Recensione
Anonymous Noise
8.0/10
"Fukumenkei Noise" presenta un interessante mix d’ingredienti: unisce, infatti, in un anime ‘musicale’ le dinamiche di uno shoujo classico, condito dalle classiche esperienze rilassanti di uno slice of life.
La musica si mescola al classico triangolo tra l’eroina imbranata, ma dal grande potenziale, il bel tenebroso vecchio amore e l’amico ‘vorrei essere qualcosa di più', problematico ma dal carattere più vispo. Nulla di nuovo sotto il sole, se non lo s’inquadra nella bella atmosfera generata dalle vicissitudini musicali dei giovani protagonisti.
Il lungo avvicinarsi all’appuntamento ‘musicale’ finale, il grande festival rock giapponese, non risparmia colpi di scena, alti e bassi e qualche bella perla musicale da ascoltare anche al di fuori del contesto animato. Il carattere dei personaggi e alcuni temi forse eccessivamente forzati per ‘fare scena’, si annacquano nel percorso della band principale, un giusto mix di buona musica e stile. La protagonista, che alterna perle di simpatia ad una performance a volte un po’ troppo melodrammatica, si cala bene nel ruolo di frontman punk, sia come presenza scenica che per qualità vocale della seiyuu che la interpreta.
"Fukumenkei Noise" non è "Nana" e neanche "Beck", ma, a mio parere, riesce a mescolare alcuni dei pregi di questi due prodotti in una storia che mi ha spinto a chiederne un sequel e a sperare nell’arrivo del manga in Italia.
La musica si mescola al classico triangolo tra l’eroina imbranata, ma dal grande potenziale, il bel tenebroso vecchio amore e l’amico ‘vorrei essere qualcosa di più', problematico ma dal carattere più vispo. Nulla di nuovo sotto il sole, se non lo s’inquadra nella bella atmosfera generata dalle vicissitudini musicali dei giovani protagonisti.
Il lungo avvicinarsi all’appuntamento ‘musicale’ finale, il grande festival rock giapponese, non risparmia colpi di scena, alti e bassi e qualche bella perla musicale da ascoltare anche al di fuori del contesto animato. Il carattere dei personaggi e alcuni temi forse eccessivamente forzati per ‘fare scena’, si annacquano nel percorso della band principale, un giusto mix di buona musica e stile. La protagonista, che alterna perle di simpatia ad una performance a volte un po’ troppo melodrammatica, si cala bene nel ruolo di frontman punk, sia come presenza scenica che per qualità vocale della seiyuu che la interpreta.
"Fukumenkei Noise" non è "Nana" e neanche "Beck", ma, a mio parere, riesce a mescolare alcuni dei pregi di questi due prodotti in una storia che mi ha spinto a chiederne un sequel e a sperare nell’arrivo del manga in Italia.