia per quanto riguarda l'impostazione dei personaggi che per la presenza di scontri sia individuali che sfocianti in vere e proprie battaglie molto violente.
Ma iniziamo a parlare della trama. Toyohisa Shimazu è un samurai del clan Shimazu, nel Giappone del 1600, e, dopo una battaglia da cui è riuscito a uscire vivo per miracolo, si ritrova improvvisamente in un corridoio bianco con innumerevoli porte sulle pareti; di fronte a lui si pone un misterioso individuo seduto a una scrivania, che senza dargli spiegazioni lo spedisce all'interno di una delle citate porte. Toyohisa si ritroverà in un mondo di stampo fantasy, un universo alternativo popolato da elfi, gnomi, draghi e svariate altre creature, in cui è presente persino la magia. Incontrati altri due compagni "Drifters" (così vengono chiamate dagli autoctoni le persone spedite in quel mondo dal misterioso individuo, che in seguito scopriremo chiamarsi Murasaki e avere una controparte nemica femminile di nome "Easy" con "propri" guerrieri), altri due personaggi storici, ossia Oda Nobunaga e Nasu no Yoichi, si unirà a loro mentre, tra battaglie sanguinolente e sempre nuovi personaggi e colpi di scena, sia lui che noi cercheremo di scoprire sempre maggiori dettagli circa il mondo del racconto e il motivo per cui tutte queste persone di epoche diverse siano state spedite lì.
La trama non è tutto sommato nulla di così complicato o arzigogolato. Certamente non mancano i misteri, e la narrazione corale farà sì che non ci si soffermerà sempre e soltanto sui medesimi personaggi per lungo tempo (sebbene il gruppo sul quale ci si concentra di più sia quello di Toyohisa e Nobunaga), ma l'andamento del racconto è comunque abbastanza lineare, e, pur presentando intrighi (anche politici) e strategie varie (vista la larga presenza di battaglie, e di generali/strateghi tra le file dei personaggi, era il minimo che questo aspetto fosse almeno in parte trattato), rimane sempre tutto in un'ottica abbastanza "terra terra".
L'aspetto più importante della serie sono comunque gli scontri, le battaglie, che da tipico di Hirano sono sempre molto sanguinolenti, con teste decapitate (il protagonista, tra l'altro, non farà mai a meno di evidenziare nel corso delle schermaglie la sua "ossessione" per l'accaparrarsi la testa dei nemici), arti mozzati, corpi sbudellati e smembrati. Se siete persone troppo sensibili, questa serie non fa decisamente per voi. Anche se personalmente sono dell'opinione che una certa dose di violenza in un'opera, quando stilisticamente e visivamente ben realizzata e narrativamente giustificata, possa persino essere un valore aggiunto. Tarantino docet.
Parlando dei personaggi, impossibile non sottolineare il loro carisma. Sarò di parte, dato che ho già molto apprezzato la precedente opera del mangaka, ma trovo che Hirano sia maestro nel tratteggiare personaggi carismatici che, anche grazie alla vena di follia che scorre in buona parte di essi, unita al loro sorridere quasi compulsivo mentre fanno a fette i nemici o le cose vanno come avevano pianificato, e ai loro discorsi pieni di potenza e carica verbale, riescono a esprimere una notevole fortezza di carattere che non può fare a meno che far rimanere affascinati. A spiccare su tutti è probabilmente il personaggio di Oda Nobunaga, ma trovo che anche gli altri (perlomeno, per quanto ci sia stato fatto vedere fino ad ora di essi) siano degnamente sfaccettati e caratterizzati. Le interazioni tra i personaggi sono poi sempre ben costruite e interessanti a vedersi, e si nota come Hirano si diverta un mondo a far interagire tra loro tanti personaggi storici di epoche diverse, così come a rimaneggiarli nelle caratteristiche alla bisogna per renderli ancora più "particolari" e "personalizzati".
Le gag che coinvolgono i membri del cast (quello principale soprattutto, del gruppetto di Toyhisa, Nobunaga e Yoichi) sono forse una delle cose più bizzarre della serie (anche se parlare di cose bizzarre potrebbe non avere molto senso, in un mondo popolato da elfi, draghi e compagnia bella...). Sempre con un tocco nonsense/demenziale e con dei disegni stilizzati, entrambi elementi tipici dell'umorismo alla Hirano, si trovano spesso a spezzare anche nel mezzo dell'azione la tensione, sfaccettando i personaggi, in questi momenti, come decisamente più faceti di quanto appaiano il resto del tempo. Le prime volte potrebbero anche straniare, ma dopo un po' ci si farà l'abitudine, e alcune di queste gag potrebbero perfino arrivare a risultare simpatiche, se non proprio divertenti. Dipende dal vostro gusto umoristico, comunque.
Iniziando a parlare di lato tecnico, ci troviamo di fronte a un character design ripreso da quello della serie OAV di "Hellsing Ultimate" (una discreta parte del cast di "Drifters" vi ha lavorato), e personalmente trovo lo stile in questione, ripreso dal tratto di Hirano, decisamente accattivante. I disegni dell'anime sono puliti, curati e dettagliati quanto basta se non di più, la colorazione si presenta pregna di chiaroscuri che vanno a dettagliare le figure dei personaggi e delle scene con come risultato una buona resa volumetrica e cromatica. Le animazioni sono fluide e perlopiù ben dettagliate, non mi sono accorto di cali particolari ma anzi l'intera produzione mi è parsa attestarsi su un buon livello di realizzazione. Perfino la CG è ben sfruttata, è presente ma non invasiva, e quando utilizzata riesce ad amalgamarsi più che adeguatamente con l'ambientazione e i personaggi circostanti.
Anche le musiche sono decisamente buone, soundtrack adeguate per ogni circostanza, dalla battaglia truculenta al momento comico, amalgamandosi perfettamente alle scene senza distogliere l'attenzione da esse. Le sigle sono a loro volta di ottima fattura, con una opening pienamente accattivante e persino cantabile, e una ending che con un tono "di carica" funge quasi da proseguimento all'adrenalina provata durante l'episodio, quasi una seconda opening cui non mancano però anche toni quasi di "dolcezza" nella parte centrale della composizione, mentre ci accompagna al termine dell'esperienza di visione.
Da questa recensione decisamente positiva, si potrà intuire una mia altrettanto positiva valutazione. Conscio però anche della sua incompletezza, non sarebbe proponibile un punteggio pieno. Pertanto, il mio giudizio su questa prima stagione narrante una parzialità di storia sfocia in un voto numerico equivalente a un 9.
E speriamo che questo fantomatico "Tokyo 20XX" della seconda stagione giunga presto... Anche se con i tempi di Hirano, che del suo manga sforna se va bene un volume all'anno, questo "20XX" tempo lo vedremo tra un po'... A meno che la produzione dell'anime non decida di prendere una propria strada, cosa che non mi auguro, dato che quasi mai queste scelte portano a qualcosa di buono.