Recensione
GTO
10.0/10
Chi legge manga e non ha mai sentito parlare di GTO deve subito porci rimedio. L'opera di Toru Fujisawa è l'abc, le fondamenta per un novello lettore di fumetti giapponesi. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un'icona degli anni novanta e inizio duemila per un motivo piuttosto semplice: le gesta di Eikichi Onizuka.
Ventidue anni, celibe ed ex-teppista dai capelli biondi che ha ottenuto la laurea usando un sosia, Onizuka decide di punto in bianco di diventare un insegnante in seguito ad un avvenimento sconcertante, con lo scopo di abbordare giovani fanciulle. Tuttavia la cosa non è semplice poiché dubita che un come lui, stupido e dal passato burrascoso, possa essere adatto a un ruolo del genere. Per fortuna dalla sua parte c'è l'amico Ruyji, che nel momento del bisogno lo aiuta facendolo tornare in sé. Dopo l'esperienza da tirocinante, per buona sorte, trova lavoro all'Istituto Kissho grazie alla direttrice Sakurai che, colpita particolarmente dalla sua personalità, punta sul baldo giovane per spazzar via il marcio presente nella scuola affidandogli la classe delle medie più problematica di tutte.
Quindi, oltre ad insegnare a dei “mocciosi” (addio al sogno di gloria di sposare una donna più giovane), si ritroverà a sistemare i problemi dei suoi alunni con metodi poco convenzionali e ad affrontare i suoi colleghi di lavoro che non possono permettergli di rovinare la prestigiosa reputazione dell'Istituto. Comincia così l'odissea del professore Eikichi Onizuka, con il sogno di diventare il teacher più great del Giappone!
Nel corso dei volumi, Onizuka dovrà vedersela da un lato con ragazzi abbandonati a se stessi e sfiduciati da un sistema e un'istruzione individualista e capitalista che non garantiscono loro un futuro adeguato, trascurati dai propri genitori che li accollano alle scuole di un certo spessore attribuendo colpe agli insegnati qualora qualcosa vada storto; dall'altro lato affronta colleghi e superiori irritati dai suoi metodi poco ortodossi, i quali vedono in lui soltanto una fonte inesauribile di guai e che cercano in tutte le maniere di cacciarlo definitivamente dalla scuola.
Come possiamo constatare, Onizuka non è il solito professore. La scuola in sua presenza non sarà mai noiosa. E' esuberante, caratterialmente forte e deciso, stupido e pure maniaco, nel senso buono del termine. Certamente è la persona meno indicata ad istruire degli alunni, ma è l'unico a credere ciecamente in loro. Anche lui è stato chiamato “rifiuto” e sa come può essere straziante essere definito in tale modo. Proprio per questa ragione cercherà di scoprire alla radice, impicciandosi così negli affari familiari e non dei suoi alunni, cosa spinge i giovani a percorrere una cattiva strada e raddrizzare così il loro percorso. E non ha paura di arrivare a minacciare o alzare le mani pur di proteggerli o salvarli da incidenti sfortunati, come per esempio buttarsi giù da un palazzo. Instillerà in loro quella fiducia che serve a smuoverne gli animi!
Le risate sono sempre all'ordine del giorno, anche grazie alle smorfie facciali che l'autore disegna con efficacia sul viso di Onizuka. Lo schema, narrativamente parlando, lo vede rivaleggiare con uno studente, risolvere il problema e portarlo dalla sua parte. Nonostante ciò, sarà bello osservare come riuscirà a cavarsela tra sfortune e inconvenienti. Addirittura, quando la posta in gioco si fa alta, Onizuka non gira mai le spalle e combatte subendo le conseguenze delle sue azioni, ribaltando il risultato a suo favore perfino quando tutto dovrebbe andare storto, proprio come in un german suplex.
Però GTO non è solo Onizuka, chiaramente. Faremo pian piano la conoscenza degli studenti, caratterizzati divinamente con introspezioni e problemi tipici da teenager in tutti gli stereotipi possibili, dal secchione al bullo di turno; e dei professori egoisti a cui non importa niente se non il proprio tornaconto, che hanno perso di vista l'obbiettivo primario e che etichettano le persone senza provare prima a conoscere chi trovano di fronte; l'unico modo che hanno per sfogarsi è quello di maledire Onizuka per la sua esistenza, o palpare qualche sedere, o vedere mutandine...
Toru Fujisawa non si limita però a raccontare le vicissitudini di tutti questi personaggi, ma critica fortemente l'incongruenza del sistema scolastico giapponese e le probabili controversie, rispecchiando la situazione attuale a vent'anni dalla sua uscita.
La cosa deludente è che non c'è un'edizione che rappresenti a pieno quest'opera. Quella della Dynit ormai è pressoché introvabile e nonostante possa sembrare di pregevole fattura, all'interno si notano alcune storpiature.
A leggerlo da adulti per la prima volta potrà sembrare un po' esagerato, ma si parla d'altronde di un'opera di fantasia. Inoltre si potrebbe trovare fastidiosa la sfrontatezza con cui continuamente mostra la sua parte ecchi. Ma se saprete andare oltre, constaterete che Eikichi Onizkua è quell'amico che tanto avremo voluto conoscere e che vorremo accanto, soprattutto quel professore che non avremo mai e che ci sarebbe tanto piaciuto avere.
Ventidue anni, celibe ed ex-teppista dai capelli biondi che ha ottenuto la laurea usando un sosia, Onizuka decide di punto in bianco di diventare un insegnante in seguito ad un avvenimento sconcertante, con lo scopo di abbordare giovani fanciulle. Tuttavia la cosa non è semplice poiché dubita che un come lui, stupido e dal passato burrascoso, possa essere adatto a un ruolo del genere. Per fortuna dalla sua parte c'è l'amico Ruyji, che nel momento del bisogno lo aiuta facendolo tornare in sé. Dopo l'esperienza da tirocinante, per buona sorte, trova lavoro all'Istituto Kissho grazie alla direttrice Sakurai che, colpita particolarmente dalla sua personalità, punta sul baldo giovane per spazzar via il marcio presente nella scuola affidandogli la classe delle medie più problematica di tutte.
Quindi, oltre ad insegnare a dei “mocciosi” (addio al sogno di gloria di sposare una donna più giovane), si ritroverà a sistemare i problemi dei suoi alunni con metodi poco convenzionali e ad affrontare i suoi colleghi di lavoro che non possono permettergli di rovinare la prestigiosa reputazione dell'Istituto. Comincia così l'odissea del professore Eikichi Onizuka, con il sogno di diventare il teacher più great del Giappone!
Nel corso dei volumi, Onizuka dovrà vedersela da un lato con ragazzi abbandonati a se stessi e sfiduciati da un sistema e un'istruzione individualista e capitalista che non garantiscono loro un futuro adeguato, trascurati dai propri genitori che li accollano alle scuole di un certo spessore attribuendo colpe agli insegnati qualora qualcosa vada storto; dall'altro lato affronta colleghi e superiori irritati dai suoi metodi poco ortodossi, i quali vedono in lui soltanto una fonte inesauribile di guai e che cercano in tutte le maniere di cacciarlo definitivamente dalla scuola.
Come possiamo constatare, Onizuka non è il solito professore. La scuola in sua presenza non sarà mai noiosa. E' esuberante, caratterialmente forte e deciso, stupido e pure maniaco, nel senso buono del termine. Certamente è la persona meno indicata ad istruire degli alunni, ma è l'unico a credere ciecamente in loro. Anche lui è stato chiamato “rifiuto” e sa come può essere straziante essere definito in tale modo. Proprio per questa ragione cercherà di scoprire alla radice, impicciandosi così negli affari familiari e non dei suoi alunni, cosa spinge i giovani a percorrere una cattiva strada e raddrizzare così il loro percorso. E non ha paura di arrivare a minacciare o alzare le mani pur di proteggerli o salvarli da incidenti sfortunati, come per esempio buttarsi giù da un palazzo. Instillerà in loro quella fiducia che serve a smuoverne gli animi!
Le risate sono sempre all'ordine del giorno, anche grazie alle smorfie facciali che l'autore disegna con efficacia sul viso di Onizuka. Lo schema, narrativamente parlando, lo vede rivaleggiare con uno studente, risolvere il problema e portarlo dalla sua parte. Nonostante ciò, sarà bello osservare come riuscirà a cavarsela tra sfortune e inconvenienti. Addirittura, quando la posta in gioco si fa alta, Onizuka non gira mai le spalle e combatte subendo le conseguenze delle sue azioni, ribaltando il risultato a suo favore perfino quando tutto dovrebbe andare storto, proprio come in un german suplex.
Però GTO non è solo Onizuka, chiaramente. Faremo pian piano la conoscenza degli studenti, caratterizzati divinamente con introspezioni e problemi tipici da teenager in tutti gli stereotipi possibili, dal secchione al bullo di turno; e dei professori egoisti a cui non importa niente se non il proprio tornaconto, che hanno perso di vista l'obbiettivo primario e che etichettano le persone senza provare prima a conoscere chi trovano di fronte; l'unico modo che hanno per sfogarsi è quello di maledire Onizuka per la sua esistenza, o palpare qualche sedere, o vedere mutandine...
Toru Fujisawa non si limita però a raccontare le vicissitudini di tutti questi personaggi, ma critica fortemente l'incongruenza del sistema scolastico giapponese e le probabili controversie, rispecchiando la situazione attuale a vent'anni dalla sua uscita.
La cosa deludente è che non c'è un'edizione che rappresenti a pieno quest'opera. Quella della Dynit ormai è pressoché introvabile e nonostante possa sembrare di pregevole fattura, all'interno si notano alcune storpiature.
A leggerlo da adulti per la prima volta potrà sembrare un po' esagerato, ma si parla d'altronde di un'opera di fantasia. Inoltre si potrebbe trovare fastidiosa la sfrontatezza con cui continuamente mostra la sua parte ecchi. Ma se saprete andare oltre, constaterete che Eikichi Onizkua è quell'amico che tanto avremo voluto conoscere e che vorremo accanto, soprattutto quel professore che non avremo mai e che ci sarebbe tanto piaciuto avere.