Recensione
Recensione di edgofglory
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"Le situazioni di Lui e Lei" è l'anime perfetto per esplorare i sentimenti e le sensazioni dell'amore adolescenziale, è invece da evitare per gli amanti dell'azione e delle trame ricche di colpi di scena.
I primi episodi daranno tanto spazio al lato psicologico dei protagonisti nella loro fase di avvicinamento, dando poi campo anche ai personaggi secondari e alle loro storie. È un'opera che racchiude in sé tutti i pregi e i difetti del proprio regista e del proprio studio d'animazione: le vicende personali esplorate come fossero sedute psichiatriche, dando meno sfogo alla trama, sono la caratteristica principale di Hideaki Anno; i disegni a volte perfetti, altre volte impostati al risparmio sono marchio di fabbrica della Gainax. Chi ha visto "Neon Genesis Evangelion" all'inizio avrà la sensazione di aver fatto ritorno a Neo-Tokyo 3, a causa di alcune inquadrature e alcuni dialoghi interiori simili ai quelli dei protagonisti di quell'anime ("il dilemma della maschera" di Yukino Miyazawa ricorda la storia di Asuka Soryu Langley, seppur con toni molto meno tragici). Questa impressione piano piano passerà con lo scorrere degli episodi, fino ad arrivare al diciottesimo, quando Anno (per incomprensioni con l'autrice del manga riguardo allo sviluppo del protagonista maschile Soichiro Arima) verrà destituito come regista e la storia comincerà ad avere tematiche meno profonde e più votate alla vita di gruppo nel contesto scolastico. L'opera rimarrà comunque gradevole sino al proprio epilogo, quando si assisterà a un finale che non sembra per niente una vera e propria conclusione, causando così un calo nella valutazione complessiva, che si attesta a un 7,5.
È comunque una serie perfetta per gli amanti delle storie in cui i personaggi sono messi in primo piano e in cui essi crescono piano piano. Come in "Neon Genesis Evangelion", non ci sarà un personaggio lasciato da parte e ci sarà la possibilità di adorare anche le vicende di alcuni secondari, come quelle di Tsubasa Shibahime, l'amica d'infanzia di Arima, o quelle dei genitori di Yukino, Hiroyuki e Miyako, forse la storia più commuovente dell'intero anime. Peccato per il finale troncato di questa serie, che però, come spesso capita nell'universo nipponico, può essere continuata dai propri appassionati grazie al manga.
I primi episodi daranno tanto spazio al lato psicologico dei protagonisti nella loro fase di avvicinamento, dando poi campo anche ai personaggi secondari e alle loro storie. È un'opera che racchiude in sé tutti i pregi e i difetti del proprio regista e del proprio studio d'animazione: le vicende personali esplorate come fossero sedute psichiatriche, dando meno sfogo alla trama, sono la caratteristica principale di Hideaki Anno; i disegni a volte perfetti, altre volte impostati al risparmio sono marchio di fabbrica della Gainax. Chi ha visto "Neon Genesis Evangelion" all'inizio avrà la sensazione di aver fatto ritorno a Neo-Tokyo 3, a causa di alcune inquadrature e alcuni dialoghi interiori simili ai quelli dei protagonisti di quell'anime ("il dilemma della maschera" di Yukino Miyazawa ricorda la storia di Asuka Soryu Langley, seppur con toni molto meno tragici). Questa impressione piano piano passerà con lo scorrere degli episodi, fino ad arrivare al diciottesimo, quando Anno (per incomprensioni con l'autrice del manga riguardo allo sviluppo del protagonista maschile Soichiro Arima) verrà destituito come regista e la storia comincerà ad avere tematiche meno profonde e più votate alla vita di gruppo nel contesto scolastico. L'opera rimarrà comunque gradevole sino al proprio epilogo, quando si assisterà a un finale che non sembra per niente una vera e propria conclusione, causando così un calo nella valutazione complessiva, che si attesta a un 7,5.
È comunque una serie perfetta per gli amanti delle storie in cui i personaggi sono messi in primo piano e in cui essi crescono piano piano. Come in "Neon Genesis Evangelion", non ci sarà un personaggio lasciato da parte e ci sarà la possibilità di adorare anche le vicende di alcuni secondari, come quelle di Tsubasa Shibahime, l'amica d'infanzia di Arima, o quelle dei genitori di Yukino, Hiroyuki e Miyako, forse la storia più commuovente dell'intero anime. Peccato per il finale troncato di questa serie, che però, come spesso capita nell'universo nipponico, può essere continuata dai propri appassionati grazie al manga.