Recensione
A Silent Voice
9.5/10
Intenso, molto intenso. Certi passi fanno anche scendere qualche lacrima, se non sul viso, dentro di te.
«A silent voice», come suggerisce il titolo, è proprio una voce silenziosa (nonostante diverse immagini siano ad alto impatto emotivo), che arriva nel profondo. Leggi il manga con gli occhi però lo apprezzi principalmente con il cuore.
Odi, ami, poi riodi e magari riami i personaggi, entri a fondo nelle loro storie, comprendi, da una parte, quanto possano essere crudeli le persone ma, dall’altra, quanto le vicende dietro le quinte di ognuno influiscano sul carattere e quanto possa essere determinante il desiderio di migliorare la propria condizione, per se stessi e/o per gli altri.
La corsa alla «redenzione» di Shoya Ishida, il bullo della scuola in guerra contro la «noia» della vita, è un percorso da leggere e rileggere; la tenerezza e l’innocenza di Shoko Nishimiya, bambina sorda perseguitata dalle cattiverie altrui, e il sentimento materno della sorellina Yuzuru fanno commuovere. Tutti i personaggi, insomma, hanno un vissuto che merita di venire scoperto.
All’autrice, Yoshitoki Ōima, e al suo «A silent voice» do pertanto 9,5. Mezzo voto in meno della perfezione per via di un finale che, a mio parere, sarebbe potuto essere ancora più intenso. Ma sono dettagli.
«A silent voice», come suggerisce il titolo, è proprio una voce silenziosa (nonostante diverse immagini siano ad alto impatto emotivo), che arriva nel profondo. Leggi il manga con gli occhi però lo apprezzi principalmente con il cuore.
Odi, ami, poi riodi e magari riami i personaggi, entri a fondo nelle loro storie, comprendi, da una parte, quanto possano essere crudeli le persone ma, dall’altra, quanto le vicende dietro le quinte di ognuno influiscano sul carattere e quanto possa essere determinante il desiderio di migliorare la propria condizione, per se stessi e/o per gli altri.
La corsa alla «redenzione» di Shoya Ishida, il bullo della scuola in guerra contro la «noia» della vita, è un percorso da leggere e rileggere; la tenerezza e l’innocenza di Shoko Nishimiya, bambina sorda perseguitata dalle cattiverie altrui, e il sentimento materno della sorellina Yuzuru fanno commuovere. Tutti i personaggi, insomma, hanno un vissuto che merita di venire scoperto.
All’autrice, Yoshitoki Ōima, e al suo «A silent voice» do pertanto 9,5. Mezzo voto in meno della perfezione per via di un finale che, a mio parere, sarebbe potuto essere ancora più intenso. Ma sono dettagli.