Recensione
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Siccome il film nel suo complesso l'ho apprezzato, come dimostra il voto assegnato, inizio prima a parlare dei difetti (purtroppo grossi) che ho trovato.
Primo problema: nei momenti davvero drammatici, a mio parere, il film non riesce a toccare le corde giuste. Non si fraintenda: l'idea di far morire Sakura non per la malattia è geniale, significa che la vita di tutti di noi è sempre fragile. E questo secondo me è spunto di riflessione che, per quanto banale esso sia, tendiamo sempre a dimenticare. Un po' come se la sceneggiatura (e qui esagero volutamente) volesse dire: "Tutti noi dovremmo vivere come Sakura, come se avessimo una malattia terminale". Come ho detto, si tratta di un'esagerazione, ma credo che il succo sia evidente. Il problema è che la scena, a mio parere, risulta sterile, incapace di emozionare come avrebbe dovuto. E questa è una grave mancanza della regia. Stesso discorso per la scena in cui lui piange davanti alla madre di Sakura, davvero inverosimile e al limite del surreale, e per la scena finale che riprende lo stile de "Il piccolo principe" (sarebbe potuta essere molto più emozionante, e invece fa chiedere allo spettatore cosa diamine sta guardando). Tuttavia devo fare un appunto: la scena in cui lui legge il diario rivivendo la loro storia dal suo punto di vista è stata perfetta, lì mi sono emozionato per davvero.
Altra nota negativa è in generale il personaggio di Haruki. Vuoi per il doppiaggio (a mio parere insopportabile), vuoi per la caratterizzazione (e certe scelte registiche, vedi la scena a casa di Sakura), mi è sembrato che gli sia stato cucito addosso un atteggiamento ingiustificato. Certi suoi discorsi non sono supportati da una minima argomentazione, e spesso finiscono per risultare ridicoli. A giustificazione della sceneggiatura va detto che si tratta pur sempre di un film di meno di due ore, ma comunque resta un difetto.
A questo punto posso passare ai lati positivi.
Innanzitutto spendo una buona parola per due personaggi: Sakura e Kyoto. Entrambi mi sono piaciuti molto, soprattutto Sakura. Davvero dolce, umana, e soprattutto è stata capace di tirare il filo della trama praticamente da sola. Ecco perché la ritengo la vera protagonista della pellicola: impossibile non affezionarsi a lei, come è stupendo il processo attraverso cui si evolve il suo rapporto con Haruki, l'unico modo in cui sono riuscito ad apprezzare un po' di più il suo personaggio (Haruki).
Altro grande pregio è il messaggio che il film vuole comunicare. E' evidente che il regista abbia voluto dare un contributo alla lotta contro il fenomeno degli hikikomori: il film è infatti un grido a vivere la vita, a relazionarsi con gli altri (nel bene e nel male) e ad amare. Un messaggio di speranza, che credo possa davvero fare bene ai giovani giapponesi (e non).
Anche le colonne sonore sono piacevoli e la grafica, nonostante non sia a livelli elevati come "Your Name.", è comunque passabile.
In conclusione, un bel film che avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro, ma che purtroppo si limita "solo" a veicolare un messaggio di speranza e a regalare qualche emozione. Ma in fondo va bene così: sono contento di aver visto un anime al cinema, e le mie aspettative sono rimaste comunque piuttosto soddisfatte.
Siccome il film nel suo complesso l'ho apprezzato, come dimostra il voto assegnato, inizio prima a parlare dei difetti (purtroppo grossi) che ho trovato.
Primo problema: nei momenti davvero drammatici, a mio parere, il film non riesce a toccare le corde giuste. Non si fraintenda: l'idea di far morire Sakura non per la malattia è geniale, significa che la vita di tutti di noi è sempre fragile. E questo secondo me è spunto di riflessione che, per quanto banale esso sia, tendiamo sempre a dimenticare. Un po' come se la sceneggiatura (e qui esagero volutamente) volesse dire: "Tutti noi dovremmo vivere come Sakura, come se avessimo una malattia terminale". Come ho detto, si tratta di un'esagerazione, ma credo che il succo sia evidente. Il problema è che la scena, a mio parere, risulta sterile, incapace di emozionare come avrebbe dovuto. E questa è una grave mancanza della regia. Stesso discorso per la scena in cui lui piange davanti alla madre di Sakura, davvero inverosimile e al limite del surreale, e per la scena finale che riprende lo stile de "Il piccolo principe" (sarebbe potuta essere molto più emozionante, e invece fa chiedere allo spettatore cosa diamine sta guardando). Tuttavia devo fare un appunto: la scena in cui lui legge il diario rivivendo la loro storia dal suo punto di vista è stata perfetta, lì mi sono emozionato per davvero.
Altra nota negativa è in generale il personaggio di Haruki. Vuoi per il doppiaggio (a mio parere insopportabile), vuoi per la caratterizzazione (e certe scelte registiche, vedi la scena a casa di Sakura), mi è sembrato che gli sia stato cucito addosso un atteggiamento ingiustificato. Certi suoi discorsi non sono supportati da una minima argomentazione, e spesso finiscono per risultare ridicoli. A giustificazione della sceneggiatura va detto che si tratta pur sempre di un film di meno di due ore, ma comunque resta un difetto.
A questo punto posso passare ai lati positivi.
Innanzitutto spendo una buona parola per due personaggi: Sakura e Kyoto. Entrambi mi sono piaciuti molto, soprattutto Sakura. Davvero dolce, umana, e soprattutto è stata capace di tirare il filo della trama praticamente da sola. Ecco perché la ritengo la vera protagonista della pellicola: impossibile non affezionarsi a lei, come è stupendo il processo attraverso cui si evolve il suo rapporto con Haruki, l'unico modo in cui sono riuscito ad apprezzare un po' di più il suo personaggio (Haruki).
Altro grande pregio è il messaggio che il film vuole comunicare. E' evidente che il regista abbia voluto dare un contributo alla lotta contro il fenomeno degli hikikomori: il film è infatti un grido a vivere la vita, a relazionarsi con gli altri (nel bene e nel male) e ad amare. Un messaggio di speranza, che credo possa davvero fare bene ai giovani giapponesi (e non).
Anche le colonne sonore sono piacevoli e la grafica, nonostante non sia a livelli elevati come "Your Name.", è comunque passabile.
In conclusione, un bel film che avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro, ma che purtroppo si limita "solo" a veicolare un messaggio di speranza e a regalare qualche emozione. Ma in fondo va bene così: sono contento di aver visto un anime al cinema, e le mie aspettative sono rimaste comunque piuttosto soddisfatte.