Recensione
Blame! film
7.0/10
"Blame!" è il manga più famoso del maestro Nihei, uscito alla fine degli anni '90. Diciamo che si colloca storicamente come epilogo di quel filone fantascientifico cyberpunk iniziato alla fine degli anni '80 con "Akira", "Alita", "Ghost in the Shell". Perché dico epilogo? Avete presente le tematiche principali del cyberpunk? L'espansione tecnologica che diventa sempre più opprimente per la società, la comparsa di intelligenze artificiali così perfette e simili all'uomo da mettere in dubbio il significato stesso della vita e dell'essere umano? Bene, nel manga di "Blame!" tutte queste tematiche vengono portate alle estreme conseguenze. Perché l'ambientazione di "Blame!" è un mondo ormai completamente coperto da quella che viene chiamata una mega-struttura, un'enorme città che ha inglobato la terra, composta da migliaia di livelli che si estendono in tutte le direzioni e in continua espansione grazie ai costruttori, macchine che continuano a costruire ormai senza obbedire ai comandi dell'uomo. E questo sconfinato mondo metallico è popolato da intelligenze artificiali di tutti i tipi, creature di silicio, costruttori, safeguard. Gli esseri umani diventano sempre più una razza in via di estinzione, i pochi villaggi rimasti sono costretti continuamente a scappare dalla minaccia delle safeguard, intelligenze artificiali un tempo costruite per proteggere l'uomo, a cui ora danno la caccia per epurare la società dagli scarti. Il protagonista della storia è Killy, un essere per metà umano che vaga da migliaia di anni in questo mondo desolato in cerca di umani in possesso del gene terminale di rete, un gene che permetterebbe agli uomini di riprendere il controllo sulle macchine.
Nonostante il grande successo che ebbe il manga, non si riuscì a creare una trasposizione animata valida per via anche della difficoltà della resa su schermo delle bellissime tavole di Nihei. Ma, finalmente, dopo quasi vent'anni, dopo il successo dell'anime tratto da un altro manga di Nihei ("Knights of Sidonia") la Polygon Pictures ha deciso di mettere mano all'universo di "Blame!" e dedicargli un film.
Iniziamo subito da un presupposto: nel manga di "Blame!" il protagonista assoluto è Killy, l'essere per metà umano di cui vi ho parlato nell'introduzione, un tipo cupo e solitario che non parla quasi mai, infatti nel fumetto ci sono pochissimi dialoghi. Lo stesso Nihei disse che "Blame!" essenzialmente era la storia di un uomo e il suo viaggio solitario quindi non c'era bisogno di molti dialoghi. Nel film si è deciso di fare un cambio di prospettiva: la storia è incentrata su un villaggio di umani che cerca di sopravvivere all'interno della mega-struttura all'attacco delle safeguard. Protagonista della storia è Zuru, una piccola ragazza del villaggio. E Killy, sebbene rimane il personaggio chiave, ci viene un po' presentato come l'eroe solitario e misterioso chiamato a salvare il villaggio. Infatti, nella scena iniziale del film vediamo la ragazza che ci racconta un po' la storia e poi la vediamo in una battuta di caccia per cercare del cibo, e qui farà il suo incontro con Killy. Questa scelta secondo me è dovuta a due fattori: da un lato, hanno dato alla storia un personaggio con cui lo spettatore può immedesimarsi, la giovane ragazza Zuru, che come noi si affaccia timidamente per la prima volta nel mondo di "Blame!" e nei suoi pericoli. Nel manga, Nihei aveva fatto una scelta diversa, quella di non dare nessun punto fermo al lettore, di farlo immergere in un mondo completamente spaesato. E capite che questa scelta in un film lo avrebbe reso meno digeribile ad un ampio pubblico. Due fattori dicevo, il secondo è che in questo modo possono raccontare una storia piuttosto lineare: villaggio in pericolo, l'arrivo di uno sconosciuto chiamato a risolvere la situazione. Detta così non vi ricorda molto la trama di un film western? O anche le storie di samurai, per rimanere in Giappone. Questa scelta indubbiamente premia, da un lato, perché la storia ha un buon ritmo e uno scontro con il nemico finale davvero ben fatto. Da un altro lato rende la storia un po' prevedibile e a tratti noiosa, soprattutto perché non ha personaggi davvero carismatici e poi perché ci sono troppi momenti di spiegoni.
Ma adesso passiamo alla questione più importante. Uno dei punti forti del manga erano sicuramente le ambientazioni, enormi strutture metalliche complesse, senza una logica, che giganteggiavano sui personaggi e davano al lettore un forte senso di oppressione e solitudine. Come è stato reso questo nel film? Qui vorrei fare un grandissimo applauso agli animatori, perché la resa grafica della mega-struttura è eccezionale: lunghi corridoi che portano ad edifici immensi realizzati benissimo e molto fedeli al manga. Sicuramente i fan di vecchia data apprezzeranno, ma anche tutti gli amanti della fantascienza. Unica pecca è il loro utilizzo, perché, nel fumetto, Killy si muoveva continuamente tra spazi angusti, corridoi strettissimi, enormi palazzi per poi cadere in ampi spazi vuoti, tutto questo mentre combatteva le varie creature metalliche che infestavano quei posti. I combattimenti nel film invece sono piuttosto statici, o meglio, non sfruttano al massimo l'ambiente circostante. Sebbene gli ambienti nel film sono ben curati, sono solo un paio, il villaggio degli uomini, il laboratorio e qualche corridoio in mezzo. La storia del film si concentra su una piccola parte del manga e rinuncia a mostrarci parecchi luoghi evocativi presenti in esso. Insomma, potrei definire questo film un assaggio di quello che ha da offrire il vasto universo narrativo e visivo di "Blame!".
Ultima nota: i personaggi. Anche qui sono rimasto abbastanza soddisfatto. Hanno lasciato a Killy la sua aurea misteriosa, il suo fascino da personaggio cupo e silenzioso. Dirà quattro battute in tutto il film, il suo carattere e la sua volontà li dimostrerà solo con i fatti. Anche Cibo rimane parecchio fedele al personaggio del fumetto, una brillante scienziata in grado di adattarsi a tutte le situazioni che sembra l'unica in grado di capire Killy. Ottima anche la riuscita grafica del nemico principale Sanakan, anche se qui il suo ruolo è un po' marginale. Note di demerito forse per i membri del villaggio, tutti un po' piatti e anonimi, a partire anche dalla protagonista Zuru. E, altra piccola nota di demerito, nel manga ci sono una gran varietà di esseri che incontra Killy, mentre nel film ci fanno vedere solo safeguard tutte uguali e umani, e ci fanno a malapena intravedere un costruttore e un'autorità.
Per concludere,quindi, il mio giudizio è abbastanza positivo. Come ho detto sopra, questo film è un po' un assaggio di quello che potrebbe offrire il manga di "Blame!". Spero vivamente che facciano dei sequel, che questo film fosse solo una prova per farci capire che sono in grado di ricreare l'universo visivo di Nihei e che nei prossimi film ce ne mostreranno tutto il potenziale. Ma queste per adesso sono solo speranze personali.
Nonostante il grande successo che ebbe il manga, non si riuscì a creare una trasposizione animata valida per via anche della difficoltà della resa su schermo delle bellissime tavole di Nihei. Ma, finalmente, dopo quasi vent'anni, dopo il successo dell'anime tratto da un altro manga di Nihei ("Knights of Sidonia") la Polygon Pictures ha deciso di mettere mano all'universo di "Blame!" e dedicargli un film.
Iniziamo subito da un presupposto: nel manga di "Blame!" il protagonista assoluto è Killy, l'essere per metà umano di cui vi ho parlato nell'introduzione, un tipo cupo e solitario che non parla quasi mai, infatti nel fumetto ci sono pochissimi dialoghi. Lo stesso Nihei disse che "Blame!" essenzialmente era la storia di un uomo e il suo viaggio solitario quindi non c'era bisogno di molti dialoghi. Nel film si è deciso di fare un cambio di prospettiva: la storia è incentrata su un villaggio di umani che cerca di sopravvivere all'interno della mega-struttura all'attacco delle safeguard. Protagonista della storia è Zuru, una piccola ragazza del villaggio. E Killy, sebbene rimane il personaggio chiave, ci viene un po' presentato come l'eroe solitario e misterioso chiamato a salvare il villaggio. Infatti, nella scena iniziale del film vediamo la ragazza che ci racconta un po' la storia e poi la vediamo in una battuta di caccia per cercare del cibo, e qui farà il suo incontro con Killy. Questa scelta secondo me è dovuta a due fattori: da un lato, hanno dato alla storia un personaggio con cui lo spettatore può immedesimarsi, la giovane ragazza Zuru, che come noi si affaccia timidamente per la prima volta nel mondo di "Blame!" e nei suoi pericoli. Nel manga, Nihei aveva fatto una scelta diversa, quella di non dare nessun punto fermo al lettore, di farlo immergere in un mondo completamente spaesato. E capite che questa scelta in un film lo avrebbe reso meno digeribile ad un ampio pubblico. Due fattori dicevo, il secondo è che in questo modo possono raccontare una storia piuttosto lineare: villaggio in pericolo, l'arrivo di uno sconosciuto chiamato a risolvere la situazione. Detta così non vi ricorda molto la trama di un film western? O anche le storie di samurai, per rimanere in Giappone. Questa scelta indubbiamente premia, da un lato, perché la storia ha un buon ritmo e uno scontro con il nemico finale davvero ben fatto. Da un altro lato rende la storia un po' prevedibile e a tratti noiosa, soprattutto perché non ha personaggi davvero carismatici e poi perché ci sono troppi momenti di spiegoni.
Ma adesso passiamo alla questione più importante. Uno dei punti forti del manga erano sicuramente le ambientazioni, enormi strutture metalliche complesse, senza una logica, che giganteggiavano sui personaggi e davano al lettore un forte senso di oppressione e solitudine. Come è stato reso questo nel film? Qui vorrei fare un grandissimo applauso agli animatori, perché la resa grafica della mega-struttura è eccezionale: lunghi corridoi che portano ad edifici immensi realizzati benissimo e molto fedeli al manga. Sicuramente i fan di vecchia data apprezzeranno, ma anche tutti gli amanti della fantascienza. Unica pecca è il loro utilizzo, perché, nel fumetto, Killy si muoveva continuamente tra spazi angusti, corridoi strettissimi, enormi palazzi per poi cadere in ampi spazi vuoti, tutto questo mentre combatteva le varie creature metalliche che infestavano quei posti. I combattimenti nel film invece sono piuttosto statici, o meglio, non sfruttano al massimo l'ambiente circostante. Sebbene gli ambienti nel film sono ben curati, sono solo un paio, il villaggio degli uomini, il laboratorio e qualche corridoio in mezzo. La storia del film si concentra su una piccola parte del manga e rinuncia a mostrarci parecchi luoghi evocativi presenti in esso. Insomma, potrei definire questo film un assaggio di quello che ha da offrire il vasto universo narrativo e visivo di "Blame!".
Ultima nota: i personaggi. Anche qui sono rimasto abbastanza soddisfatto. Hanno lasciato a Killy la sua aurea misteriosa, il suo fascino da personaggio cupo e silenzioso. Dirà quattro battute in tutto il film, il suo carattere e la sua volontà li dimostrerà solo con i fatti. Anche Cibo rimane parecchio fedele al personaggio del fumetto, una brillante scienziata in grado di adattarsi a tutte le situazioni che sembra l'unica in grado di capire Killy. Ottima anche la riuscita grafica del nemico principale Sanakan, anche se qui il suo ruolo è un po' marginale. Note di demerito forse per i membri del villaggio, tutti un po' piatti e anonimi, a partire anche dalla protagonista Zuru. E, altra piccola nota di demerito, nel manga ci sono una gran varietà di esseri che incontra Killy, mentre nel film ci fanno vedere solo safeguard tutte uguali e umani, e ci fanno a malapena intravedere un costruttore e un'autorità.
Per concludere,quindi, il mio giudizio è abbastanza positivo. Come ho detto sopra, questo film è un po' un assaggio di quello che potrebbe offrire il manga di "Blame!". Spero vivamente che facciano dei sequel, che questo film fosse solo una prova per farci capire che sono in grado di ricreare l'universo visivo di Nihei e che nei prossimi film ce ne mostreranno tutto il potenziale. Ma queste per adesso sono solo speranze personali.