Recensione
"The Next Generation Patlabor" è la serie "live action" che costituisce il proseguimento della saga animata di "Patlabor", costituita fino a quel momento da due serie OAV, una serie televisiva, tre film cinematografici e una serie di cortometraggi super-deformed.
Siamo nel 2013. In un mondo che ha perso gran parte dell'interesso verso i "labor" (presumibilmente per la conclusione del Progetto Babilonia che ha ricavato molte nuove aree edificabili nella Baia di Tokyo), il Primo Plotone della Seconda Sezione Veicoli Speciali della Polizia Metropolitana di Tokyo (quello già diretto dal capitano Shinobu Nagumo) è stato smantellato. Il Secondo (quello di Kiichi Goto) sopravvive a stento, mal visto dai vertici della polizia che aspettano solo un pretesto per liquidarlo.
In questo scenario s'inseriscono le vicende che sono mostrate nella serie.
Del cast di personaggi originario, l'unico ancora presente è Shigeo Shiba detto Shige, ora capo dei meccanici dopo la dipartita di Sakaki passato a miglior vita. Gli agenti si sono tutti congedati per dedicarsi ad altre attività e il capitano Goto ha fatto perdere le proprie tracce per evitare incriminazioni dopo gli eventi del secondo film.
I nuovi componenti del plotone hanno comunque delle forti analogie con i vecchi agenti, a partire dai loro nomi:
- Akira Izumino (è una ragazza), il membro più giovane del gruppo e quello a cui dovrebbe andare in primis la soimpatia degli spettatori, ricorda Noa Izumi;
- Yuma Shiobara ricorda Asuma Shinohara, ma è più arrogante e violento del suo predecessore; tuttavia, col tempo inizierà a nutrire uno speciale affetto per Akira;
- Harao Ota, come Isao Ota, è violento e impulsivo. Tuttavia, a differenza del suo predecessore che a suo modo era un poliziotto coscienzioso, è dedito all'alcool e spesso guida il labor in condizioni di ebbrezza;
- Ekaterina Krachevna Kankaeva è la figlia di Kanuka Clancy e di un agente del KGB (e per questo fa spesso delle esclamazioni in russo). È fredda e scostante anche più della madre.
- Hiromichi Yamazaki ha un fisico massiccio ed è di poche parole; ricorda Hiromi Yamazaki. Complessivamente è il membro del plotone che si nota di meno.
- Shinj Osakeya, come Mikiyasu Shinshi, è l'unico occhialuto e sposato (benché in via di separazione).
- Il capitano Keiji Gotoda era il kohai di Goto ai tempi dell'università. Si fa notare poco, ma nasconde una mente brillante.
Come nelle serie animate, gli episodi si dividono tra l'azione poliziesca e l'approfondimento psicologico dei personaggi. Tuttavia, ai labor è assegnato un peso molto minore nell'economia delle storie. E questo per me è un peccato, perché nelle scene in cui sono in azione appaiono molto realistici, grazie a modelli molto accurati e una computer grafica ben integrata e non troppo invadente.
Alcune puntate, come quelle del mostro marino o della ricerca delle perle nelle fogne, riciclano dei soggetti già utilizzati nella versione animata presentandosi, più che come dei seguiti, come dei remake di episodi della serie classica. Ciò potrebbe essere dovuto ad un vezzo dello stesso regista Mamoru Oshii, che ha voluto dimostrare che cosa è in grado di fare con i diversi mezzi a sua disposizione.
Complessivamente definirei questa una buona serie di fantascienza, nemmeno lontanamente paragonabile (in meglio!) ai drama giunti sulla televisione italiana negli anni '80-90, ma che paga lo scotto del confronto con l'eccellente anime che l'ha preceduto.
I sottotitoli inglesi presenti nelle edizioni asiatiche dei DVD sono spesso di difficile comprensione, per le loro strutture sintattiche piuttosto contorte realizzate da personale non di madrelingua.
Siamo nel 2013. In un mondo che ha perso gran parte dell'interesso verso i "labor" (presumibilmente per la conclusione del Progetto Babilonia che ha ricavato molte nuove aree edificabili nella Baia di Tokyo), il Primo Plotone della Seconda Sezione Veicoli Speciali della Polizia Metropolitana di Tokyo (quello già diretto dal capitano Shinobu Nagumo) è stato smantellato. Il Secondo (quello di Kiichi Goto) sopravvive a stento, mal visto dai vertici della polizia che aspettano solo un pretesto per liquidarlo.
In questo scenario s'inseriscono le vicende che sono mostrate nella serie.
Del cast di personaggi originario, l'unico ancora presente è Shigeo Shiba detto Shige, ora capo dei meccanici dopo la dipartita di Sakaki passato a miglior vita. Gli agenti si sono tutti congedati per dedicarsi ad altre attività e il capitano Goto ha fatto perdere le proprie tracce per evitare incriminazioni dopo gli eventi del secondo film.
I nuovi componenti del plotone hanno comunque delle forti analogie con i vecchi agenti, a partire dai loro nomi:
- Akira Izumino (è una ragazza), il membro più giovane del gruppo e quello a cui dovrebbe andare in primis la soimpatia degli spettatori, ricorda Noa Izumi;
- Yuma Shiobara ricorda Asuma Shinohara, ma è più arrogante e violento del suo predecessore; tuttavia, col tempo inizierà a nutrire uno speciale affetto per Akira;
- Harao Ota, come Isao Ota, è violento e impulsivo. Tuttavia, a differenza del suo predecessore che a suo modo era un poliziotto coscienzioso, è dedito all'alcool e spesso guida il labor in condizioni di ebbrezza;
- Ekaterina Krachevna Kankaeva è la figlia di Kanuka Clancy e di un agente del KGB (e per questo fa spesso delle esclamazioni in russo). È fredda e scostante anche più della madre.
- Hiromichi Yamazaki ha un fisico massiccio ed è di poche parole; ricorda Hiromi Yamazaki. Complessivamente è il membro del plotone che si nota di meno.
- Shinj Osakeya, come Mikiyasu Shinshi, è l'unico occhialuto e sposato (benché in via di separazione).
- Il capitano Keiji Gotoda era il kohai di Goto ai tempi dell'università. Si fa notare poco, ma nasconde una mente brillante.
Come nelle serie animate, gli episodi si dividono tra l'azione poliziesca e l'approfondimento psicologico dei personaggi. Tuttavia, ai labor è assegnato un peso molto minore nell'economia delle storie. E questo per me è un peccato, perché nelle scene in cui sono in azione appaiono molto realistici, grazie a modelli molto accurati e una computer grafica ben integrata e non troppo invadente.
Alcune puntate, come quelle del mostro marino o della ricerca delle perle nelle fogne, riciclano dei soggetti già utilizzati nella versione animata presentandosi, più che come dei seguiti, come dei remake di episodi della serie classica. Ciò potrebbe essere dovuto ad un vezzo dello stesso regista Mamoru Oshii, che ha voluto dimostrare che cosa è in grado di fare con i diversi mezzi a sua disposizione.
Complessivamente definirei questa una buona serie di fantascienza, nemmeno lontanamente paragonabile (in meglio!) ai drama giunti sulla televisione italiana negli anni '80-90, ma che paga lo scotto del confronto con l'eccellente anime che l'ha preceduto.
I sottotitoli inglesi presenti nelle edizioni asiatiche dei DVD sono spesso di difficile comprensione, per le loro strutture sintattiche piuttosto contorte realizzate da personale non di madrelingua.