Recensione
"Sindrome Adolescenziale: esperienze anormali/paranormali causate da instabilità emotiva e situazioni stressanti durante l’adolescenza."
"Seishun Buta Yarou wa Bunny Girl Senpai no Yume wo Minai" ("Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai") è un anime di tredici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre 2018.
La campagna marketing di "Bunny Girl Senpai" è partita con un’idea stupida e geniale allo stesso tempo: mostrare, nella visual, la protagonista con un costume da coniglietta trovato negli archivi della rivista "Playboy". Dato questo elemento, è partito subito il mio flusso di coscienza: harem, ragazza coniglio stupida, ragazzo mediocre, ragazze che magicamente perdono i neuroni quando sono vicino a lui, ecc. Insomma, nulla che potesse interessarmi. Complice una serata in cui non avevo niente da fare, ho deciso di vedere il primo episodio, pronta a darmi la proverbiale pacca sulla spalla e a dirmi quanto fossi brava e intelligente ad aver inquadrato perfettamente l’anime.
Inutile dire che sono stata subito smentita e che questa serie ha rappresentato una meravigliosa sorpresa, divenendo in brevissimo tempo una delle mie preferite dell’anno.
Come ho detto, l’idea di marketing è geniale e stupida allo stesso tempo: da una parte l’immagine ha attirato un certo target, dall'altra ha allontanato un’altra fetta di pubblico che, come me, si è creato tutta una serie di pregiudizi prima ancora di iniziare la serie.
La prima cosa che vorrei dire, dunque, è questa: non è nemmeno lontanamente un anime ecchi, non è un harem e la protagonista indossa il costume da coniglietta due volte in tutta la serie. Perché, quindi, il titolo "Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai"? Lo vorrei tanto sapere anche io, la visual la capisco, ma il titolo proprio non c’entra nulla.
Sakuta Azusagawa è un ragazzo al secondo anno delle superiori che, un giorno, in biblioteca, incontra Mai Sakurajima, una sua senpai nonché attrice molto famosa, vestita da coniglietta. Se già di per sé questo fatto appare inusuale, ancora più strana è la sua capacità di vederla quando per tutti gli altri la ragazza è invisibile. I due inizieranno presto a conoscersi meglio, sviluppando velocemente dei sentimenti l’uno per l’altra, e, allo stesso tempo, cercheranno di svelare il mistero dietro la Sindrome Adolescenziale, un fenomeno che si pensava fosse solo un pettegolezzo su Internet, che invece si dimostra essere decisamente reale.
Inizierò parlando di quello che, secondo me, è il principale punto di forza della serie: i personaggi.
Non vedevo protagonisti così ben costruiti in un anime scolastico dai tempi di "ReLife".
Sakuta è un ragazzo solitario, senza peli sulla lingua, a suo agio con sé stesso e dalla battuta sempre pronta. Mi trovo davvero in difficoltà nel trovare le parole per descrivere quanto mi sia piaciuto. Non è asociale, ma non vuole neanche sottostare alle stupide convenzioni sociali dei coetanei, si accontenta di avere due amici stretti senza cercare le masse anonime, ama la sorellina come un fratello maggiore e niente di più, è fedele, onesto, con un grande cuore e una lingua tagliente.
Mai, però, non è da meno: è così matura, così normale, è dotata di un carattere forte, ha chiare le sue priorità, ed è anche comprensiva, dolce e sensibile. Non ha reazioni esagerate o isteriche, è intraprendente senza essere invadente, si impegna moltissimo in tutto quello che fa e non si può fare a meno di amarla. Mai è il mio faro nella notte, la testimonianza che anche i personaggi femminili possono essere ben scritti, che possono avere una vita propria senza essere mere appendici dei protagonisti.
Se i due personaggi principali sono meravigliosi da soli, bisogna dire che funzionano ancora meglio in coppia.
La costruzione della relazione tra i due protagonisti è delicata, graduale, oserei dire normale rispetto agli standard degli anime sentimentali-scolastici; vivono il loro rapporto come una coppia di liceali dove una stretta di mano non è chissà quale atto immorale per cui arrossire da qui al 2020.
Ancora meglio sono, poi, i dialoghi. La sceneggiatura è brillante e arguta, e mostra degli adolescenti che si punzecchiano a vicenda, rispondendo tono a tono. Delle semplici conversazioni sui temi più banali si trasformano in un incontro di scherma, dove non si sa per chi tifare. La chimica, soprattutto fra Mai e Sakuta, ma in generale anche fra tutti gli altri personaggi, rende l’anime accattivante e coinvolgente, rendendo impossibile distogliere lo sguardo, catturando completamente l’attenzione dello spettatore e facendo volare i venti minuti degli episodi.
Altro aspetto molto interessante è la trama. La Sindrome Adolescenziale, che sarà un punto fondamentale della serie, è, né più né meno, una manifestazione soprannaturale del problema che sta vivendo il personaggio di turno. Anche se vengono proposte delle teorie scientifiche per dare una spiegazione all'avvenimento, in realtà, la questione è tutta psicologica.
I temi al centro della serie sono la pressione sociale che circonda l’adolescenza, in particolare in un’era così tecnologica come quella attuale, e la manifestazione delle nostre più grandi paure e insicurezze. Il cyberbullismo, l’odiare parti di sé stessi, la paura di essere giudicati/ignorati dalle persone della stessa età, sono tutte esperienze che riescono a far identificare lo spettatore con i personaggi, a farli comprendere in modo intimo e, di conseguenza, ad essere emotivamente coinvolti nelle loro vicende.
La complessità dei personaggi, poi, si manifesta anche nelle emozioni provate, estremamente complicate, che non si limitano ad odio e amore, ma che spaziano fra tutte le sfumature tra i due estremi.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il chara mi è piaciuto tantissimo, i fondali sono dettagliati, il doppiaggio è ben realizzato, e sia l’opening che l’ending hanno un ritmo accattivante, sebbene molto diverso fra loro, che fa venir voglia di continuare ad ascoltarle per ore.
In conclusione, in un panorama di anime scolastici copia e incolla, questa serie è fresca senza neppure sforzarsi, con una sceneggiatura solida e personaggi egregiamente caratterizzati, riuscendo a distinguersi e ad elevarsi una spanna al di sopra di molte altre serie dello stesso genere.
Se proprio dovessi trovargli un difetto, direi che non mi è piaciuta la decisione di dividerlo in archi, per me abbassa il tono della storia, inoltre diversi quesiti rimangono senza risposta, anche se spero che il film colmi i piccoli buchi lasciati.
Riassumendolo in una frase o meno: "Meravigliosamente ben scritto."
"Seishun Buta Yarou wa Bunny Girl Senpai no Yume wo Minai" ("Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai") è un anime di tredici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre 2018.
La campagna marketing di "Bunny Girl Senpai" è partita con un’idea stupida e geniale allo stesso tempo: mostrare, nella visual, la protagonista con un costume da coniglietta trovato negli archivi della rivista "Playboy". Dato questo elemento, è partito subito il mio flusso di coscienza: harem, ragazza coniglio stupida, ragazzo mediocre, ragazze che magicamente perdono i neuroni quando sono vicino a lui, ecc. Insomma, nulla che potesse interessarmi. Complice una serata in cui non avevo niente da fare, ho deciso di vedere il primo episodio, pronta a darmi la proverbiale pacca sulla spalla e a dirmi quanto fossi brava e intelligente ad aver inquadrato perfettamente l’anime.
Inutile dire che sono stata subito smentita e che questa serie ha rappresentato una meravigliosa sorpresa, divenendo in brevissimo tempo una delle mie preferite dell’anno.
Come ho detto, l’idea di marketing è geniale e stupida allo stesso tempo: da una parte l’immagine ha attirato un certo target, dall'altra ha allontanato un’altra fetta di pubblico che, come me, si è creato tutta una serie di pregiudizi prima ancora di iniziare la serie.
La prima cosa che vorrei dire, dunque, è questa: non è nemmeno lontanamente un anime ecchi, non è un harem e la protagonista indossa il costume da coniglietta due volte in tutta la serie. Perché, quindi, il titolo "Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai"? Lo vorrei tanto sapere anche io, la visual la capisco, ma il titolo proprio non c’entra nulla.
Sakuta Azusagawa è un ragazzo al secondo anno delle superiori che, un giorno, in biblioteca, incontra Mai Sakurajima, una sua senpai nonché attrice molto famosa, vestita da coniglietta. Se già di per sé questo fatto appare inusuale, ancora più strana è la sua capacità di vederla quando per tutti gli altri la ragazza è invisibile. I due inizieranno presto a conoscersi meglio, sviluppando velocemente dei sentimenti l’uno per l’altra, e, allo stesso tempo, cercheranno di svelare il mistero dietro la Sindrome Adolescenziale, un fenomeno che si pensava fosse solo un pettegolezzo su Internet, che invece si dimostra essere decisamente reale.
Inizierò parlando di quello che, secondo me, è il principale punto di forza della serie: i personaggi.
Non vedevo protagonisti così ben costruiti in un anime scolastico dai tempi di "ReLife".
Sakuta è un ragazzo solitario, senza peli sulla lingua, a suo agio con sé stesso e dalla battuta sempre pronta. Mi trovo davvero in difficoltà nel trovare le parole per descrivere quanto mi sia piaciuto. Non è asociale, ma non vuole neanche sottostare alle stupide convenzioni sociali dei coetanei, si accontenta di avere due amici stretti senza cercare le masse anonime, ama la sorellina come un fratello maggiore e niente di più, è fedele, onesto, con un grande cuore e una lingua tagliente.
Mai, però, non è da meno: è così matura, così normale, è dotata di un carattere forte, ha chiare le sue priorità, ed è anche comprensiva, dolce e sensibile. Non ha reazioni esagerate o isteriche, è intraprendente senza essere invadente, si impegna moltissimo in tutto quello che fa e non si può fare a meno di amarla. Mai è il mio faro nella notte, la testimonianza che anche i personaggi femminili possono essere ben scritti, che possono avere una vita propria senza essere mere appendici dei protagonisti.
Se i due personaggi principali sono meravigliosi da soli, bisogna dire che funzionano ancora meglio in coppia.
La costruzione della relazione tra i due protagonisti è delicata, graduale, oserei dire normale rispetto agli standard degli anime sentimentali-scolastici; vivono il loro rapporto come una coppia di liceali dove una stretta di mano non è chissà quale atto immorale per cui arrossire da qui al 2020.
Ancora meglio sono, poi, i dialoghi. La sceneggiatura è brillante e arguta, e mostra degli adolescenti che si punzecchiano a vicenda, rispondendo tono a tono. Delle semplici conversazioni sui temi più banali si trasformano in un incontro di scherma, dove non si sa per chi tifare. La chimica, soprattutto fra Mai e Sakuta, ma in generale anche fra tutti gli altri personaggi, rende l’anime accattivante e coinvolgente, rendendo impossibile distogliere lo sguardo, catturando completamente l’attenzione dello spettatore e facendo volare i venti minuti degli episodi.
Altro aspetto molto interessante è la trama. La Sindrome Adolescenziale, che sarà un punto fondamentale della serie, è, né più né meno, una manifestazione soprannaturale del problema che sta vivendo il personaggio di turno. Anche se vengono proposte delle teorie scientifiche per dare una spiegazione all'avvenimento, in realtà, la questione è tutta psicologica.
I temi al centro della serie sono la pressione sociale che circonda l’adolescenza, in particolare in un’era così tecnologica come quella attuale, e la manifestazione delle nostre più grandi paure e insicurezze. Il cyberbullismo, l’odiare parti di sé stessi, la paura di essere giudicati/ignorati dalle persone della stessa età, sono tutte esperienze che riescono a far identificare lo spettatore con i personaggi, a farli comprendere in modo intimo e, di conseguenza, ad essere emotivamente coinvolti nelle loro vicende.
La complessità dei personaggi, poi, si manifesta anche nelle emozioni provate, estremamente complicate, che non si limitano ad odio e amore, ma che spaziano fra tutte le sfumature tra i due estremi.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il chara mi è piaciuto tantissimo, i fondali sono dettagliati, il doppiaggio è ben realizzato, e sia l’opening che l’ending hanno un ritmo accattivante, sebbene molto diverso fra loro, che fa venir voglia di continuare ad ascoltarle per ore.
In conclusione, in un panorama di anime scolastici copia e incolla, questa serie è fresca senza neppure sforzarsi, con una sceneggiatura solida e personaggi egregiamente caratterizzati, riuscendo a distinguersi e ad elevarsi una spanna al di sopra di molte altre serie dello stesso genere.
Se proprio dovessi trovargli un difetto, direi che non mi è piaciuta la decisione di dividerlo in archi, per me abbassa il tono della storia, inoltre diversi quesiti rimangono senza risposta, anche se spero che il film colmi i piccoli buchi lasciati.
Riassumendolo in una frase o meno: "Meravigliosamente ben scritto."