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E' chiaro a tutti che i Giapponesi abbiano un problema con il fantasy.
Il più delle volte, piuttosto che sforzarsi a creare e a presentarci un mondo che abbia delle caratteristiche ben definite, preferiscono concentrarsi su altri dettagli che consentano loro di vendere quanti più DVD/BD possibili, oppure, dopo essersi resi conto che una determinata caratteristica vende, quest'ultima viene sfruttata fino all'osso.

Fortunatamente per me, "Shingeki no Bahamut: Genesis", benché sia un fantasy (per ambientazione e per la presenza di personaggi e caratteristiche sovrannaturali), preferisce aderire a un altro genere, quasi sempre indissolubilmente legato a quello precedentemente indicato, e questo genere è l'avventura. "Shingeki no Bahamut: Genesis", infatti, prende da film e libri appartenenti a questo genere numerose caratteristiche: misteri, combattimenti, ritmo a rotta di collo, belle donne e soprattutto due elementi che hanno permesso alla serie di raggiungere un buon livello, ovvero il protagonista e la struttura narrativa.
Favaro si presenta come la fusione delle caratteristiche che hanno reso celebri i protagonisti delle più famose pellicole d'avventura. Infatti questo personaggio possiede l'atteggiamento spaccone e l'atleticità di Douglas Fairbanks, la cialtroneria di Johnny Depp in "Pirati dei Caraibi" e la capacità, quasi sovrannaturale e tipica di Harrison Ford di "Indiana Jones", di cacciarsi, suo malgrado, in situazioni pericolose, dalle quali (per il nostro sollazzamento) riuscirà a scampare sempre nel modo più rocambolesco e spettacolare possibile.
Per quanto riguarda la struttura, bisogna dire prima di tutto che la serie (come ogni prodotto d'avventura degno di questo nome) presenta una grande varietà di ambientazioni: ponti, foreste, villaggi stregati, ognuna di esse utilizzata nelle sue caratteristiche peculiari per dare vita a scene d'azione mozzafiato. Un esempio per tutti: la parte ambientata in mare. Se mi chiedessero di immaginarmi una scena d'azione di ambientazione marina in un contesto fantasy d'avventura, io sicuramente penserei a questi tre elementi: tempesta, arrembaggio, attacco di un mosto marino; ebbene, in "Shingeki no Bahamut: Genesis", nella parte ambientata in mezzo al mare, sono presenti tutte e tre le caratteristiche sopracitate.
Ma, se c'è una cosa che ho apprezzato particolarmente in questa serie, questa è la linearità della trama (altra caratteristica tipica dei prodotti d'avventura). I personaggi hanno un obiettivo ben preciso, che consiste nell'andare dal punto A al punto B, ed è durante questo viaggio che si sviluppano trama e personaggi e la storia si conclude perfettamente, senza lasciare nulla in sospeso, in dodici episodi. E in un mondo come quello dell'animazione giapponese, pieno zeppo di serie di dodici (o anche ventiquattro) puntate utili solo a introdurre trama e personaggi - ma di queste puntate molto probabilmente non avremo mai un seguito -, vedere l'autoconclusivo "Genesis" per me è stata una liberazione.

Dal punto di vista registico la serie si mantiene di un buon livello. Il regista Keiichi Sato abusa di alcuni effetti visivi, come detriti portati via dal vento che riempiono l'immagine o schizzi di sangue che sporcano lo schermo, e questi sono dettagli che mi hanno molto infastidito, ma ha il pregio di non rendere confusi i duelli, che sono sempre molto piacevoli da vedere, grazie a delle animazioni che non rendono i corpi né troppo rigidi e pesanti né troppo fluidi, come se fossero fatti di gomma.
Invece i vari storyboarder che si sono avvicendati durante la serie hanno avuto la saggia idea di lasciare i dialoghi al minimo nelle scene più concitate, lasciando fare tutto il lavoro alla splendida colonna sonora di Yoshihiro Ike, che presenta una grande varietà di temi. Infatti si passa da pezzi di natura spagnoleggiante ad altri ampiamente influenzati dai "Carmina Burana" di Orff, per giungere infine a tracce più consone alle produzioni fantasy, ma comunque molto suggestive. Come suggestiva è anche l'opening dei SiM, grintosa e adrenalinica.

Quindi, nonostante una parte centrale un po' noiosa e una CG che si integra male con l'animazione tradizionale (sinceramente parlando, il carro di Bacchus è un attentato alle cornee dello spettatore), "Shingeki no Bahamut: Genesis" risulta una serie caldamente consigliata a chiunque sia in cerca di un buon anime fantasy e (soprattutto) d'avventura.