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7.0/10
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Era il 2011 quando, ad una fiera del fumetto, mi venne regalato insieme ad altri acquisti il primo numero di Kyoukai no Rinne. Allora lessi praticamente solo il primo capitolo, della Takahashi avevo solo guardato i principali anime e nemmeno troppo assiduamente. Questa primavera però decido di leggere Ranma 1/2 e me ne innamoro. Affamata di altre opere dell'autrice risfoglio quel volumetto lasciato in fonto allo scaffale e decido di provare a seguire la storia.

Rinne è... diverso. La struttura dell'opera è molto simile a quella di Ranma in quanto abbiamo storie autoconclusive, una marea di personaggi secondari, pentagoni amorosi e scene comiche ridicole. Il problema della storia è la mancanza di un obiettivo, che rende dopo un po' il tutto pesante. Se in Ranma sappiamo dove si andrà a parare (matrimonio e ritorno alla normalità, che poi non si siano ottenuti è un altro discorso), davvero mi chiedo come potrebbe mai concludersi questo manga.
I protagonisti in 21 volumi non sono affatto evoluti, le storie autoconclusive dei fantasmi sono diventate davvero noiose e faccio fatica a leggerle mentre i personaggi secondari, vero punto di forza, non sempre vengono sfruttati a dovere.
Ricordate le scene romantiche (rovinate ogni volta) in Ranma, Inuyasha e compagnia bella? Dimenticatele! Rinne mostra subito di avere una cotta per Sakura ma scene del genere sono del tutto assenti nel manga. Il fattore romantico si ha perchè magari in un capitolo Sakura parla e Rinne arroscisce E BASTA. La cosa è davvero frustrante perchè già la protagonista ha un carattere apatico che la fa risultare poco simpatica, se poi questo carattere non viene nemmeno utilizzato bene per incomprensioni e scene comiche allora qual è il punto?

A mio parere è un buon manga da leggere senza pretese, io leggo qualche capitolo la sera per farmi due risate ma nulla di più. Non si arriva alla comicità di Ranma e non ci sono scene particolarmente profonde. E' solo una commedia per passare il tempo, con personaggi ben scritti che vengono introdotti con un buon ritmo. Credo che un 7 lo meriti, non sarà il lavoro più alto della Takahashi ma è comunque una lettura piacevole.