Recensione
Princess Principal
7.0/10
“Princess Principal” è un anime del 2017 composto da dodici episodi che tratta di un gruppo di spie che operano in una versione alternativa di Londra, dove la città è divisa da un muro che separa monarchia e repubblica.
L’ambientazione steampunk, molto efficace e presente, risulta essere uno dei principali punti di forza della serie, insieme alla caratterizzazione dei personaggi, per ognuno dei quali viene presentato un esteso retroscena.
D’altro canto questo finisce per rappresentare il maggior difetto dell’opera: per i primi dieci episodi la trama viene solo accennata e, puntata dopo puntata, si ha l’impressione di assistere a un filler dopo l’altro, mentre il dover approfondire il passato di ogni ragazza schiaccia del tutto il procedere della storia. Non funziona neanche l’ordine con cui i casi vengono presentati, contribuendo a spezzare ulteriormente il ritmo delle vicende, mostrando allo spettatore episodi autoconclusivi per buona parte della serie.
Impossibile non spendere due parole sul principale colpo di scena, scontatissimo e prevedibile già molti episodi prima. Nonostante questo il racconto di questa rivelazione è davvero ben sviluppato e riesce non solo a non penalizzare l’opera, ma anche a colpire.
L’anime funziona dal punto di vista visivo, dalle animazioni al character design, mentre per il comparto sonoro alterna buone OST a un’opening e a un’ending non esaltanti.
In definitiva, “Princess Principal” mi sembra una buona occasione persa, dato che la sua valutazione, nonostante i difetti, non è negativa: l’opera per larghi tratti sembra quasi uno slice of life sulla vita delle protagoniste, ma, nonostante tutto, riesce a intrattenere anche così.
L’ambientazione steampunk, molto efficace e presente, risulta essere uno dei principali punti di forza della serie, insieme alla caratterizzazione dei personaggi, per ognuno dei quali viene presentato un esteso retroscena.
D’altro canto questo finisce per rappresentare il maggior difetto dell’opera: per i primi dieci episodi la trama viene solo accennata e, puntata dopo puntata, si ha l’impressione di assistere a un filler dopo l’altro, mentre il dover approfondire il passato di ogni ragazza schiaccia del tutto il procedere della storia. Non funziona neanche l’ordine con cui i casi vengono presentati, contribuendo a spezzare ulteriormente il ritmo delle vicende, mostrando allo spettatore episodi autoconclusivi per buona parte della serie.
Impossibile non spendere due parole sul principale colpo di scena, scontatissimo e prevedibile già molti episodi prima. Nonostante questo il racconto di questa rivelazione è davvero ben sviluppato e riesce non solo a non penalizzare l’opera, ma anche a colpire.
L’anime funziona dal punto di vista visivo, dalle animazioni al character design, mentre per il comparto sonoro alterna buone OST a un’opening e a un’ending non esaltanti.
In definitiva, “Princess Principal” mi sembra una buona occasione persa, dato che la sua valutazione, nonostante i difetti, non è negativa: l’opera per larghi tratti sembra quasi uno slice of life sulla vita delle protagoniste, ma, nonostante tutto, riesce a intrattenere anche così.