Recensione
Osama Game - Il gioco del re
6.0/10
Osama game è un manga che mi ha sempre incuriosito molto, ma che purtroppo, a causa delle solite politiche sugli arretrati della Panini, ho potuto leggere solo in seguito alla ristampa del primo volume, attesa per lunghi mesi.
Non appena ho iniziato la lettura, però, ho subito pensato che ne fosse valsa la pena di aspettare così tanto.
La trama parte subito molto rapidamente, senza tergiversare sulla presentazione dei personaggi, ma immergendosi subito nella vicenda.
Un giorno, infatti, gli studenti di una stessa classe ricevono uno strano messaggio, uguale per tutti, nel quale vengono comunicate le regole di uno strano gioco, il Gioco del Re, nel quale gli studenti ricevono degli ordini ai quali devono obbedire entro 24 ore, altrimenti subiranno una punizione.
Inizialmente, viste anche le sfide piuttosto goliardiche, gli studenti sembrano stare al gioco, compiendo le imprese richieste senza particolari problemi.
Col tempo, però, appare chiaro che il gioco non è affatto quello che sembrava e che le missioni e le penitenze inflitte sono sempre più gravose, tanto da portare a tragiche conseguenze.
Da quel momento, il protagonista della vicenda, Nobuaki, inizia con i suoi amici ad indagare forsennatamente sull’identità del re, cercando in ogni modo di interrompere la scia di morte che sta dilagando tra i suoi compagni.
Per quasi tutta l’opera, il ritmo rimane sempre molto rapido e incisivo, infondendo un forte stato di tensione al lettore, tanto da invogliarlo sempre più a leggere di seguito i cinque volumi. Il tutto è anche supportato da un buon disegno abbastanza ispirato e da dei personaggi che rispecchiano piuttosto fedelmente un’ipotetica classe liceale.
Giunti, però, alla parte conclusiva della vicenda, tutto ciò subisce un grosso, gravissimo colpo.
La conclusione della vicenda, infatti, comincia a farsi sempre più lontana e assurda, nasce rapidamente il timore nel lettore che la spiegazione di tutto non possa essere all’altezza del resto dell’opera e, purtroppo, alla fine il timore diventa realtà.
La conclusione della vicenda, infatti, è quanto di più assurdo e inconcludente si potesse realizzare, la spiegazione lascia al lettore un forte senso d’insoddisfazione, una profonda delusione che rovina istantaneamente quanto di buono era stato costruito fino a quel momento.
Mi è servito un po’ di tempo prima di poter scrivere questa recensione, subito dopo la fine della lettura avrei sicuramente dato una piena insufficienza alla serie, ma ripensandoci poi con un po’ di obiettività, ho capito che non sarebbe stato corretto.
Obiettivamente, infatti, buona parte dell’opera è davvero bella, sicuramente di alto livello e capace di raggiungere picchi altissimi di tensione e, per quanto la conclusione possa essere inconcepibile, non sarebbe comunque giusto bocciare un’opera “soltanto” per questo, motivo per il quale ho deciso di concedergli una sufficienza risicata.
In conclusione, quindi, consiglio comunque agli amanti del genere o a chi ami racconti pieni di suspense di leggere quest’opera, cercando magari di gustare al massimo la parte di costruzione della vicenda che, a mio avviso, è realizzata davvero bene, ma non creandosi troppe aspettative riguardo al finale.
Non appena ho iniziato la lettura, però, ho subito pensato che ne fosse valsa la pena di aspettare così tanto.
La trama parte subito molto rapidamente, senza tergiversare sulla presentazione dei personaggi, ma immergendosi subito nella vicenda.
Un giorno, infatti, gli studenti di una stessa classe ricevono uno strano messaggio, uguale per tutti, nel quale vengono comunicate le regole di uno strano gioco, il Gioco del Re, nel quale gli studenti ricevono degli ordini ai quali devono obbedire entro 24 ore, altrimenti subiranno una punizione.
Inizialmente, viste anche le sfide piuttosto goliardiche, gli studenti sembrano stare al gioco, compiendo le imprese richieste senza particolari problemi.
Col tempo, però, appare chiaro che il gioco non è affatto quello che sembrava e che le missioni e le penitenze inflitte sono sempre più gravose, tanto da portare a tragiche conseguenze.
Da quel momento, il protagonista della vicenda, Nobuaki, inizia con i suoi amici ad indagare forsennatamente sull’identità del re, cercando in ogni modo di interrompere la scia di morte che sta dilagando tra i suoi compagni.
Per quasi tutta l’opera, il ritmo rimane sempre molto rapido e incisivo, infondendo un forte stato di tensione al lettore, tanto da invogliarlo sempre più a leggere di seguito i cinque volumi. Il tutto è anche supportato da un buon disegno abbastanza ispirato e da dei personaggi che rispecchiano piuttosto fedelmente un’ipotetica classe liceale.
Giunti, però, alla parte conclusiva della vicenda, tutto ciò subisce un grosso, gravissimo colpo.
La conclusione della vicenda, infatti, comincia a farsi sempre più lontana e assurda, nasce rapidamente il timore nel lettore che la spiegazione di tutto non possa essere all’altezza del resto dell’opera e, purtroppo, alla fine il timore diventa realtà.
La conclusione della vicenda, infatti, è quanto di più assurdo e inconcludente si potesse realizzare, la spiegazione lascia al lettore un forte senso d’insoddisfazione, una profonda delusione che rovina istantaneamente quanto di buono era stato costruito fino a quel momento.
Mi è servito un po’ di tempo prima di poter scrivere questa recensione, subito dopo la fine della lettura avrei sicuramente dato una piena insufficienza alla serie, ma ripensandoci poi con un po’ di obiettività, ho capito che non sarebbe stato corretto.
Obiettivamente, infatti, buona parte dell’opera è davvero bella, sicuramente di alto livello e capace di raggiungere picchi altissimi di tensione e, per quanto la conclusione possa essere inconcepibile, non sarebbe comunque giusto bocciare un’opera “soltanto” per questo, motivo per il quale ho deciso di concedergli una sufficienza risicata.
In conclusione, quindi, consiglio comunque agli amanti del genere o a chi ami racconti pieni di suspense di leggere quest’opera, cercando magari di gustare al massimo la parte di costruzione della vicenda che, a mio avviso, è realizzata davvero bene, ma non creandosi troppe aspettative riguardo al finale.