Recensione
I miei 23 schiavi
7.0/10
Devo ammettere che non mi aspettavo molto da questo titolo. A dirla tutta ho avuto il sentore, di primo acchito, che si trattasse di una vera e propria trashata. E, per carità, in un certo senso lo è, ed anzi l’autore ci gioca molto su questo elemento, persino a partire dalle copertine che reinterpretano i protagonisti di questo manga in chiave sadomaso (cane incluso!).
La trama è presto detta: esiste una sorta di apparecchio ortodontico (l’SCM) che permette a chi lo indossa di poter sfidare un altro possessore: il perdente diventa lo schiavo ed è costretto ad eseguire praticamente qualsiasi ordine del padrone. Come è facile immaginare, la cosa viene interpretata innanzitutto in chiave sessuale in molti frangenti di questa storia, ma non solo.
Da questo incipit prenderanno quindi il via le vicende di una rosa sempre più ampia di personaggi, che finiranno per intrecciarsi e ingarbugliarsi tra di loro sempre più, a volta sorprendentemente, sempre a causa di questo SCM.
Ognuno ha le sue motivazioni: possono essere superficiali, malate, disperate o persino in qualche modo nobili. Fatto sta che ne viene fuori un susseguirsi di sfide, macchinazioni e trabocchetti che sicuramente tiene desta l’attenzione per tutta la durata dei 10 volumi che compongono il manga. Anche perché l’SCM ha tutta una serie di vincoli e regole, e molte di esse sono da scoprire strada facendo, assieme ad una serie di interrogativi riguardanti la natura di questo marchingegno, chi l’ha creato e come si stia diffondendo...
Sappiamo bene però come in storie di questo tipo dipenda tutto o quasi da quanto son ben pensati gli stratagemmi, i colpi di scena, i ragionamenti e le deduzioni intricate dei personaggi in gioco. Più il risultato è, quindi, simile ad una partita a scacchi, e più l’opera risulta meritevole. E il manga in oggetto è in parte un “vorrei ma non posso”, nel senso che sicuramente mostra dall’inizio un ottimo potenziale, avvince e intrattiene anche se con alti e bassi, ma non siamo di certo ai livelli di un Death Note (per citare un esponente famoso del genere, apprezzabilissimo nonostante i suoi pregi e difetti). Infatti a volte il risultato di certe sfide è un po’ tirato via alla buona, e gli stratagemmi poco credibili o cmq forzati.
Ad alzare il livello nell’economia generale, però, concorrono i personaggi. Nonostante non siano paradossalmente nulla di originale, alla fine ci si lega abbastanza ad alcuni di loro, tanto che risultano particolarmente apprezzabili, sotto tale ottica, le ultime tavole del manga che narrano che fine abbiano quindi fatto questi, e come abbiano proseguito i loro percorsi di vita.
Non aspettatevi nulla di geniale quindi: non penso che questo sarà un titolo che si ricorderà negli anni a venire; ma se vi piace il genere e non site troppo puntigliosi, una lettura la merita. Qualche freccia al proprio arco ce l’ha, e nel complesso è un titolo anche abbastanza “solido” e godibile. Non a caso è in arrivo una sua trasposizione animata, che penso non passerà inosservata.
La trama è presto detta: esiste una sorta di apparecchio ortodontico (l’SCM) che permette a chi lo indossa di poter sfidare un altro possessore: il perdente diventa lo schiavo ed è costretto ad eseguire praticamente qualsiasi ordine del padrone. Come è facile immaginare, la cosa viene interpretata innanzitutto in chiave sessuale in molti frangenti di questa storia, ma non solo.
Da questo incipit prenderanno quindi il via le vicende di una rosa sempre più ampia di personaggi, che finiranno per intrecciarsi e ingarbugliarsi tra di loro sempre più, a volta sorprendentemente, sempre a causa di questo SCM.
Ognuno ha le sue motivazioni: possono essere superficiali, malate, disperate o persino in qualche modo nobili. Fatto sta che ne viene fuori un susseguirsi di sfide, macchinazioni e trabocchetti che sicuramente tiene desta l’attenzione per tutta la durata dei 10 volumi che compongono il manga. Anche perché l’SCM ha tutta una serie di vincoli e regole, e molte di esse sono da scoprire strada facendo, assieme ad una serie di interrogativi riguardanti la natura di questo marchingegno, chi l’ha creato e come si stia diffondendo...
Sappiamo bene però come in storie di questo tipo dipenda tutto o quasi da quanto son ben pensati gli stratagemmi, i colpi di scena, i ragionamenti e le deduzioni intricate dei personaggi in gioco. Più il risultato è, quindi, simile ad una partita a scacchi, e più l’opera risulta meritevole. E il manga in oggetto è in parte un “vorrei ma non posso”, nel senso che sicuramente mostra dall’inizio un ottimo potenziale, avvince e intrattiene anche se con alti e bassi, ma non siamo di certo ai livelli di un Death Note (per citare un esponente famoso del genere, apprezzabilissimo nonostante i suoi pregi e difetti). Infatti a volte il risultato di certe sfide è un po’ tirato via alla buona, e gli stratagemmi poco credibili o cmq forzati.
Ad alzare il livello nell’economia generale, però, concorrono i personaggi. Nonostante non siano paradossalmente nulla di originale, alla fine ci si lega abbastanza ad alcuni di loro, tanto che risultano particolarmente apprezzabili, sotto tale ottica, le ultime tavole del manga che narrano che fine abbiano quindi fatto questi, e come abbiano proseguito i loro percorsi di vita.
Non aspettatevi nulla di geniale quindi: non penso che questo sarà un titolo che si ricorderà negli anni a venire; ma se vi piace il genere e non site troppo puntigliosi, una lettura la merita. Qualche freccia al proprio arco ce l’ha, e nel complesso è un titolo anche abbastanza “solido” e godibile. Non a caso è in arrivo una sua trasposizione animata, che penso non passerà inosservata.