Recensione
Recensione di Gabry Batty
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"Voglio mangiare il tuo pancreas" ("Kimi no Suizou o Tabetai") è un film del 2018 diretto da Shinichiro Ushijima e tratto dall'omonimo romanzo di Yoru Sumino.
Un timido studente liceale ritrova il diario di una sua vivace compagna di classe. Leggendolo, scopre che la ragazza ha una malattia terminale al pancreas che la porterà alla morte in breve tempo. Decide quindi di trascorrere sempre più tempo con lei.
I raffinati dipinti degli sfondi fanno da cornice a una storia di formazione semplice, poetica e delicata, dal sapore universale.
L'opera segue la grande corrente dei film d'animazione che trattano della crescita dei giovani come "Your Name." e "La Forma della Voce", ritagliandosi un proprio spazio grazie alla forza emotiva che è in grado di trasmettere e a i suoi stratificati contenuti. Infatti, all'interno del lungometraggio si possono individuare diverse tematiche che vengono portate avanti per tutta la durata del racconto.
A cominciare dal titolo, che mette in luce il tema degli opposti. "Voglio mangiare il tuo pancreas" è un titolo forte, crudo, violento che entra in contrapposizione con la delicatezza della narrazione. Gli stessi protagonisti, maschio e femmina, l'uno introverso e cupo, l'altra estroversa e solare, sono agli antipodi. Lui è vivo, eppure sembra non stare vivendo davvero. Lei sta morendo, eppure vive pienamente. Il confine tra i due poli, che pare così netto, si scopre in realtà inesistente, andando a concretizzarsi in un'armonia degli opposti che rimanda all'equilibrio dello Yin e dello Yang. La vita e la morte diventano quindi due facce della stessa medaglia.
A seguire, si sviluppa il tema delle scelte. Durante la pellicola, viene ripetuto più volte che le coincidenze e il destino non esistono. Gli esseri umani sono il risultato di scelte. Sono quello che sono perché sono state compiute delle scelte che li hanno condotti fino ad un certo punto.
Infine, al vertice poetico e romantico del film, si arriva al tema della cooperazione. In un discorso che ricorda il Leopardi de "La Ginestra", viene data una risposta alla filosofica domanda "Che cos'è la vita?"
Vivere è amare ed essere amati. È cooperare con le persone, stringere legami, ricambiare l'affetto di qualcuno e aprirsi agli altri. Una vita comune diventa importante perché esiste un'altra persona che la ritiene e rende tale. Ecco come i due ragazzi si dimostrano necessari e indispensabili l'uno per l'altra in un rapporto che trascende sia l'amicizia che l'amore.
"Voglio mangiare il tuo pancreas" è un meraviglioso invito alla collaborazione e un immenso inno alla vita, che in un'epoca come quella contemporanea, dominata dall'individualismo, dal nichilismo e dall'iper-competitività, si rivela importantissimo e profondamente attuale.
Un timido studente liceale ritrova il diario di una sua vivace compagna di classe. Leggendolo, scopre che la ragazza ha una malattia terminale al pancreas che la porterà alla morte in breve tempo. Decide quindi di trascorrere sempre più tempo con lei.
I raffinati dipinti degli sfondi fanno da cornice a una storia di formazione semplice, poetica e delicata, dal sapore universale.
L'opera segue la grande corrente dei film d'animazione che trattano della crescita dei giovani come "Your Name." e "La Forma della Voce", ritagliandosi un proprio spazio grazie alla forza emotiva che è in grado di trasmettere e a i suoi stratificati contenuti. Infatti, all'interno del lungometraggio si possono individuare diverse tematiche che vengono portate avanti per tutta la durata del racconto.
A cominciare dal titolo, che mette in luce il tema degli opposti. "Voglio mangiare il tuo pancreas" è un titolo forte, crudo, violento che entra in contrapposizione con la delicatezza della narrazione. Gli stessi protagonisti, maschio e femmina, l'uno introverso e cupo, l'altra estroversa e solare, sono agli antipodi. Lui è vivo, eppure sembra non stare vivendo davvero. Lei sta morendo, eppure vive pienamente. Il confine tra i due poli, che pare così netto, si scopre in realtà inesistente, andando a concretizzarsi in un'armonia degli opposti che rimanda all'equilibrio dello Yin e dello Yang. La vita e la morte diventano quindi due facce della stessa medaglia.
A seguire, si sviluppa il tema delle scelte. Durante la pellicola, viene ripetuto più volte che le coincidenze e il destino non esistono. Gli esseri umani sono il risultato di scelte. Sono quello che sono perché sono state compiute delle scelte che li hanno condotti fino ad un certo punto.
Infine, al vertice poetico e romantico del film, si arriva al tema della cooperazione. In un discorso che ricorda il Leopardi de "La Ginestra", viene data una risposta alla filosofica domanda "Che cos'è la vita?"
Vivere è amare ed essere amati. È cooperare con le persone, stringere legami, ricambiare l'affetto di qualcuno e aprirsi agli altri. Una vita comune diventa importante perché esiste un'altra persona che la ritiene e rende tale. Ecco come i due ragazzi si dimostrano necessari e indispensabili l'uno per l'altra in un rapporto che trascende sia l'amicizia che l'amore.
"Voglio mangiare il tuo pancreas" è un meraviglioso invito alla collaborazione e un immenso inno alla vita, che in un'epoca come quella contemporanea, dominata dall'individualismo, dal nichilismo e dall'iper-competitività, si rivela importantissimo e profondamente attuale.