Recensione
Digimon Adventure
7.5/10
Sono nato guardando "Digimon Adventure" su Rai 2 e, con l'uscita di "Digimon Adventures Tri" e l'imminente film per il ventennale della saga, decisi di metterlo in lista per recuperare il tutto. Il fattore nostalgia, dunque, comanda, ma come si comporta una serie animata per bambini degli anni novanta al giorno d'oggi?
In parole brevi, male. Male perché a livello narrativo soffre in alcune parti, soprattutto tecnicamente le animazione sono subdole, quando ora siamo anni luce avanti, per cui c'è ben poco da dire. Tuttavia il bello dell'opera in sé è anche questo, riassaporare gli anni che furono e scherzare su quanto siamo e sono cambiati i tempi. Se consideriamo che è il capostipite del franchise, io che ci sono nato ho potuto sopportare certe “lacune”, però mi chiedo se un bambino/ragazzino qualunque di questa generazione possa visionare la serie dove al giorno d'oggi l'apparenza, in questo caso la grafica, la fa da padrone.
A discapito del target, "Digimon Adventure" è più di quello che possa sembrare. I protagonisti vanno sí a zonzo per l'isola di File, e anche ben oltre per sconfiggere il classico villain di turno, ma puntano molto sulla psicologia dei bambini e delle difficoltà che ne derivano dall'essere piccoli e ingenui e, insieme all'aiuto del proprio Digimon, creeranno un legame con la creatura che li aiuterà nelle avversità e nei dubbi quando si fanno laceranti e profondi, come una ferita nell'anima che deve essere risanata solo da chi ci ascolta e ci supporta in tutti i modi così i nostri avventurieri potranno evolversi entrambi, esattamente come se fosse uno il riflesso dell'altro, e comprendere finalmente il significato dell'amicizia e della fiducia.
Quindi, se da un lato i personaggi convincono, dall'altra perde un po' di narrativa. Col crescere degli episodi la serie ingrana raggiungendo il picco con il terzo arco narrativo per poi scemare con l'ultimo. Gli spunti narrativi con cui promuovere il viaggio sono interessanti, ciononostante a volte sfrutta lo stesso modus operandi per tutti i personaggi e la ripetitività prima o poi si fa sentire, in maggiori dose nel finale dove i villain sono pressoché scarsi e poco coinvolgenti.
In sostanza, le emozioni arrivano quando parte la digievoluzione e di sottofondo comincia “Brave Heart”. Un brivido scorre lungo la schiena fino a farvi venire la pelle d'oca per quanto pompa e calzi a pennello la canzone.
In conclusione, "Digimon Adventure" sente il peso degli anni, ma mi ha fatto piacere rivedere le gesta dei digiprescelti in azione, siccome non ricordavo tantissimo. Ora non resta che continuare il viaggio.
In parole brevi, male. Male perché a livello narrativo soffre in alcune parti, soprattutto tecnicamente le animazione sono subdole, quando ora siamo anni luce avanti, per cui c'è ben poco da dire. Tuttavia il bello dell'opera in sé è anche questo, riassaporare gli anni che furono e scherzare su quanto siamo e sono cambiati i tempi. Se consideriamo che è il capostipite del franchise, io che ci sono nato ho potuto sopportare certe “lacune”, però mi chiedo se un bambino/ragazzino qualunque di questa generazione possa visionare la serie dove al giorno d'oggi l'apparenza, in questo caso la grafica, la fa da padrone.
A discapito del target, "Digimon Adventure" è più di quello che possa sembrare. I protagonisti vanno sí a zonzo per l'isola di File, e anche ben oltre per sconfiggere il classico villain di turno, ma puntano molto sulla psicologia dei bambini e delle difficoltà che ne derivano dall'essere piccoli e ingenui e, insieme all'aiuto del proprio Digimon, creeranno un legame con la creatura che li aiuterà nelle avversità e nei dubbi quando si fanno laceranti e profondi, come una ferita nell'anima che deve essere risanata solo da chi ci ascolta e ci supporta in tutti i modi così i nostri avventurieri potranno evolversi entrambi, esattamente come se fosse uno il riflesso dell'altro, e comprendere finalmente il significato dell'amicizia e della fiducia.
Quindi, se da un lato i personaggi convincono, dall'altra perde un po' di narrativa. Col crescere degli episodi la serie ingrana raggiungendo il picco con il terzo arco narrativo per poi scemare con l'ultimo. Gli spunti narrativi con cui promuovere il viaggio sono interessanti, ciononostante a volte sfrutta lo stesso modus operandi per tutti i personaggi e la ripetitività prima o poi si fa sentire, in maggiori dose nel finale dove i villain sono pressoché scarsi e poco coinvolgenti.
In sostanza, le emozioni arrivano quando parte la digievoluzione e di sottofondo comincia “Brave Heart”. Un brivido scorre lungo la schiena fino a farvi venire la pelle d'oca per quanto pompa e calzi a pennello la canzone.
In conclusione, "Digimon Adventure" sente il peso degli anni, ma mi ha fatto piacere rivedere le gesta dei digiprescelti in azione, siccome non ricordavo tantissimo. Ora non resta che continuare il viaggio.