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Diciamoci la verità: dopo cinquant'anni dall'uscita nelle sale de “La notte dei morti viventi” (1968) gli zombie ci piacciono ancora tanto. Ormai sono stati proposti un po' in tutte le salse (tanto per citarne una, c'è un film famoso tra gli amanti del trash in cui si parla di “castori zombie”) e sono state studiate un grandissimo numero di possibili varianti rispetto alla situazione base; ma il brivido che sanno ancora suscitare un migliaio di cadaveri ambulanti che assediano un piccolissimo gruppo di persone è ancora molto forte. Ed ecco perché una delle domande che vengono usate più spesso su Facebook da utenti alla ricerca di qualche like o di qualche commento in più è: “dove vorreste trovarvi durante un'apocalisse zombie?”. Eh già, dov'è che vorrei trovarmi?
Devo ammettere che la risposta data da “La Fortezza dell'Apocalisse” non è affatto malvagia: almeno per questa occasione l'idea di trovarsi in una prigione sembra essere rassicurante; in fondo anche “The Walking Dead” ha scelto un complesso di detenzione come una delle location in cui far rifugiare i sopravvissuti alla catastrofe. Rispetto allo show americano, però, questo manga non svuota le carceri prima di farci alloggiare i superstiti ma fa diventare protagonisti della lotta contro gli zombie gli stessi detenuti del carcere. Messa così, però, come posizionamento ci sembrerebbe sicuramente meno rassicurante: oltre a doverci difendere dall'inumano che bussa alle porte di casa dovremmo difenderci anche dall'umano che vive “dentro casa”. Ed allora il sospetto che non aver controllato il livello di benzina dell'auto che doveva aspettarci all'angolo col motore acceso sia stata una grandissima stupidaggine forse tornerebbe prepotentemente di moda nei nostri pensieri.
Ma parliamo di questo “La Fortezza dell'Apocalisse”.
Maeda è un ragazzo come tanti che finisce per essere arrestato e condannato per un reato che non ha commesso. Rinchiuso nell'istituto Shoran, un riformatorio di massima sicurezza in cui sono inviati i peggiori criminali del Giappone; se ciò non bastasse viene assegnato alla stanza n.4, una cella su cui circolano voci decisamente pericolose. Ma non c'è tempo per badare a certe cose, l'apocalisse zombie sta per avere inizio...
La storia raccontata in questo manga può essere analizzata sotto tre diversi aspetti: gli uomini, gli zombie e la lotta fra gli uomini e gli zombie.
La parte migliore di “La fortezza dell'Apocalisse” è il rapporto che lega gli uomini all'interno della storia. Trovare persone che mettano da parte il proprio individualismo per pensare alle esigenze dell'intero gruppo, cosa che sarebbe indispensabile in una situazione del genere, all'interno di un contesto del genere è cosa quasi impossibile; così all'interno del carcere viene instaurata una sorta di violenta dittatura per cercare di governare il caos che ne deriva. Anche così però sarà praticamente impossibile evitare la violenza che nasce dalle rivalità tra i singoli gruppetti.
Il gruppo di Maeda (lui e gli altri membri della stanza n.4) però si rivelerà moralmente diverso e i suoi membri, a dispetto delle apparenze, riusciranno a costruire un legame tra loro che diventerà la loro principale motivazione per continuare a combattere.
La parte peggiore del manga, e so che qualcuno non sarà contento di sentire questo, sono invece gli zombie. Inizialmente troviamo i tradizionali morti viventi e fin qui tutto bene; poi evoluzioni dei tradizionali morti viventi,e fin qui tutto benissimo; infine troviamo... ehm... ma che cavolo sono quei cosi? Migliaia di zombie che si arrampicano gli uni sugli altri per formare delle strane figure. Più che un racconto sui morti viventi sembra un flash mob o la cerimonia di presentazione di una Olimpiade...
La lotta tra uomini e zombie funziona invece a fasi alterne: bene all'inizio, quando si è seguito una linea piuttosto tradizionale; molto bene anche dopo quando gli zombie hanno cominciato a mostrare le prime varianti; molto male alla fine, a causa di queste creature composte di cui parlavo prima che, richiedendo uno stile di disegno molto complesso, hanno reso molto difficile riuscire ad interpretare cosa stesse succedendo in un certo momento. Ricorda, per capirci, un po' lo stile utilizzato da "Gantz" nella sua ultima parte, anche se, ad onor del vero, qui non si raggiunge lo stesso livello di incomprensibilità; anche così, però, il tutto resta molto fastidioso.
Complessivamente, comunque, devo dire che “La Fortezza dell'Apocalisse” mi è piaciuto. Non sarà il massimo nel suo genere ma si tratta comunque di dieci volumetti di buona fattura che si lasciano leggere senza grossi problemi. E' vero che quando cerca di strafare il risultato dello sforzo non è assolutamente soddisfacente; ma bastano comunque le cose normali fatte bene a dare a questo manga la qualità sufficiente per ottenere il mio giudizio positivo.