Recensione
La fortezza dell'apocalisse
8.5/10
Ormai risulta forzato considerare una “moda” quella degli zombie, in quanto per definizione un revival di questo tipo dovrebbe essere passeggero; mentre la proliferazione di opere d’ambientazione post-apocalittica con non morti mangia uomini - tra fumetti, libri, film, serial e videogame - sembra non ne voglia proprio saperne di scemare.
Ma ciò è un male?
Be’, per un certi versi diviene inevitabile il subentrare di una certa assuefazione, che sfocia nella tentazione di snobbare di default una nuova opera, considerandola l’ennesimo titolo che vuole cavalcare l'onda. E’ ciò che, lo ammetto, è successo inizialmente al sottoscritto con il manga in esame, La fortezza dell’apocalisse di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe, che si è invece rivelato essere un piccolo gioiellino.
La storia è quella di Maeda, un introverso e remissivo ragazzino che si ritrova in carcere perché accusato di un omicidio che non ha commesso, e che ha la sfortuna (?) di essere sbattuto in cella con quelli che sono considerati i soggetti più pericolosi del carcere.
E presto veniamo catapultati nel vivo degli eventi, giusto il tempo di imbatterci nel primo individuo che comincia ad azzannare la gente, senza apparente motivo.
Si nota da subito come una delle caratteristiche di questo manga sia il ritmo sempre incalzante (forse frettoloso nel primo volume), e infatti i dieci volumi di cui è composto La fortezza dell’apocalisse si leggono davvero d’un fiato.
Il titolo dell’opera è un riferimento all’istituto detentivo: nato per tenere dentro i peggiori criminali, ora è una fortezza che ha il compito di tenere i carcerati al sicuro dagli orrori che vagano lì fuori.
Ma come reagiranno coloro che sono considerati dei reietti senza speranza di fronte all’inferno sceso in terra? Cos'è successo nel resto del mondo? Arriveranno mai i soccorsi? Come stanno i familiari? Si è salvato qualcuno? Forse è il caso di varcare le mura della fortezza per constatare di persona...
Durante la lettura troveremo quindi elementi cari agli appassionati del genere. Ben resa è ad esempio l’esplorazione, coi protagonisti che si devono avventurare fuori per cercare armi e munizioni, trovare mezzi di locomozione per farsi strada tra gli zombie, capire in che situazione versa il resto del mondo. E qui potremo arrischiarci per strade apparentemente desolate, negozi abbandonati dove poter arraffare cibo, equipaggiamento e generi di prima necessità; ovviamente senza che manchino le classiche parentesi da infarto per l’immancabile zombie che fa bubusettete tentando di addentare alle spalle uno dei protagonisti.
Ma presto compare anche un elemento inatteso: tra gli zombie vi è un esemplare che pare dotato di caratteristiche particolari, un essere senziente in grado di governare orde di non morti a proprio piacimento, addirittura spingendoli a creare delle montagne semoventi di cadaveri, capaci di distruggere tutto sul proprio cammino.
L’esistenza di questo antagonista personalmente mi ha fatto pensare subito al romanzo Cell di Stephen King, e rende tutto molto più interessante perchè fa capire che il manga non si adagerà sulla lotta per la sopravvivenza fine a se stessa; ma si intravede invece da subito la volontà di dare un "obbiettivo finale" alla storia, evitando così che si stalli su un "andiamo a zonzo in cerca di armi e provviste, cercando nel contempo di sopravvivere all'apocalisse zombie". Yuu Kuraishi stuzzica da subito il lettore coi tanti misteri e quesiti che faranno capolino durante l’avventura, perchè la questione è molto più articolata di quanto si potrebbe pensare.
I cultori del genere postapocalittico sanno però che un quadro simile si presta anche ad un livello di lettura più profondo: ok, bello vedere gente che va in giro a spaccare crani evitando di farsi azzannare, o tenta di sopravvivere a orde di non morti famelici asserragliandosi da qualche parte. Ma un’opera di questo tipo che possa essere ritenuta meritevole (ed è questo il caso) deve anche soffermarsi sull’analisi di una società ormai crollata come un castello di carte, sulla morale messa alla prova dal disperato desiderio di restare in vita, sulle psicologie dei protagonisti e come questi fanno fronte al nuovo ordine delle cose. Quanto valga ad esempio a vita di un altro essere umano se rapportata alla propria sopravvivenza.
E sotto questo aspetto, soprattutto, La fortezza dell’apocalisse rivela di avere qualcosa di nuovo da dire. Infatti in opere di questo tipo, ove si vede l’ordine sociale saltare, la gente si rivela essere infida e egoista e non si fa problemi a piazzare una pallottola in testa al suo prossimo per il proprio tornaconto. Qui avviene semmai il contrario: inizialmente i protagonisti sembrano i soliti teppistelli. Ma durante questo viaggio tireranno fuori la loro vera indole, nascosta sotto la scorza di duri e spietati malviventi, che però pian piano fanno squadra e legano sempre più tra di loro nelle difficoltà, tanto da mettere a repentaglio la propria vita per puro altruismo.
Uno dei migliori elementi di questo manga è costituito proprio dal gruppetto di protagonisti, davvero ben riuscito e caratterizzato. Da figure abbastanza stereotipate, evolvono acquistando spessore e concretezza, anche grazie ad un gioco di flashback che non interferisce mai col ritmo serrato della narrazione, anzi, e che centellina alcuni retroscena a volte davvero angoscianti; vedasi il personaggio di Yamanoi, cresciuto in una topaia con una madre folle (e non scendo in dettagli per non spoilerare).
E risulta inevitabile a un certo punto affezionarsi ai personaggi di questo manga.
Anche la questione del contagio in quest’opera offre delle varianti sul tema, e si fa anche veicolo più avanti per toccare questioni legate alla natura umana, ed alla teoria dell’evoluzione: che gli umani abbiano fatto il loro tempo e sia giunto il momento di cedere il posto ad una nuova specie? Una nuova razza meno autolesionistica?
In fondo, sempre per restare in tema apocalittico, non stiamo parlando di scenari così surreali, perchè è risaputo che tra le teorie più accreditate in merito alla futura e probabile estinzione del genere umano, vi sia proprio quella che contempla la venuta di un qualche virus letale e inarrestabile. Che si tratti di Peste, HIV, Ebola, Aviaria... o un qualche "Virus Z", la sostanza quindi non cambia.
I disegni di Kazu Inabe sono inizialmente poco accattivanti e un po’ anonimi, ma migliorano gradualmente e in maniera evidente; soprattutto il chara design si ammorbidisce e perde la spigolosità iniziale. Il miglioramento lo si nota anche dalle cover (le prime 5 abbastanza minimali e insipide). Le ambientazioni sono solitamente dettagliate, nelle scene clou il risultato è sempre d’impatto, l’espressività non manca mai ed anche i non morti son spesso resi in maniera davvero disturbante (in questo ricorda I am a Hero). La corruzione è infatti evidente anche nella deformità e l’espressione deviata di molti mostri.
L’edizione Planet Manga conta dieci corposi e solidi volumi che, nonostante la natura economica, vantano un’ottima sfogliabilità e resa di stampa dai neri molto profondi. Nulla da eccepire anche sull’adattamento, curato sin dalle schede personaggio e i riepiloghi a inizio di ogni volume.
"La fortezza dell’apocalisse" è un manga di cui non si è parlato moltissimo, e che non ha destato molta curiosità essendo probabilmente stato etichettato sbrigativamente come l’ennesimo fumetto sugli zombie. Ma si tratta invece di una lettura appassionante e densa di avvenimenti, in cui la curiosità viene tenuta sempre desta grazie a nuovi elementi, rivelazioni, sorprese e gli immancabili cliffhanger. E' una bella lettura (soprattutto se si sa andare oltre la superficie) con bei personaggi, spunti di riflessione e un pizzico d'ironia quando serve.
Simpaticissimi anche gli episodi extra a termine dell’ultimo volume che, letti col senno di poi, lasciano anche un bel senso di nostalgia addosso.
Ma ciò è un male?
Be’, per un certi versi diviene inevitabile il subentrare di una certa assuefazione, che sfocia nella tentazione di snobbare di default una nuova opera, considerandola l’ennesimo titolo che vuole cavalcare l'onda. E’ ciò che, lo ammetto, è successo inizialmente al sottoscritto con il manga in esame, La fortezza dell’apocalisse di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe, che si è invece rivelato essere un piccolo gioiellino.
La storia è quella di Maeda, un introverso e remissivo ragazzino che si ritrova in carcere perché accusato di un omicidio che non ha commesso, e che ha la sfortuna (?) di essere sbattuto in cella con quelli che sono considerati i soggetti più pericolosi del carcere.
E presto veniamo catapultati nel vivo degli eventi, giusto il tempo di imbatterci nel primo individuo che comincia ad azzannare la gente, senza apparente motivo.
Si nota da subito come una delle caratteristiche di questo manga sia il ritmo sempre incalzante (forse frettoloso nel primo volume), e infatti i dieci volumi di cui è composto La fortezza dell’apocalisse si leggono davvero d’un fiato.
Il titolo dell’opera è un riferimento all’istituto detentivo: nato per tenere dentro i peggiori criminali, ora è una fortezza che ha il compito di tenere i carcerati al sicuro dagli orrori che vagano lì fuori.
Ma come reagiranno coloro che sono considerati dei reietti senza speranza di fronte all’inferno sceso in terra? Cos'è successo nel resto del mondo? Arriveranno mai i soccorsi? Come stanno i familiari? Si è salvato qualcuno? Forse è il caso di varcare le mura della fortezza per constatare di persona...
Durante la lettura troveremo quindi elementi cari agli appassionati del genere. Ben resa è ad esempio l’esplorazione, coi protagonisti che si devono avventurare fuori per cercare armi e munizioni, trovare mezzi di locomozione per farsi strada tra gli zombie, capire in che situazione versa il resto del mondo. E qui potremo arrischiarci per strade apparentemente desolate, negozi abbandonati dove poter arraffare cibo, equipaggiamento e generi di prima necessità; ovviamente senza che manchino le classiche parentesi da infarto per l’immancabile zombie che fa bubusettete tentando di addentare alle spalle uno dei protagonisti.
Ma presto compare anche un elemento inatteso: tra gli zombie vi è un esemplare che pare dotato di caratteristiche particolari, un essere senziente in grado di governare orde di non morti a proprio piacimento, addirittura spingendoli a creare delle montagne semoventi di cadaveri, capaci di distruggere tutto sul proprio cammino.
L’esistenza di questo antagonista personalmente mi ha fatto pensare subito al romanzo Cell di Stephen King, e rende tutto molto più interessante perchè fa capire che il manga non si adagerà sulla lotta per la sopravvivenza fine a se stessa; ma si intravede invece da subito la volontà di dare un "obbiettivo finale" alla storia, evitando così che si stalli su un "andiamo a zonzo in cerca di armi e provviste, cercando nel contempo di sopravvivere all'apocalisse zombie". Yuu Kuraishi stuzzica da subito il lettore coi tanti misteri e quesiti che faranno capolino durante l’avventura, perchè la questione è molto più articolata di quanto si potrebbe pensare.
I cultori del genere postapocalittico sanno però che un quadro simile si presta anche ad un livello di lettura più profondo: ok, bello vedere gente che va in giro a spaccare crani evitando di farsi azzannare, o tenta di sopravvivere a orde di non morti famelici asserragliandosi da qualche parte. Ma un’opera di questo tipo che possa essere ritenuta meritevole (ed è questo il caso) deve anche soffermarsi sull’analisi di una società ormai crollata come un castello di carte, sulla morale messa alla prova dal disperato desiderio di restare in vita, sulle psicologie dei protagonisti e come questi fanno fronte al nuovo ordine delle cose. Quanto valga ad esempio a vita di un altro essere umano se rapportata alla propria sopravvivenza.
E sotto questo aspetto, soprattutto, La fortezza dell’apocalisse rivela di avere qualcosa di nuovo da dire. Infatti in opere di questo tipo, ove si vede l’ordine sociale saltare, la gente si rivela essere infida e egoista e non si fa problemi a piazzare una pallottola in testa al suo prossimo per il proprio tornaconto. Qui avviene semmai il contrario: inizialmente i protagonisti sembrano i soliti teppistelli. Ma durante questo viaggio tireranno fuori la loro vera indole, nascosta sotto la scorza di duri e spietati malviventi, che però pian piano fanno squadra e legano sempre più tra di loro nelle difficoltà, tanto da mettere a repentaglio la propria vita per puro altruismo.
Uno dei migliori elementi di questo manga è costituito proprio dal gruppetto di protagonisti, davvero ben riuscito e caratterizzato. Da figure abbastanza stereotipate, evolvono acquistando spessore e concretezza, anche grazie ad un gioco di flashback che non interferisce mai col ritmo serrato della narrazione, anzi, e che centellina alcuni retroscena a volte davvero angoscianti; vedasi il personaggio di Yamanoi, cresciuto in una topaia con una madre folle (e non scendo in dettagli per non spoilerare).
E risulta inevitabile a un certo punto affezionarsi ai personaggi di questo manga.
Anche la questione del contagio in quest’opera offre delle varianti sul tema, e si fa anche veicolo più avanti per toccare questioni legate alla natura umana, ed alla teoria dell’evoluzione: che gli umani abbiano fatto il loro tempo e sia giunto il momento di cedere il posto ad una nuova specie? Una nuova razza meno autolesionistica?
In fondo, sempre per restare in tema apocalittico, non stiamo parlando di scenari così surreali, perchè è risaputo che tra le teorie più accreditate in merito alla futura e probabile estinzione del genere umano, vi sia proprio quella che contempla la venuta di un qualche virus letale e inarrestabile. Che si tratti di Peste, HIV, Ebola, Aviaria... o un qualche "Virus Z", la sostanza quindi non cambia.
I disegni di Kazu Inabe sono inizialmente poco accattivanti e un po’ anonimi, ma migliorano gradualmente e in maniera evidente; soprattutto il chara design si ammorbidisce e perde la spigolosità iniziale. Il miglioramento lo si nota anche dalle cover (le prime 5 abbastanza minimali e insipide). Le ambientazioni sono solitamente dettagliate, nelle scene clou il risultato è sempre d’impatto, l’espressività non manca mai ed anche i non morti son spesso resi in maniera davvero disturbante (in questo ricorda I am a Hero). La corruzione è infatti evidente anche nella deformità e l’espressione deviata di molti mostri.
L’edizione Planet Manga conta dieci corposi e solidi volumi che, nonostante la natura economica, vantano un’ottima sfogliabilità e resa di stampa dai neri molto profondi. Nulla da eccepire anche sull’adattamento, curato sin dalle schede personaggio e i riepiloghi a inizio di ogni volume.
"La fortezza dell’apocalisse" è un manga di cui non si è parlato moltissimo, e che non ha destato molta curiosità essendo probabilmente stato etichettato sbrigativamente come l’ennesimo fumetto sugli zombie. Ma si tratta invece di una lettura appassionante e densa di avvenimenti, in cui la curiosità viene tenuta sempre desta grazie a nuovi elementi, rivelazioni, sorprese e gli immancabili cliffhanger. E' una bella lettura (soprattutto se si sa andare oltre la superficie) con bei personaggi, spunti di riflessione e un pizzico d'ironia quando serve.
Simpaticissimi anche gli episodi extra a termine dell’ultimo volume che, letti col senno di poi, lasciano anche un bel senso di nostalgia addosso.