Recensione
The Boy and the Beast
7.0/10
Attenzione: presenza di lievi spoiler
"The Boy and The Beast" è un film di Mamoru Hosoda che torna alle luci della ribalta dopo "Wolf Children" con un film che non sarà un capolavoro dell'animazione, ma risulta piacevole nell'arco delle due ore propinatoci.
Tema centrale dell'opera sono i punti di vista di Ren e Kumatetsu (discepolo e maestro), due anime affini dai risvolti diversi, che si incontrano per migliorarsi e capire cosa fare della propria vita. Ren, dopo aver perso il padre per divorzio e la madre per una malattia, decide di scappare di casa e di vivere da solo come un vagabondo. In questo frangente incontra Kumatetsu e, seguendolo, scopre un nuovo mondo parallelo composto da uomini-bestie, il Jutengai. Dopo molti battibecchi, i due si alleneranno a vicenda per raggiungere i propri obbiettivi.
Chiaramente la punta di diamante del film è proprio il legame tra i due. Ren, dopo aver perso entrambi i genitori, non voleva vivere in una casa in cui tutto era già stato deciso dai suoi parenti senza poter decidere di sua volontà, così sceglie di diventare forte con le sole proprie forze. L'incontro con Kumatetsu apre finalmente il suo cuore, proiettando la figura paterna in lui cercando di imitarlo in toto al fine di raggiungere il suo obbiettivo. Dal canto suo, Kumatetsu, rozzo guerriero che non ha mai avuto un allievo, fatica a trovare un punto d'incontro con Ren e tende sempre a litigare con lui, giusto perchè sono uno uguale all'altro. A differenza del discepolo, Kumatetsu è riuscito nell'intento di reggersi sulle proprie gambe, ma purtroppo manca di eleganza e costanza e, se vuole diventare Gran Maestro e ascendere così a divinità minore, dovrà sconfiggere il rivale al titolo, Iozen, con il suo ausilio.
Tuttavia l'autore punta tutto su Ren. Nonostante riesca a costruire un buon rapporto tra maestro e allievo, o padre e figlio che dir si voglia, Ren si sente ancora incompleto. Grazie al passaggio che collega i due mondi (che non si capisce come funziona) fa la conoscenza di Kaede, una ragazza liceale che lo istruisce e lo incita a ritornare sui libri di scuola. In seguito ritrova perfino il padre biologico e il protagonista si sente ancora più confuso su quale padre dovrebbe scegliere, e di conseguenza, da che parte vivere.
Il villain, tra l'altro, viene tenuto all'oscuro per più di metà film e un occhio attento riuscirà fin dall'inizio a capire chi sia. Difatti il film preferisce promuovere la crescita singolare di Ren facendo a meno di un contraltare specifico e di comprimari all'altezza, ad eccezione di Kumatetsu. All'inizio il film fatica ad attrarre interesse, solo a lungo andare entrerà nel dettaglio raggiungendo un finale tutto sommato buono, ma che non accende la miccia come speravo. Mamoru Hosoda sembra appunto preferire un progetto collaudato piuttosto che provare a strafare e inserire qualche momento memorabile. Di certo non vi pentirete di averlo visto, ma neanche griderete al capolavoro.
"The Boy and The Beast" è un film di Mamoru Hosoda che torna alle luci della ribalta dopo "Wolf Children" con un film che non sarà un capolavoro dell'animazione, ma risulta piacevole nell'arco delle due ore propinatoci.
Tema centrale dell'opera sono i punti di vista di Ren e Kumatetsu (discepolo e maestro), due anime affini dai risvolti diversi, che si incontrano per migliorarsi e capire cosa fare della propria vita. Ren, dopo aver perso il padre per divorzio e la madre per una malattia, decide di scappare di casa e di vivere da solo come un vagabondo. In questo frangente incontra Kumatetsu e, seguendolo, scopre un nuovo mondo parallelo composto da uomini-bestie, il Jutengai. Dopo molti battibecchi, i due si alleneranno a vicenda per raggiungere i propri obbiettivi.
Chiaramente la punta di diamante del film è proprio il legame tra i due. Ren, dopo aver perso entrambi i genitori, non voleva vivere in una casa in cui tutto era già stato deciso dai suoi parenti senza poter decidere di sua volontà, così sceglie di diventare forte con le sole proprie forze. L'incontro con Kumatetsu apre finalmente il suo cuore, proiettando la figura paterna in lui cercando di imitarlo in toto al fine di raggiungere il suo obbiettivo. Dal canto suo, Kumatetsu, rozzo guerriero che non ha mai avuto un allievo, fatica a trovare un punto d'incontro con Ren e tende sempre a litigare con lui, giusto perchè sono uno uguale all'altro. A differenza del discepolo, Kumatetsu è riuscito nell'intento di reggersi sulle proprie gambe, ma purtroppo manca di eleganza e costanza e, se vuole diventare Gran Maestro e ascendere così a divinità minore, dovrà sconfiggere il rivale al titolo, Iozen, con il suo ausilio.
Tuttavia l'autore punta tutto su Ren. Nonostante riesca a costruire un buon rapporto tra maestro e allievo, o padre e figlio che dir si voglia, Ren si sente ancora incompleto. Grazie al passaggio che collega i due mondi (che non si capisce come funziona) fa la conoscenza di Kaede, una ragazza liceale che lo istruisce e lo incita a ritornare sui libri di scuola. In seguito ritrova perfino il padre biologico e il protagonista si sente ancora più confuso su quale padre dovrebbe scegliere, e di conseguenza, da che parte vivere.
Il villain, tra l'altro, viene tenuto all'oscuro per più di metà film e un occhio attento riuscirà fin dall'inizio a capire chi sia. Difatti il film preferisce promuovere la crescita singolare di Ren facendo a meno di un contraltare specifico e di comprimari all'altezza, ad eccezione di Kumatetsu. All'inizio il film fatica ad attrarre interesse, solo a lungo andare entrerà nel dettaglio raggiungendo un finale tutto sommato buono, ma che non accende la miccia come speravo. Mamoru Hosoda sembra appunto preferire un progetto collaudato piuttosto che provare a strafare e inserire qualche momento memorabile. Di certo non vi pentirete di averlo visto, ma neanche griderete al capolavoro.