Recensione
Saga of Tanya the Evil
7.0/10
Recensione di NickyFlowers
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“Youjo Senki”, conosciuto anche con il titolo di “Saga of Tanya the Evil”, è un anime che non mi aveva destato curiosità quando era stato annunciato. Tuttavia, in seguito a diversi apprezzamenti che questa serie ha avuto, ho deciso di iniziarne la visione, lasciandomi in parte soddisfatta, in parte delusa. Andiamo con ordine.
La storia è ambientata in un mondo alternativo, dove si sta svolgendo la Prima Guerra Mondiale tra l’Impero, geograficamente corrispondente alla Germania, e tutte le altre potenze vicine, tra cui la Repubblica e l’Intesa. Tutta la vicenda la si vede con gli occhi di Tanya, conosciuta da tutti per il suo essere cinica e spietata, e che, nonostante la giovane età, è a capo di un battaglione dell’Impero.
La trama, strutturata in questo modo, sembra fatta apposta per non destare il minimo interesse nel potenziale spettatore. Se poi si mette come protagonista della storia una loli, ecco che i pregiudizi iniziano a farsi sentire. Ma, se si dà alla serie una possibilità, e soprattutto se la visione non si ferma al primo episodio, le basse aspettative verranno disattese.
Uno dei punti forti di “Youjo Senki” è la rappresentazione delle varie tematiche, a partire da quella della guerra. La guerra è orribile perché porta distruzione e morte, perché non ci sono né vincitori né vinti, ma anche perché ogni traccia di umanità viene cancellata, per lasciare spazio alla sete di sangue e alla gloria (effimera) che porta la vittoria.
Altra tematica molto presente in tutta la serie è il rapporto tra l’uomo e Dio. Tanya non crede in Dio, perché pensa che solo chi è senza speranza si può aggrappare a un’entità la cui esistenza è messa costantemente in dubbio. Senza fare tanti spoiler, è da ciò che nasce lo scontro tra Tanya e Dio, da lei chiamato Entità X, ed è da ciò che parte tutta la storia, dove verrà mostrato il percorso che Tanya deve fare per ottenere una vera fede, la quale viene vista come condizione necessaria per l'esistenza dell'uomo.
Se da un lato le tematiche sono un pregio di “Saga of Tanya the Evil”, dall'altro il come esse siano state gestite è un limite che impedisce di dare un voto più alto a questa serie. Capita molto spesso nel corso della visione che gli argomenti messi in gioco vengano quasi subito accantonati, senza dare la possibilità allo spettatore di sviscerarle in modo da elaborare una sua interpretazione.
Sotto la voce dei difetti, ci sono anche i personaggi: nessuno tra i soldati è particolarmente memorabile, non si capisce perché abbiano scelto di arruolarsi nell'esercito, da quali ideali siano mossi, e non mostrano nessuna crescita o evoluzione.
Anche il personaggio di Dio manca di una caratterizzazione adeguata: a volte sembra un’entità onnipotente e onnisciente; a volte, invece, sembra soffrire di un qualche complesso di inferiorità. La sua caratterizzazione può essere accettabile se si abbandona la definizione di Dio secondo il Cristianesimo e si tiene a mente quella data dalla religione dell’antica Grecia: un essere divino molto simile all'uomo, capace di assumere varie forme, prepotente e pronto a infliggere punizioni agli uomini, qualora abbiano peccato di tracotanza.
L’unico personaggio ben caratterizzato è Tanya, una protagonista dalle molte sfaccettature. Dietro al suo essere spietata e al suo mostrare un atteggiamento leggermente sadico è presente una motivazione: sopravvivere, pensando prima a sé stessa che agli altri, per poter vincere la sfida contro Dio.
Per quanto riguarda l’apparato tecnico, si sta parlando di una piccola sorpresa: per essere la prima produzione, lo studio Nut ha mostrato di saperci fare. Nonostante qualche uso della CGI a volte leggermente esagerato, c’è stato un sapiente uso del budget. Il comparto tecnico eccelle in tre elementi: la regia, che dà il meglio di sé soprattutto nelle scene di combattimento; le musiche, che riescono a sostenere ogni scena in maniera eccellente; la cura con cui sono state rese le espressioni dei volti dei personaggi, specie nel caso di Tanya, i cui occhi sbarrati e volutamente poco proporzionati mostrano la sua follia più pura.
Insomma, “Saga of Tanya the Evil” è una serie discreta: non si tratta di un prodotto eccellente, ma la sua visione riesce a lasciare un qualcosa allo spettatore, e tanto basta. Consigliato soprattutto agli amanti delle serie di guerra.
La storia è ambientata in un mondo alternativo, dove si sta svolgendo la Prima Guerra Mondiale tra l’Impero, geograficamente corrispondente alla Germania, e tutte le altre potenze vicine, tra cui la Repubblica e l’Intesa. Tutta la vicenda la si vede con gli occhi di Tanya, conosciuta da tutti per il suo essere cinica e spietata, e che, nonostante la giovane età, è a capo di un battaglione dell’Impero.
La trama, strutturata in questo modo, sembra fatta apposta per non destare il minimo interesse nel potenziale spettatore. Se poi si mette come protagonista della storia una loli, ecco che i pregiudizi iniziano a farsi sentire. Ma, se si dà alla serie una possibilità, e soprattutto se la visione non si ferma al primo episodio, le basse aspettative verranno disattese.
Uno dei punti forti di “Youjo Senki” è la rappresentazione delle varie tematiche, a partire da quella della guerra. La guerra è orribile perché porta distruzione e morte, perché non ci sono né vincitori né vinti, ma anche perché ogni traccia di umanità viene cancellata, per lasciare spazio alla sete di sangue e alla gloria (effimera) che porta la vittoria.
Altra tematica molto presente in tutta la serie è il rapporto tra l’uomo e Dio. Tanya non crede in Dio, perché pensa che solo chi è senza speranza si può aggrappare a un’entità la cui esistenza è messa costantemente in dubbio. Senza fare tanti spoiler, è da ciò che nasce lo scontro tra Tanya e Dio, da lei chiamato Entità X, ed è da ciò che parte tutta la storia, dove verrà mostrato il percorso che Tanya deve fare per ottenere una vera fede, la quale viene vista come condizione necessaria per l'esistenza dell'uomo.
Se da un lato le tematiche sono un pregio di “Saga of Tanya the Evil”, dall'altro il come esse siano state gestite è un limite che impedisce di dare un voto più alto a questa serie. Capita molto spesso nel corso della visione che gli argomenti messi in gioco vengano quasi subito accantonati, senza dare la possibilità allo spettatore di sviscerarle in modo da elaborare una sua interpretazione.
Sotto la voce dei difetti, ci sono anche i personaggi: nessuno tra i soldati è particolarmente memorabile, non si capisce perché abbiano scelto di arruolarsi nell'esercito, da quali ideali siano mossi, e non mostrano nessuna crescita o evoluzione.
Anche il personaggio di Dio manca di una caratterizzazione adeguata: a volte sembra un’entità onnipotente e onnisciente; a volte, invece, sembra soffrire di un qualche complesso di inferiorità. La sua caratterizzazione può essere accettabile se si abbandona la definizione di Dio secondo il Cristianesimo e si tiene a mente quella data dalla religione dell’antica Grecia: un essere divino molto simile all'uomo, capace di assumere varie forme, prepotente e pronto a infliggere punizioni agli uomini, qualora abbiano peccato di tracotanza.
L’unico personaggio ben caratterizzato è Tanya, una protagonista dalle molte sfaccettature. Dietro al suo essere spietata e al suo mostrare un atteggiamento leggermente sadico è presente una motivazione: sopravvivere, pensando prima a sé stessa che agli altri, per poter vincere la sfida contro Dio.
Per quanto riguarda l’apparato tecnico, si sta parlando di una piccola sorpresa: per essere la prima produzione, lo studio Nut ha mostrato di saperci fare. Nonostante qualche uso della CGI a volte leggermente esagerato, c’è stato un sapiente uso del budget. Il comparto tecnico eccelle in tre elementi: la regia, che dà il meglio di sé soprattutto nelle scene di combattimento; le musiche, che riescono a sostenere ogni scena in maniera eccellente; la cura con cui sono state rese le espressioni dei volti dei personaggi, specie nel caso di Tanya, i cui occhi sbarrati e volutamente poco proporzionati mostrano la sua follia più pura.
Insomma, “Saga of Tanya the Evil” è una serie discreta: non si tratta di un prodotto eccellente, ma la sua visione riesce a lasciare un qualcosa allo spettatore, e tanto basta. Consigliato soprattutto agli amanti delle serie di guerra.