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<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>

"Dragon Ball GT" è una serie anime del 1996 di 64 episodi, seguito “riconosciuto” di "Dragon Ball Z" ma non tratto dal manga di Akira Toriyama, quindi con una trama originale.

La storia inizia con Pilaf che riesce a trovare le sette sfere del drago con le stelle nere ed evoca il drago Shenron, ma per sbaglio fa tornare Goku bambino. Quest’ultimo, per ridiventare adulto deve partire alla ricerca delle sfere, stavolta non sparse sulla Terra ma nell’intero universo. Inoltre, se entro un anno non verrà di nuovo evocato il drago, il nostro pianeta scomparirà per sempre. Così inizia l’avventura di Goku, insieme a Trunks e la sua nipotina Pan, che viaggeranno nelle quattro galassie per trovare queste sfere, scongiurare la distruzione della terra e riportare il protagonista all'età adulta. Naturalmente non filerà tutto liscio, ma ci saranno i più disparati nemici a mettere i bastoni tra le ruote al gruppetto che dovrà quindi affrontare e sconfiggere gli antagonisti e continuare il cammino.

La trama, come idea di fondo, non è male e anche la scelta di far tornare Goku bambino poteva essere azzeccata, come sviluppo invece non ci siamo proprio. Tutto ciò che mi aveva entusiasmato nella prima serie e in "Dragon Ball Z" non l’ho ritrovato quasi per nulla qui. La cosa che mi ha veramente deluso sono i cattivi (forse con l’eccezione di Baby): zero carisma, piatti e senza personalità, alcuni davvero ridicoli e messi lì solo per allungare il brodo. Inoltre, sono fin troppo simili ad alcune vecchie conoscenze: ad esempio, la saga di Baby con il dottor Mieu ricorda fin troppo come idea la creazione di Cell da parte del dottor Gelo; la necessità dell’energia vitale per risvegliare Luud l’abbiamo già vista nella liberazione di Majin Bu dalla sfera in cui era rinchiuso; la pura malvagità di Li Shenron sembra un po’ quella di Kid Bu, ecc. I combattimenti poi, se nelle altre serie erano fin troppo lunghi e prolissi, qua invece sono velocissimi e si risolvono nella maggior parte dei casi in una manciata di minuti, creando una disparità tra i lunghi preamboli e l’azione vera e propria.

Non mi è piaciuta molto poi la caratterizzazione dei personaggi “positivi”, ad eccezione di Goku, con il suo carattere scherzoso ed ingenuo, e la determinatissima Pan; Trunks appare molto più ingenuo e tontolone rispetto al ragazzino sveglio e arguto della serie precedente, mentre tutti gli altri sono relegati quasi a delle comparse, con il mio personaggio preferito, Vegeta, che ottiene la trasformazione di quarto livello tramite la tecnologia di Bulma, e sinceramente mi è parsa molto forzata come scelta.
Un’altra cosa che ho notato (forse sono troppo pignolo) è una certa incoerenza della forza fisica dei combattenti; l’esempio che mi viene subito in mente è lo scontro finale tra Goku e Li Shenron, in cui il Sayan SS4 riesce a malapena a reggere un grattacielo che sta crollando quando ci riusciva senza difficoltà o quasi quando era bambino; il combattimento stesso tra loro due, che rappresentano il top dell’universo, distrugge più o meno una città, come Nappa quando è atterrato in "Dragon Ball Z".

Di positivo, comunque, ci sono diversi episodi davvero ben fatti e avvincenti e la saga di Baby, oltre al fatto che è sempre piacevole passare un po’ di tempo in compagnia dei personaggi che hanno segnato la mia infanzia. Questi ultimi punti però non riescono a ribaltare troppo il mio giudizio, che vede quest’anime avere troppi punti negativi ed aver perso quello smalto che mi aveva emozionato con le serie precedenti, quindi do un’insufficienza complessiva: voto 5.