Recensione
Goblin Slayer
7.0/10
Trasposizione animata dell’omonimo manga, "Goblin Slayer" è sicuramente un anime che si è fatto notare sin da subito al momento della sua uscita.
Premetto subito che non ho letto l’opera originale, quindi mi limiterò a parlare della serie animata senza fare alcun confronto.
L’opera parte subito molto veloce, presentando un gruppo di giovanissimi che decidono di diventare avventurieri e si arruolano in una gilda. La loro prima missione, però, non andrà come previsto, data l’inesperienza del gruppo, e la missione verrà conclusa soltanto con l’arrivo del vero protagonista della serie, appunto "Goblin Slayer". Personaggio taciturno e votato allo sterminio di Goblin, di lui non viene raccontato nulla all’inizio, e solo pochi indizi verranno dati di tanto in tanto, lasciando su di lui un alone di mistero fino al termine della stagione.
Durante i vari episodi e le sue avventure, Goblin Slayer sarà affiancato da un gruppo ben assortito di personaggi con il quale porterà a termine una serie di missioni aventi sempre la costante di essere uccisioni di Goblin.
Il primo episodio della stagione è sicuramente ben fatto, sembra voler quasi illudere lo spettatore di trovarsi di fronte ad un classico shonen, ma l’epilogo della missione e la crudezza di determinate scene fa subito cambiare drasticamente idea. Nell’anime, infatti, non ci sono censure, ferite e uccisioni vengono mostrate continuamente, come pure le crudeltà dei goblin e le loro violenze.
Il protagonista, inoltre, suscita subito un notevole interesse, con le sue strategie assurde, ma sempre efficaci, e quei brevi momenti d’introspezione che cercano di approfondirne la storia e la psicologia.
Anche i suoi compagni d’avventura inizialmente sembrano seguire un percorso simile, seppur molto meno accentuato, soprattutto la giovane ragazza che, dopo essere stata salvata da Goblin Slayer, lo segue incessantemente. Questo percorso, però, viene in realtà solo accennato per gli altri componenti del gruppo, i cui personaggi sono legati a classici cliché del fantasy e dei giochi di ruolo in generale.
Proprio come questo percorso, però, anche la trama si perde col procedere della stagione.
Se prima le avventure e gli scontri erano emozionanti per l’assurdità e l’originalità delle tattiche impiegate da Goblin Slayer, andando avanti queste perdono un po’ della loro forza, anche a causa di avventure non troppo ispirate o mal raccontate ed a comportamenti dei personaggi che stridono con la genialità delle loro tattiche.
Una delle cose che più mi ha fatto apprezzare questo anime è stata senz’altro l’ottima corrispondenza con il mondo da cui prende spunto, i giochi di ruolo. Guardando le avventure dei protagonisti, infatti, si ha davvero l’impressione di assistere ad una battaglia di D&D, di cui segue molte regole, come ad esempio il limite giornaliero di incantesimi a disposizione degli incantatori. Anche nella sigla questo riferimento è molto forte, mostrando notevoli lanci di dado proprio come durante le giocate di ruolo, ed ho molto apprezzato il riferimento finale fatto ad essi durante la conclusione della stagione.
La cosa probabilmente meno riuscita, invece, sono stati proprio i vari personaggi.
Quasi tutti, come ho detto, seguono dei semplici cliché del genere, altri vengono descritti in modo molto approssimativo, altri vengono esaminati frettolosamente senza arrivare a capirli davvero, e pur risultando spesso piacevoli e divertenti, rimangono altresì piatti e privi di interesse. Forse anche per questo la parte centrale dell’opera, in cui la storia narrata e le avventure del gruppo risultano sottotono rispetto al resto della stagione, diventa particolarmente noiosa e pesante.
La conclusione della serie, tuttavia, risolleva notevolmente tutta la trama, legandosi direttamente al passato del protagonista ed a quanto raccontato finora e chiudendo nel modo più appropriato tutte le vicende, premiando lo sforzo fatto per arrivare fino in fondo.
In conclusione, quindi, consiglio questa serie agli appassionati di fantasy e giochi di ruolo o a chi, magari stufo dei soliti shonen, voglia qualcosa di più, pur tenendo presente che, per apprezzare davvero la stagione, bisogna prima arrivare a vedere le ultime puntate.
Premetto subito che non ho letto l’opera originale, quindi mi limiterò a parlare della serie animata senza fare alcun confronto.
L’opera parte subito molto veloce, presentando un gruppo di giovanissimi che decidono di diventare avventurieri e si arruolano in una gilda. La loro prima missione, però, non andrà come previsto, data l’inesperienza del gruppo, e la missione verrà conclusa soltanto con l’arrivo del vero protagonista della serie, appunto "Goblin Slayer". Personaggio taciturno e votato allo sterminio di Goblin, di lui non viene raccontato nulla all’inizio, e solo pochi indizi verranno dati di tanto in tanto, lasciando su di lui un alone di mistero fino al termine della stagione.
Durante i vari episodi e le sue avventure, Goblin Slayer sarà affiancato da un gruppo ben assortito di personaggi con il quale porterà a termine una serie di missioni aventi sempre la costante di essere uccisioni di Goblin.
Il primo episodio della stagione è sicuramente ben fatto, sembra voler quasi illudere lo spettatore di trovarsi di fronte ad un classico shonen, ma l’epilogo della missione e la crudezza di determinate scene fa subito cambiare drasticamente idea. Nell’anime, infatti, non ci sono censure, ferite e uccisioni vengono mostrate continuamente, come pure le crudeltà dei goblin e le loro violenze.
Il protagonista, inoltre, suscita subito un notevole interesse, con le sue strategie assurde, ma sempre efficaci, e quei brevi momenti d’introspezione che cercano di approfondirne la storia e la psicologia.
Anche i suoi compagni d’avventura inizialmente sembrano seguire un percorso simile, seppur molto meno accentuato, soprattutto la giovane ragazza che, dopo essere stata salvata da Goblin Slayer, lo segue incessantemente. Questo percorso, però, viene in realtà solo accennato per gli altri componenti del gruppo, i cui personaggi sono legati a classici cliché del fantasy e dei giochi di ruolo in generale.
Proprio come questo percorso, però, anche la trama si perde col procedere della stagione.
Se prima le avventure e gli scontri erano emozionanti per l’assurdità e l’originalità delle tattiche impiegate da Goblin Slayer, andando avanti queste perdono un po’ della loro forza, anche a causa di avventure non troppo ispirate o mal raccontate ed a comportamenti dei personaggi che stridono con la genialità delle loro tattiche.
Una delle cose che più mi ha fatto apprezzare questo anime è stata senz’altro l’ottima corrispondenza con il mondo da cui prende spunto, i giochi di ruolo. Guardando le avventure dei protagonisti, infatti, si ha davvero l’impressione di assistere ad una battaglia di D&D, di cui segue molte regole, come ad esempio il limite giornaliero di incantesimi a disposizione degli incantatori. Anche nella sigla questo riferimento è molto forte, mostrando notevoli lanci di dado proprio come durante le giocate di ruolo, ed ho molto apprezzato il riferimento finale fatto ad essi durante la conclusione della stagione.
La cosa probabilmente meno riuscita, invece, sono stati proprio i vari personaggi.
Quasi tutti, come ho detto, seguono dei semplici cliché del genere, altri vengono descritti in modo molto approssimativo, altri vengono esaminati frettolosamente senza arrivare a capirli davvero, e pur risultando spesso piacevoli e divertenti, rimangono altresì piatti e privi di interesse. Forse anche per questo la parte centrale dell’opera, in cui la storia narrata e le avventure del gruppo risultano sottotono rispetto al resto della stagione, diventa particolarmente noiosa e pesante.
La conclusione della serie, tuttavia, risolleva notevolmente tutta la trama, legandosi direttamente al passato del protagonista ed a quanto raccontato finora e chiudendo nel modo più appropriato tutte le vicende, premiando lo sforzo fatto per arrivare fino in fondo.
In conclusione, quindi, consiglio questa serie agli appassionati di fantasy e giochi di ruolo o a chi, magari stufo dei soliti shonen, voglia qualcosa di più, pur tenendo presente che, per apprezzare davvero la stagione, bisogna prima arrivare a vedere le ultime puntate.