Recensione
City Hunter
10.0/10
Un capolavoro, dalla prima all’ultima vignetta. Appassionante, divertente, coinvolgente, capace di far venire la pelle d’oca durante sparatorie, colpi di scena e scambi di battute elettrizzanti. Avevo conosciuto Ryo Saeba, Kaori Makimura e compagnia guardando diverse puntate dell’anime, ma il manga mi ha fatto rimanere incollato alle pagine per ore e ore.
«City Hunter» mischia alla perfezione azione, amore, dramma, commedia e avventura in modo impeccabile. I personaggi sono ben sviluppati, raccontati e intrecciati tra loro: al di là di Ryo, da brividi ogni volta in cui impugna la pistola e attacca, il mio preferito è Umibozu (nemico-amico di Saeba, rude all’apparenza e dall’animo sensibile, oltre che, ovviamente, uno sweeper da urlo). La storia d’amore fra Ryo e Kaori, poi, è tenera, non scontata, e tiene in sospeso fino alla fine.
Inoltre, ho apprezzato molto il riferimento dell’autore, Tsukasa Hojo, alla sua precedente opera, «Cat’s Eye – Occhi di gatto», chiamando il locale gestito da Umibozu e Miki proprio Cat’s Eye. Un bella idea, davvero.
Una pioggia di applausi, quindi, per Tsukasa Hojo. Un dieci e lode, in pagella e nel mio cuore appassionato di manga.
«City Hunter» mischia alla perfezione azione, amore, dramma, commedia e avventura in modo impeccabile. I personaggi sono ben sviluppati, raccontati e intrecciati tra loro: al di là di Ryo, da brividi ogni volta in cui impugna la pistola e attacca, il mio preferito è Umibozu (nemico-amico di Saeba, rude all’apparenza e dall’animo sensibile, oltre che, ovviamente, uno sweeper da urlo). La storia d’amore fra Ryo e Kaori, poi, è tenera, non scontata, e tiene in sospeso fino alla fine.
Inoltre, ho apprezzato molto il riferimento dell’autore, Tsukasa Hojo, alla sua precedente opera, «Cat’s Eye – Occhi di gatto», chiamando il locale gestito da Umibozu e Miki proprio Cat’s Eye. Un bella idea, davvero.
Una pioggia di applausi, quindi, per Tsukasa Hojo. Un dieci e lode, in pagella e nel mio cuore appassionato di manga.