Recensione
Yuri!!! on Ice
8.0/10
Da sempre gli spokon hanno un posto particolare nel mio cuore, sarà perché son cresciuta con quelli degli anni '80 e '90, sarà perché ho sempre praticato sport, anche a livello agonistico, fin quando il tempo me lo ha permesso, non perdendo mai l'opportunità di partecipare ad ogni tipo di torneo scolastico venisse proposto. Quando fu annunciato "Yuri!!! on Ice" ero molto curiosa e, nonostante tutto il clamore suscitato, ho atteso che finisse prima di visionarlo. Complice una recente influenza, ho avuto così l'opportunità (nonché l'ardire) di "spararmi" tutti e dodici gli episodi uno dietro l'altro, una vera e propria "full immersion".
La trama, di per sé, è abbastanza semplice e lineare: la storia inizia al termine della finale del Grand Prix, la competizione mondiale più importante del pattinaggio artistico su ghiaccio, dove Yuuri Katsuki, il più quotato pattinatore giapponese che accede per la prima volta alla finale, viene sopraffatto dall'emozione e, collezionando ben più di una caduta durante gli esercizi, arriva ultimo. A questo fallimento eclatante, ne seguiranno altri in gare meno importanti nei mesi successivi.
Indeciso su cosa fare del proprio futuro, all'inizio della primavera ritorna a casa dalla propria famiglia. E' qui che, al palazzetto in cui solitamente si allenava, incontra un'amica d'infanzia a cui decide di mostrare un'esibizione... ma non un'esibizione qualsiasi, bensì quella con cui il suo idolo di sempre, il russo Victor Nikiforov, ha vinto per la quinta volta consecutiva la finale del Grand Prix di quell'anno e con cui si sta aggiudicando anche il campionato del mondo. Caso vuole che la splendida esibizione venga ripresa e il video finisca su internet. Quando Victor la visiona, ne rimane così colpito che decide di prendersi un anno sabbatico per allenare Yuuri, con l'obiettivo di fargli vincere la medaglia d'oro del prossimo Grand Prix.
Inutile negarlo: a me la serie è piaciuta, e pure parecchio, per il climax, il rapporto che si sviluppa tra Yuuri e Victor, la lenta ma implacabile ascesa di Yuri(o), il comparto musicale. Certo, come ogni cosa non è esente da difetti, e alcuni sono grossi come una casa di una decina di piani, se non più, il che li rende impossibili da non notare, tanto meno negarli a spada tratta.
Complice l’inizio con il botto, tra opening ed esibizione combinata di Yuuri/Victor, viene normale pensare che le animazioni dovrebbero essere la punta di diamante di questa serie; una punta che però, più di una volta, si scheggia, se non proprio si spezza. Se le esibizioni dei tre personaggi principali mantengono sempre perlopiù un buon livello, lo stesso non si può dire di quelle dei secondari, alcune delle quali sono visivamente poco curate, e un paio addirittura inguardabili.
Altra grossa pecca della serie è quella di aver voluto mettere troppo in dodici puntate. Troppe esibizioni, troppi personaggi di cui si è voluto dire qualcosa. Il risultato è che di molti pattinatori si è avuta solo un'infarinatura, nulla di più, e la mancanza di un approfondimento si fa sentire nel momento in cui bastava davvero poco per giustificare anche scelte nella sceneggiatura che, così, su due piedi, paiono meri espedienti per far fuori la concorrenza.
No, ogni riferimento al crollo emotivo di uno dei personaggi secondari non è affatto casuale. A mio parere, per minare quella sicurezza mostrata come la sua principale caratteristica, avrebbe avuto più senso fargli sbagliare un salto, facendolo anche cadere, piuttosto che mandarlo completamente "in palla" di punto in bianco, senza una vera motivazione, considerato che non è mai stato mostrato sotto pressione per qualcosa. In fondo si sa, non sempre vince chi, "sulla carta", è il più forte o il migliore, e il bello delle competizioni è anche questo: l'errore è - per tutti - costantemente dietro l'angolo, poco importa se dovuto a una scelta sbagliata o alla presa di un maggior rischio da parte dell'atleta, piuttosto che a una distrazione, un infortunio o alla semplice sfortuna, che, è brutto da dire, ma esiste eccome.
Scelta migliore di questa carrellata di personaggi - alcuni dei quali son durati il tempo di un'esibizione; altri che invece parevano più importanti, non hanno avuto l'approfondimento che meritavano, come ad esempio Otabek - sarebbe stata quella di concentrarsi su due o tre pattinatori per gara oltre ai protagonisti, e far fare agli altri le mere comparse, come d'altra parte è accaduto nella prima gara in Giappone con l'esuberante Minami.
Chiusa la parentesi sui personaggi secondari, parliamo dei principali, ovvero Yuuri, Victor e Yuri(o). Personalmente li ho apprezzati tutti e tre, soprattutto perché molto diversi l'uno dall'altro, ma, se alla fine ne dovessi scegliere solo uno, sceglierei Victor.
Da una parte abbiamo Yuri(o) che vuole fare il suo debutto nei seniores con il botto, mostrando al mondo di cosa sia davvero capace, quasi fino ad oggi si fosse trattenuto. La verità è che anche il prodigio va coltivato a dovere, per far sì che raggiunga il suo picco massimo, soprattutto se così giovane e troppo pieno di sé da poter credere che basti eseguire alla perfezione una coreografia, senza però sentirla propria, per poter vincere.
Dall'altra invece abbiamo Yuuri, che è costantemente minato dalle sue insicurezze e dalle sue paure, di sbagliare, di fare l'ennesima figuraccia che stavolta però appannerebbe anche il prestigio dell'unica persona che ha da sempre ammirato, ovvero Victor. La pressione di tale consapevolezza è quella che lo schiaccia, portandolo a un crollo prima di una gara. Ma proprio grazie a questo sfogo capisce che, se davvero vuole, ha la forza per superare i propri limiti (mentali, più che altro) e la stessa immaginazione di Victor.
E infine abbiamo Victor. Leggenda del pattinaggio artistico su ghiaccio per aver vinto consecutivamente cinque campionati del mondo e cinque Gran Prix, oltre che probabilmente tutte le gare a cui ha partecipato negli ultimi più o meno cinque anni, si ritrova a un punto della carriera in cui fatica a trovare lo stimolo per proseguire, a causa della sua impellente necessità di stupire sempre e comunque il pubblico con qualcosa di nuovo. Un pubblico che, anno dopo anno, si rivela sempre più esigente e difficile da soddisfare. Non è ben chiaro che cosa Victor veda in Yuuri quando osserva quel video in internet. Forse potenzialità inespressa, forse talento da coltivare, forse un nuovo modo di stupire il suo pubblico, o forse nulla di ciò o tutto quanto insieme al tempo stesso. Io sono convinta che Victor, nonostante sia uno smemorato, si ricorda bene alcune parole che gli sono state pronunciare una sera... altrimenti perché mostrare quella scena? Così decide di buttarsi in una nuova sfida per nulla facile, che evidenzierà anche i suoi difetti e quanto sia ancora immaturo come allenatore, non rendendosi inizialmente conto di quanto, quella decisione, cambierà la vita artistica - e non solo - di tutti e tre.
Eh sì, non solo: è innegabile quanto la relazione che si sviluppa tra Yuuri e Victor sia uno dei fattori trascinanti dell'intera serie. Vero, non c'è conferma ufficiale della natura di tale relazione, e, se da una parte lascia libera scelta a chi guarda la serie di trarre le proprie conclusioni, questa mancata presa di posizione è davvero un peccato. Di mio, se (pochi) dubbi c'erano, sono stati completamente fugati dalla scena a Barcellona:
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
da adolescente quindicenne mi è capitato di comprare insieme a un'amica anelli identici come simbolo della nostra amicizia, ma non li abbiamo di certo indossati come fosse uno scambio di fedi a un matrimonio, e di certo non lo avrei fatto con quella serietà... e ripeto, "da adolescente quindicenne": Yuuri ha ventiquattro anni, Victor quasi ventotto. Se per ringraziarlo voleva fargli un regalo prezioso senza alimentare supposizioni o confermare dubbi, era più appropriato un orologio! [Fine SPOILER]
Fine paragrafo contenente spoiler
Ad ogni modo, il comparto tecnico migliore della serie è ovviamente quello musicale.
Da tempo i brani che ascolto sono quasi esclusivamente OST di anime, tanto che il resto - meno di un terzo - potrei anche cancellarlo! Quindi, ogni volta che inizio una nuova serie, non vedo l'ora di ascoltare sigle, BGM e quant'altro ha da propormi. Inutile dire che opening ed ending sono finite subito tra le mie preferite e vanno a ciclo continuo, insieme al pezzo che fa da accompagnamento al "programma lungo" di Yuuri. Ma ce n'è davvero per tutti i gusti: lente, allegre, ritmate, classiche... qualcosa di vostro gusto di sicuro lo trovate. E poi fanno il loro lavoro, accompagnando egregiamente le esibizioni dei vari pattinatori.
Risulta molto buono anche il doppiaggio, avendo trovato ogni voce adatta al personaggio interpretato. In particolare, ho apprezzato Jun'ichi Suwabe, il doppiatore di Victor: l'ho adorato quando ha interpretato Archer nelle varie serie di "Fate/Stay Night" e Aomine Daiki in "Kuroko no Basket", e il fatto di non averlo riconosciuto se non a metà serie mi ha sorpreso e non poco per la bravura con cui ha saputo adattarsi perfettamente al carattere del personaggio, davvero così diverso dagli altri due.
Concludendo, "Yuri!!! on Ice" non è certo "il" capolavoro, ma resta un bello spokon godibile e apprezzabile sotto diversi punti di vista, un po' meno sotto altri. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere, che magari vogliono seguire uno sport diverso dai più gettonati calcio, basket o pallavolo. Se a frenarvi è il rapporto omosessuale che si instaura tra Yuuri e Victor, sappiate che il tutto viene trattato sempre con un certo tatto. Di mio ho trovato più deplorevole un certo svizzero, con esibizioni ai limiti del ridicolo e alcune battute davvero di pessimo gusto!
La trama, di per sé, è abbastanza semplice e lineare: la storia inizia al termine della finale del Grand Prix, la competizione mondiale più importante del pattinaggio artistico su ghiaccio, dove Yuuri Katsuki, il più quotato pattinatore giapponese che accede per la prima volta alla finale, viene sopraffatto dall'emozione e, collezionando ben più di una caduta durante gli esercizi, arriva ultimo. A questo fallimento eclatante, ne seguiranno altri in gare meno importanti nei mesi successivi.
Indeciso su cosa fare del proprio futuro, all'inizio della primavera ritorna a casa dalla propria famiglia. E' qui che, al palazzetto in cui solitamente si allenava, incontra un'amica d'infanzia a cui decide di mostrare un'esibizione... ma non un'esibizione qualsiasi, bensì quella con cui il suo idolo di sempre, il russo Victor Nikiforov, ha vinto per la quinta volta consecutiva la finale del Grand Prix di quell'anno e con cui si sta aggiudicando anche il campionato del mondo. Caso vuole che la splendida esibizione venga ripresa e il video finisca su internet. Quando Victor la visiona, ne rimane così colpito che decide di prendersi un anno sabbatico per allenare Yuuri, con l'obiettivo di fargli vincere la medaglia d'oro del prossimo Grand Prix.
Inutile negarlo: a me la serie è piaciuta, e pure parecchio, per il climax, il rapporto che si sviluppa tra Yuuri e Victor, la lenta ma implacabile ascesa di Yuri(o), il comparto musicale. Certo, come ogni cosa non è esente da difetti, e alcuni sono grossi come una casa di una decina di piani, se non più, il che li rende impossibili da non notare, tanto meno negarli a spada tratta.
Complice l’inizio con il botto, tra opening ed esibizione combinata di Yuuri/Victor, viene normale pensare che le animazioni dovrebbero essere la punta di diamante di questa serie; una punta che però, più di una volta, si scheggia, se non proprio si spezza. Se le esibizioni dei tre personaggi principali mantengono sempre perlopiù un buon livello, lo stesso non si può dire di quelle dei secondari, alcune delle quali sono visivamente poco curate, e un paio addirittura inguardabili.
Altra grossa pecca della serie è quella di aver voluto mettere troppo in dodici puntate. Troppe esibizioni, troppi personaggi di cui si è voluto dire qualcosa. Il risultato è che di molti pattinatori si è avuta solo un'infarinatura, nulla di più, e la mancanza di un approfondimento si fa sentire nel momento in cui bastava davvero poco per giustificare anche scelte nella sceneggiatura che, così, su due piedi, paiono meri espedienti per far fuori la concorrenza.
No, ogni riferimento al crollo emotivo di uno dei personaggi secondari non è affatto casuale. A mio parere, per minare quella sicurezza mostrata come la sua principale caratteristica, avrebbe avuto più senso fargli sbagliare un salto, facendolo anche cadere, piuttosto che mandarlo completamente "in palla" di punto in bianco, senza una vera motivazione, considerato che non è mai stato mostrato sotto pressione per qualcosa. In fondo si sa, non sempre vince chi, "sulla carta", è il più forte o il migliore, e il bello delle competizioni è anche questo: l'errore è - per tutti - costantemente dietro l'angolo, poco importa se dovuto a una scelta sbagliata o alla presa di un maggior rischio da parte dell'atleta, piuttosto che a una distrazione, un infortunio o alla semplice sfortuna, che, è brutto da dire, ma esiste eccome.
Scelta migliore di questa carrellata di personaggi - alcuni dei quali son durati il tempo di un'esibizione; altri che invece parevano più importanti, non hanno avuto l'approfondimento che meritavano, come ad esempio Otabek - sarebbe stata quella di concentrarsi su due o tre pattinatori per gara oltre ai protagonisti, e far fare agli altri le mere comparse, come d'altra parte è accaduto nella prima gara in Giappone con l'esuberante Minami.
Chiusa la parentesi sui personaggi secondari, parliamo dei principali, ovvero Yuuri, Victor e Yuri(o). Personalmente li ho apprezzati tutti e tre, soprattutto perché molto diversi l'uno dall'altro, ma, se alla fine ne dovessi scegliere solo uno, sceglierei Victor.
Da una parte abbiamo Yuri(o) che vuole fare il suo debutto nei seniores con il botto, mostrando al mondo di cosa sia davvero capace, quasi fino ad oggi si fosse trattenuto. La verità è che anche il prodigio va coltivato a dovere, per far sì che raggiunga il suo picco massimo, soprattutto se così giovane e troppo pieno di sé da poter credere che basti eseguire alla perfezione una coreografia, senza però sentirla propria, per poter vincere.
Dall'altra invece abbiamo Yuuri, che è costantemente minato dalle sue insicurezze e dalle sue paure, di sbagliare, di fare l'ennesima figuraccia che stavolta però appannerebbe anche il prestigio dell'unica persona che ha da sempre ammirato, ovvero Victor. La pressione di tale consapevolezza è quella che lo schiaccia, portandolo a un crollo prima di una gara. Ma proprio grazie a questo sfogo capisce che, se davvero vuole, ha la forza per superare i propri limiti (mentali, più che altro) e la stessa immaginazione di Victor.
E infine abbiamo Victor. Leggenda del pattinaggio artistico su ghiaccio per aver vinto consecutivamente cinque campionati del mondo e cinque Gran Prix, oltre che probabilmente tutte le gare a cui ha partecipato negli ultimi più o meno cinque anni, si ritrova a un punto della carriera in cui fatica a trovare lo stimolo per proseguire, a causa della sua impellente necessità di stupire sempre e comunque il pubblico con qualcosa di nuovo. Un pubblico che, anno dopo anno, si rivela sempre più esigente e difficile da soddisfare. Non è ben chiaro che cosa Victor veda in Yuuri quando osserva quel video in internet. Forse potenzialità inespressa, forse talento da coltivare, forse un nuovo modo di stupire il suo pubblico, o forse nulla di ciò o tutto quanto insieme al tempo stesso. Io sono convinta che Victor, nonostante sia uno smemorato, si ricorda bene alcune parole che gli sono state pronunciare una sera... altrimenti perché mostrare quella scena? Così decide di buttarsi in una nuova sfida per nulla facile, che evidenzierà anche i suoi difetti e quanto sia ancora immaturo come allenatore, non rendendosi inizialmente conto di quanto, quella decisione, cambierà la vita artistica - e non solo - di tutti e tre.
Eh sì, non solo: è innegabile quanto la relazione che si sviluppa tra Yuuri e Victor sia uno dei fattori trascinanti dell'intera serie. Vero, non c'è conferma ufficiale della natura di tale relazione, e, se da una parte lascia libera scelta a chi guarda la serie di trarre le proprie conclusioni, questa mancata presa di posizione è davvero un peccato. Di mio, se (pochi) dubbi c'erano, sono stati completamente fugati dalla scena a Barcellona:
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
da adolescente quindicenne mi è capitato di comprare insieme a un'amica anelli identici come simbolo della nostra amicizia, ma non li abbiamo di certo indossati come fosse uno scambio di fedi a un matrimonio, e di certo non lo avrei fatto con quella serietà... e ripeto, "da adolescente quindicenne": Yuuri ha ventiquattro anni, Victor quasi ventotto. Se per ringraziarlo voleva fargli un regalo prezioso senza alimentare supposizioni o confermare dubbi, era più appropriato un orologio! [Fine SPOILER]
Fine paragrafo contenente spoiler
Ad ogni modo, il comparto tecnico migliore della serie è ovviamente quello musicale.
Da tempo i brani che ascolto sono quasi esclusivamente OST di anime, tanto che il resto - meno di un terzo - potrei anche cancellarlo! Quindi, ogni volta che inizio una nuova serie, non vedo l'ora di ascoltare sigle, BGM e quant'altro ha da propormi. Inutile dire che opening ed ending sono finite subito tra le mie preferite e vanno a ciclo continuo, insieme al pezzo che fa da accompagnamento al "programma lungo" di Yuuri. Ma ce n'è davvero per tutti i gusti: lente, allegre, ritmate, classiche... qualcosa di vostro gusto di sicuro lo trovate. E poi fanno il loro lavoro, accompagnando egregiamente le esibizioni dei vari pattinatori.
Risulta molto buono anche il doppiaggio, avendo trovato ogni voce adatta al personaggio interpretato. In particolare, ho apprezzato Jun'ichi Suwabe, il doppiatore di Victor: l'ho adorato quando ha interpretato Archer nelle varie serie di "Fate/Stay Night" e Aomine Daiki in "Kuroko no Basket", e il fatto di non averlo riconosciuto se non a metà serie mi ha sorpreso e non poco per la bravura con cui ha saputo adattarsi perfettamente al carattere del personaggio, davvero così diverso dagli altri due.
Concludendo, "Yuri!!! on Ice" non è certo "il" capolavoro, ma resta un bello spokon godibile e apprezzabile sotto diversi punti di vista, un po' meno sotto altri. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere, che magari vogliono seguire uno sport diverso dai più gettonati calcio, basket o pallavolo. Se a frenarvi è il rapporto omosessuale che si instaura tra Yuuri e Victor, sappiate che il tutto viene trattato sempre con un certo tatto. Di mio ho trovato più deplorevole un certo svizzero, con esibizioni ai limiti del ridicolo e alcune battute davvero di pessimo gusto!