Recensione
Bloodivores
2.0/10
La trama è alquanto particolare: ambientata in un presente con la tecnologia avanzata, mostra un mondo dove umani e vampiri quasi convivono. Infatti, sessant'anni prima l'umanità subì un curioso caso di insonnia che durò circa una settimana. In seguito a ciò venne creata una medicina che però non funzionò e trasformò la maggior parte delle persone in vampiri. Dopo un periodo di guerra, le cose si stabilizzarono fino ai giorni nostri, dove l'umanità può riporre una speranza data la nascita dei sanguivori, ovvero i figli nati dall'unione di un umano ed un vampiro.
La storia inizia con il furto in una banca da parte di Mi Liu, Anji, Cho Feng e Win Chao, quattro sanguivori amici sin dall'infanzia. Purtroppo il colpo finisce male: infatti, oltre ad essere stati catturati e arrestati non solo per furto ma anche per omicidio, vengono processati e condannati a morte. In realtà vengono trasportati inconsciamente nella vecchia capitale, Blue Town, insieme ad altri criminali sanguivori, dove la sopravvivenza viene messa a dura prova da alcuni mostri presenti. In un insieme di misteri, i protagonisti cercano di scappare per tornare nella città dove tutto è iniziato.
L'opera presenta oltre i quattro sopracitati anche Lee Shin, Cho Ifen, Lou Yao.
Partendo dall'ultimo, si può dire che nel contesto è un combattente forte che cerca vendetta contro Mi Tenju, il padre di Mi Liu. I suoi immensi poteri e la sua immensa forza lo catalogano come un criminale di classe S. Carattere superbo ma non sprovveduto, conquista facilmente una buona fazione dei criminali minori.
Cho Ifen è una donna che ha l'abitudine di sfruttare le persone e cambiare bandiera facilmente. Dal carattere molto peperino, adora stuzzicare.
Lee Shin invece è uno spadaccino che sembra avere qualche conto in sospeso con Lou Yao. Ginecofobico e di poche parole, aiuta chi è in difficoltà.
Dei quattro protagonisti, i principali sono Mi Liu e Anji. Il primo, oltre ad essere il figlio del direttore della BST - Mi Tenju -, è il primo sanguivoro nato. Il suo chara design è molto tamarro e per quanto riguarda il suo comportamento lo possiamo riconoscere con il classico stereotipo di aiutare chi è in difficoltà anche a costo della vita.
Anji è una prosperosa ragazza dal carattere strano. Si sente inutile e prova in tutti i modi a darsi da fare ma finisce sempre con l'essere salvata. Molto affezionata a Mi Liu e i suoi amici, sarà il fulcro per la maggior parte dell'anime
Gli altri due invece possono essere catalogati come l'amico o personaggio rozzo, scurrile e violento - Win Chao -, anche diffidente e tendente a farsi comandare da chi è superiore, nonostante provi a mostrare spina dorsale. Il secondo invece si ritrova nel classico stereotipo di quello buono e calmo e servizievole.
L'opera purtroppo è una unione di tante idee messe malamente in un contesto che non dà sapore a nulla.
In poche parole, "Bloodivores" prende spunto sicuramente da opere più famose dove razze diverse coesistono nella stessa città - "Strike the Blood" - ma dà anche dei poteri ad alcuni tipi di vampiri come se fossero degli esper - "Tokyo Esp"/"Index"/"Railgun" - e va a capitombolare in una battaglia per la sopravvivenza troppo blando e con poche spiegazioni per essere preso sul serio.
Oltre a qualche piccola congettura errata, qualche piccolo buco di trama, ciò che manca sono le spiegazioni vere e proprie. Tutto ciò che l'anime mostra non viene spiegato: il motivo per cui finiscono nella vecchia città viene solo accennato; il perché delle varie tipologie di mostri e cosa siano effettivamente, se solo mostri inseriti casualmente o figli di esperimenti o vampiri evoluti non viene spiegato (vengono presentati quattro tipi di mostri molto simili tra loro); Il perché alcune faccende del passato - ovvero di oltre 60 anni prima - si collegano con il passato recente di Mi Liu.
Il perché ci fosse un cyborg a spigare il tutto ai criminali con le fattezze di Anji non viene ne spiegato ne mostrato.
Alcune particolarità di poteri vengono accennate solo alla fine ma, soprattutto, il problema più grande è la particolarità della sopravvivenza.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
I sanguivori vengono riconosciuti dal collare che in caso di attacchi suona e fa scattare l'allarme. Nel luogo della sopravvivenza invece funziona in maniera molto strana. Viene dato un numero e, a seconda delle uccisioni e dei giorni, può scendere o salire. Una volta arrivato a zero il collare esplode. Per aumentare il numero bisogna uccidere i mostri, altrimenti, in caso di mancanza di vittime, con il passare dei giorni il numero viene ridotto, mentre nel caso due sanguivori combattano tra loro si azzera ad entrambi.
Come fa il collare a riconoscere contro chi combatta è un mistero, fatto sta che funziona così.
<b>Fine della parte contenente spoiler</b>
"Bloodivores" è probabilmente uno dei peggiori anime della stagione autunnale del 2016, totalmente privo di trama, perché effettivamente non c'è nulla che possa far intendere allo spettatore che vogliano fuggire da lì, infatti la maggior parte degli episodi è una fuga dai mostri nella parte iniziale dell'anime e un viaggiare per cercare un posto sicuro, fino all'uccidere le bestie per aumentare il punteggio con qualche timido accenno di trama.
Tutto viene lasciato in sospeso e niente viene spiegato. A meno di una seconda stagione - cosa molto difficile - la visione è totalmente inutile e sconsigliata.
Potrei illustrare altri errori ma lascerò che i coraggiosi che vogliono provare l'ebrezza di quattro ore di nulla cosmico comprendano il perché di questa grande mancanza di talento da parte dell'autore in primis - che probabilmente nel suo Manhua (manga cinese) spiegherà qualcosa ma facendolo lentamente e dando poca importanza al resto dell'opera -. Dal punto di vista delle caratterizzazioni, nonostante alcuni usufruiscano dei classici stereotipi, in quel contesto sono ben inseriti e, se avessimo avuto una stagione da ventiquattro episodi con tanto di spiegazioni, il giudizio sarebbe stato probabilmente tutto - o quasi - il contrario.
Una critica va anche allo studio Creators in Pack che dopo, aver pubblicato "Hitori no Shita" nella stagione estiva, continua il suo flop in maniera molto allarmante con "Bloodivores". Manhua a parte - perché entrambi lo sono - tanto vale non produrre niente se si deve offrire un prodotto scadente sia nella trama, sia nelle spiegazioni.
C'è l'attenuante che il Manhua è del 2015, ma affrettare le cose non ha prodotto alcun risultato, anzi, probabilmente visto nel 2017, con una gestione migliore e, soprattutto, qualche episodio in più, poteva fruttare, ma ad oggi "Bloodivores" si posiziona nel podio più basso non solo della stagione autunnale, ma tra i peggiori del 2016.
La storia inizia con il furto in una banca da parte di Mi Liu, Anji, Cho Feng e Win Chao, quattro sanguivori amici sin dall'infanzia. Purtroppo il colpo finisce male: infatti, oltre ad essere stati catturati e arrestati non solo per furto ma anche per omicidio, vengono processati e condannati a morte. In realtà vengono trasportati inconsciamente nella vecchia capitale, Blue Town, insieme ad altri criminali sanguivori, dove la sopravvivenza viene messa a dura prova da alcuni mostri presenti. In un insieme di misteri, i protagonisti cercano di scappare per tornare nella città dove tutto è iniziato.
L'opera presenta oltre i quattro sopracitati anche Lee Shin, Cho Ifen, Lou Yao.
Partendo dall'ultimo, si può dire che nel contesto è un combattente forte che cerca vendetta contro Mi Tenju, il padre di Mi Liu. I suoi immensi poteri e la sua immensa forza lo catalogano come un criminale di classe S. Carattere superbo ma non sprovveduto, conquista facilmente una buona fazione dei criminali minori.
Cho Ifen è una donna che ha l'abitudine di sfruttare le persone e cambiare bandiera facilmente. Dal carattere molto peperino, adora stuzzicare.
Lee Shin invece è uno spadaccino che sembra avere qualche conto in sospeso con Lou Yao. Ginecofobico e di poche parole, aiuta chi è in difficoltà.
Dei quattro protagonisti, i principali sono Mi Liu e Anji. Il primo, oltre ad essere il figlio del direttore della BST - Mi Tenju -, è il primo sanguivoro nato. Il suo chara design è molto tamarro e per quanto riguarda il suo comportamento lo possiamo riconoscere con il classico stereotipo di aiutare chi è in difficoltà anche a costo della vita.
Anji è una prosperosa ragazza dal carattere strano. Si sente inutile e prova in tutti i modi a darsi da fare ma finisce sempre con l'essere salvata. Molto affezionata a Mi Liu e i suoi amici, sarà il fulcro per la maggior parte dell'anime
Gli altri due invece possono essere catalogati come l'amico o personaggio rozzo, scurrile e violento - Win Chao -, anche diffidente e tendente a farsi comandare da chi è superiore, nonostante provi a mostrare spina dorsale. Il secondo invece si ritrova nel classico stereotipo di quello buono e calmo e servizievole.
L'opera purtroppo è una unione di tante idee messe malamente in un contesto che non dà sapore a nulla.
In poche parole, "Bloodivores" prende spunto sicuramente da opere più famose dove razze diverse coesistono nella stessa città - "Strike the Blood" - ma dà anche dei poteri ad alcuni tipi di vampiri come se fossero degli esper - "Tokyo Esp"/"Index"/"Railgun" - e va a capitombolare in una battaglia per la sopravvivenza troppo blando e con poche spiegazioni per essere preso sul serio.
Oltre a qualche piccola congettura errata, qualche piccolo buco di trama, ciò che manca sono le spiegazioni vere e proprie. Tutto ciò che l'anime mostra non viene spiegato: il motivo per cui finiscono nella vecchia città viene solo accennato; il perché delle varie tipologie di mostri e cosa siano effettivamente, se solo mostri inseriti casualmente o figli di esperimenti o vampiri evoluti non viene spiegato (vengono presentati quattro tipi di mostri molto simili tra loro); Il perché alcune faccende del passato - ovvero di oltre 60 anni prima - si collegano con il passato recente di Mi Liu.
Il perché ci fosse un cyborg a spigare il tutto ai criminali con le fattezze di Anji non viene ne spiegato ne mostrato.
Alcune particolarità di poteri vengono accennate solo alla fine ma, soprattutto, il problema più grande è la particolarità della sopravvivenza.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
I sanguivori vengono riconosciuti dal collare che in caso di attacchi suona e fa scattare l'allarme. Nel luogo della sopravvivenza invece funziona in maniera molto strana. Viene dato un numero e, a seconda delle uccisioni e dei giorni, può scendere o salire. Una volta arrivato a zero il collare esplode. Per aumentare il numero bisogna uccidere i mostri, altrimenti, in caso di mancanza di vittime, con il passare dei giorni il numero viene ridotto, mentre nel caso due sanguivori combattano tra loro si azzera ad entrambi.
Come fa il collare a riconoscere contro chi combatta è un mistero, fatto sta che funziona così.
<b>Fine della parte contenente spoiler</b>
"Bloodivores" è probabilmente uno dei peggiori anime della stagione autunnale del 2016, totalmente privo di trama, perché effettivamente non c'è nulla che possa far intendere allo spettatore che vogliano fuggire da lì, infatti la maggior parte degli episodi è una fuga dai mostri nella parte iniziale dell'anime e un viaggiare per cercare un posto sicuro, fino all'uccidere le bestie per aumentare il punteggio con qualche timido accenno di trama.
Tutto viene lasciato in sospeso e niente viene spiegato. A meno di una seconda stagione - cosa molto difficile - la visione è totalmente inutile e sconsigliata.
Potrei illustrare altri errori ma lascerò che i coraggiosi che vogliono provare l'ebrezza di quattro ore di nulla cosmico comprendano il perché di questa grande mancanza di talento da parte dell'autore in primis - che probabilmente nel suo Manhua (manga cinese) spiegherà qualcosa ma facendolo lentamente e dando poca importanza al resto dell'opera -. Dal punto di vista delle caratterizzazioni, nonostante alcuni usufruiscano dei classici stereotipi, in quel contesto sono ben inseriti e, se avessimo avuto una stagione da ventiquattro episodi con tanto di spiegazioni, il giudizio sarebbe stato probabilmente tutto - o quasi - il contrario.
Una critica va anche allo studio Creators in Pack che dopo, aver pubblicato "Hitori no Shita" nella stagione estiva, continua il suo flop in maniera molto allarmante con "Bloodivores". Manhua a parte - perché entrambi lo sono - tanto vale non produrre niente se si deve offrire un prodotto scadente sia nella trama, sia nelle spiegazioni.
C'è l'attenuante che il Manhua è del 2015, ma affrettare le cose non ha prodotto alcun risultato, anzi, probabilmente visto nel 2017, con una gestione migliore e, soprattutto, qualche episodio in più, poteva fruttare, ma ad oggi "Bloodivores" si posiziona nel podio più basso non solo della stagione autunnale, ma tra i peggiori del 2016.