Recensione
"Oh! Family" - in Italia conosciuto con il titolo di "Che famiglia è questa family" - è un manga creato dalla mangaka Taeko Watanabe, serializzato sulla rivista Flower Comics della Shogakukan dal 1982 al 1985 e divenuto - nel 1986 - un anime di ventisei episodi.
"Oh! Family" parla delle bizzarre avventure di una simpaticissima famiglia americana di Los Angeles, gli Anderson, composta dai genitori - Sharon e Wilfred -, il figlio più grande - Kay, omosessuale, la cui presenza porterà a molte censure nella versione italiana - e la mezzana Fea - un maschiaccio che, pensate un po’, frequenterà l’ex ragazzo di suo fratello. La lista non finisce qui: all’appello mancano, infatti, la figlia più piccola Tracy, l’orfanello Jonathan Allen insieme al suo simpatico e strambo cagnone di nome Adam.
Premetto che di primo impatto può sembrare un anime per bambini, ma non è affatto così, dato che vengono trattati temi adulti e maturi come l’omosessualità, e soprattutto il tradimento e il divorzio, con le conseguenze che ha sui figli, tema evidentemente molto a cuore alla autrice originale, dato che verrà ripreso in più episodi diversi con varie sfaccettature.
Come detto prima, questo anime parla delle bizzarre avventure di una famiglia americana: inizia con l’arrivo del piccolo Jonathan - e del suo cane Adam - a casa degli Anderson, il cui equilibrio è scombussolato dall’irruzione dell’orfanello.
Viene subito chiarito che Jonathan non è altro che il figlio di una cara e vecchia amica di Wilfred - Annie Allen - che, morta da poco, desiderava che fosse il suo amico a prendersi cura del figlioletto, dato che il padre era andato via diverso tempo prima e quei pochi parenti e amici che gli erano rimasti non avevano voglia di occuparsi di un bambino, per di più con un cane.
La coppia viene accolta in casa Anderson senza tanti problemi, a parte i soliti litigi che Jonathan avrà inizialmente con Fea, che, comunque, è la prima ad affezionarsi a lui. Dopo l’introduzione dei due nuovi membri della famiglia, si capisce - a differenza di quanto fatto intravedere all’inizio - che la vera protagonista di questo anime - sempre alle prese con il suo amico, nonché futuro fidanzato, Leif - è proprio Fea.
Non mancano, ovviamente, episodi che riguardano da vicino gli altri membri della famiglia. Proprio in questo modo, tutto l’anime si svilupperà così fino alla fine con episodi autoconclusivi, fino alla comparsa del padre naturale di Jonathan, che, pentito del suo comportamento, si prenderà cura di lui e del cagnone Adam, insieme alla sua nuova moglie e figlia piccolina. Così, con grande tristezza e pianti da parte di tutti, Jonathan e il suo cane Adam si separeranno dalla famiglia Anderson, verso la lontana Pittsburgh, dove vive la nuova famigliola, dandoci questo finale agrodolce.
Passando al lato tecnico, i disegni e i colori tutto sommato non sono male, ma le animazioni non sono tra le migliori: soprattutto se consideriamo che è stato prodotto nel 1986 e lo confrontiamo con altre produzioni di successo dello stesso periodo come "Maison Ikkoku", "Dragon Ball", "I cavalieri dello zodiaco" e "Touch", possiamo dire che potevano fare di meglio, ma evidentemente il budget quello era, e ci va bene anche così, dai. Le OST invece presentano dei temi molto carini, simpatici, orecchiabili, con un sound tipicamente americano, che ricordano molto le note sitcom americane, e quindi si adattano perfettamente allo spirito e all’ambientazione della serie, nonostante questo ovviamente è un prodotto 100% Japan. Bella e meritevole anche la opening "California Dreaming" e la ending "Sunny Side Story", entrambe cantate da Ushio Hashimoto, nota cantante degli anni ’80. Simpatica e carina anche la sigla italiana, cantata da Cristina D’Avena come di consueto per quasi tutti i cartoni in onda sulle reti Mediaset.
Per quanto riguarda l’anime in Italia, la prima messa in onda è avvenuta a febbraio del 1988 su Italia 1 all’interno del mitico Bim Bum Bam, ma non ha avuto molto successo: è conosciuto e ricordato, infatti, da poche persone, anche a causa del fatto che è stato replicato pochissime volte.
Anche questo anime non è scampato alle malefiche forbici della censura di Mediaset. Dei ventisei episodi prodotti, infatti, ne sono stati trasmessi venticinque, censurando il famigerato terzo episodio dove Fea scoprirà l’omosessualità del fratello maggiore, vedendolo che si baciava con il suo amico Leif in cameretta, nonché poi suo futuro fidanzato. Fosse soltanto questo il problema! Ci sono, infatti, alcuni episodi dove sono stati tagliati fino a tre minuti circa di animazione, con la trama completamente stravolta rispetto all’originale.
In conclusione, ho adorato questa divertentissima serie TV: se cercate una serie leggera, scanzonata, con molti momenti comici ma anche con piccoli drammi e argomenti più seri, questa è la serie perfetta che fa per voi, a patto che non vi facciate il problema che ormai ha più di trent’anni sulle spalle. Piccolo consiglio finale: ovviamente, se volete assaporare appieno questo anime, dovete vedervi assolutamente la versione originale giapponese sottotitolata presente nei cofanetti distribuiti dalla Yamato video che ho visto, perché la versione italiana, seppur presenta un bel doppiaggio ben fatto e un ottimo cast con scelte azzeccate, purtroppo è stata tutta rovinata dalle malefiche forbici della censura.
Voto: 7,5
"Oh! Family" parla delle bizzarre avventure di una simpaticissima famiglia americana di Los Angeles, gli Anderson, composta dai genitori - Sharon e Wilfred -, il figlio più grande - Kay, omosessuale, la cui presenza porterà a molte censure nella versione italiana - e la mezzana Fea - un maschiaccio che, pensate un po’, frequenterà l’ex ragazzo di suo fratello. La lista non finisce qui: all’appello mancano, infatti, la figlia più piccola Tracy, l’orfanello Jonathan Allen insieme al suo simpatico e strambo cagnone di nome Adam.
Premetto che di primo impatto può sembrare un anime per bambini, ma non è affatto così, dato che vengono trattati temi adulti e maturi come l’omosessualità, e soprattutto il tradimento e il divorzio, con le conseguenze che ha sui figli, tema evidentemente molto a cuore alla autrice originale, dato che verrà ripreso in più episodi diversi con varie sfaccettature.
Come detto prima, questo anime parla delle bizzarre avventure di una famiglia americana: inizia con l’arrivo del piccolo Jonathan - e del suo cane Adam - a casa degli Anderson, il cui equilibrio è scombussolato dall’irruzione dell’orfanello.
Viene subito chiarito che Jonathan non è altro che il figlio di una cara e vecchia amica di Wilfred - Annie Allen - che, morta da poco, desiderava che fosse il suo amico a prendersi cura del figlioletto, dato che il padre era andato via diverso tempo prima e quei pochi parenti e amici che gli erano rimasti non avevano voglia di occuparsi di un bambino, per di più con un cane.
La coppia viene accolta in casa Anderson senza tanti problemi, a parte i soliti litigi che Jonathan avrà inizialmente con Fea, che, comunque, è la prima ad affezionarsi a lui. Dopo l’introduzione dei due nuovi membri della famiglia, si capisce - a differenza di quanto fatto intravedere all’inizio - che la vera protagonista di questo anime - sempre alle prese con il suo amico, nonché futuro fidanzato, Leif - è proprio Fea.
Non mancano, ovviamente, episodi che riguardano da vicino gli altri membri della famiglia. Proprio in questo modo, tutto l’anime si svilupperà così fino alla fine con episodi autoconclusivi, fino alla comparsa del padre naturale di Jonathan, che, pentito del suo comportamento, si prenderà cura di lui e del cagnone Adam, insieme alla sua nuova moglie e figlia piccolina. Così, con grande tristezza e pianti da parte di tutti, Jonathan e il suo cane Adam si separeranno dalla famiglia Anderson, verso la lontana Pittsburgh, dove vive la nuova famigliola, dandoci questo finale agrodolce.
Passando al lato tecnico, i disegni e i colori tutto sommato non sono male, ma le animazioni non sono tra le migliori: soprattutto se consideriamo che è stato prodotto nel 1986 e lo confrontiamo con altre produzioni di successo dello stesso periodo come "Maison Ikkoku", "Dragon Ball", "I cavalieri dello zodiaco" e "Touch", possiamo dire che potevano fare di meglio, ma evidentemente il budget quello era, e ci va bene anche così, dai. Le OST invece presentano dei temi molto carini, simpatici, orecchiabili, con un sound tipicamente americano, che ricordano molto le note sitcom americane, e quindi si adattano perfettamente allo spirito e all’ambientazione della serie, nonostante questo ovviamente è un prodotto 100% Japan. Bella e meritevole anche la opening "California Dreaming" e la ending "Sunny Side Story", entrambe cantate da Ushio Hashimoto, nota cantante degli anni ’80. Simpatica e carina anche la sigla italiana, cantata da Cristina D’Avena come di consueto per quasi tutti i cartoni in onda sulle reti Mediaset.
Per quanto riguarda l’anime in Italia, la prima messa in onda è avvenuta a febbraio del 1988 su Italia 1 all’interno del mitico Bim Bum Bam, ma non ha avuto molto successo: è conosciuto e ricordato, infatti, da poche persone, anche a causa del fatto che è stato replicato pochissime volte.
Anche questo anime non è scampato alle malefiche forbici della censura di Mediaset. Dei ventisei episodi prodotti, infatti, ne sono stati trasmessi venticinque, censurando il famigerato terzo episodio dove Fea scoprirà l’omosessualità del fratello maggiore, vedendolo che si baciava con il suo amico Leif in cameretta, nonché poi suo futuro fidanzato. Fosse soltanto questo il problema! Ci sono, infatti, alcuni episodi dove sono stati tagliati fino a tre minuti circa di animazione, con la trama completamente stravolta rispetto all’originale.
In conclusione, ho adorato questa divertentissima serie TV: se cercate una serie leggera, scanzonata, con molti momenti comici ma anche con piccoli drammi e argomenti più seri, questa è la serie perfetta che fa per voi, a patto che non vi facciate il problema che ormai ha più di trent’anni sulle spalle. Piccolo consiglio finale: ovviamente, se volete assaporare appieno questo anime, dovete vedervi assolutamente la versione originale giapponese sottotitolata presente nei cofanetti distribuiti dalla Yamato video che ho visto, perché la versione italiana, seppur presenta un bel doppiaggio ben fatto e un ottimo cast con scelte azzeccate, purtroppo è stata tutta rovinata dalle malefiche forbici della censura.
Voto: 7,5