Recensione
My lesbian experience with loneliness, ovvero il resoconto dei 10 anni in cui l’autrice ha vissuto in preda alla depressione.
Iniziamo dai punti a favore:
-La tematica della sessualità della protagonista è pulita. Non vuole essere opera erotica e non lo è.
-Ogni tanto, anche se in maniera un po’ goffa sono presentate riflessioni valide
-La bicromia. Come scelta grafica mi è piaciuta molto
Punti a sfavore:
-I fatti sono per lo più presentati nel loro andamento cronologico, come fosse una semplice notazione e spesso manca una riflessione profonda su questi. O meglio, la riflessione c’è anche, ma è spesso molto grossolana, abbozzata.
- Alcune volte poi non si capisce il perché da una situazione dovrebbe nascere la seguente. Nessi causa-effetto a volte latitanti.
-Tavole e testo a volte sembrano poter vivere tranquillamente serenamente separati.
Nell’insieme però i difetti citati forniscono secondo me un grande pregio all’opera, ovvero l’autenticità.Il modo di raccontare a volte abbozzato e sconclusionato della protagonista dà davvero l’idea di trovarsi di fronte ad una freeter che ha lasciato l’università, tendente alla depressione, tormentata da disturbi alimentari, stress, alopecia e da dubbi esistenziali; una persona dalle capacità non propriamente eccelse che cerca di raggiungere quel qualcosa che le permetta di vivere serena.
Un’opera in bianco, nero e rosa che riesce a farsi amare nella sua imbranatezza e che riesce a smuovere l’animo del lettore portandolo a riflettere meglio da lui stesso quando non è propriamente capace di presentare lei stessa riflessioni complete.
Grazie alla sua autenticità mi ha convinto nella sua (a volte) goffaggine. Voto: 8
Iniziamo dai punti a favore:
-La tematica della sessualità della protagonista è pulita. Non vuole essere opera erotica e non lo è.
-Ogni tanto, anche se in maniera un po’ goffa sono presentate riflessioni valide
-La bicromia. Come scelta grafica mi è piaciuta molto
Punti a sfavore:
-I fatti sono per lo più presentati nel loro andamento cronologico, come fosse una semplice notazione e spesso manca una riflessione profonda su questi. O meglio, la riflessione c’è anche, ma è spesso molto grossolana, abbozzata.
- Alcune volte poi non si capisce il perché da una situazione dovrebbe nascere la seguente. Nessi causa-effetto a volte latitanti.
-Tavole e testo a volte sembrano poter vivere tranquillamente serenamente separati.
Nell’insieme però i difetti citati forniscono secondo me un grande pregio all’opera, ovvero l’autenticità.Il modo di raccontare a volte abbozzato e sconclusionato della protagonista dà davvero l’idea di trovarsi di fronte ad una freeter che ha lasciato l’università, tendente alla depressione, tormentata da disturbi alimentari, stress, alopecia e da dubbi esistenziali; una persona dalle capacità non propriamente eccelse che cerca di raggiungere quel qualcosa che le permetta di vivere serena.
Un’opera in bianco, nero e rosa che riesce a farsi amare nella sua imbranatezza e che riesce a smuovere l’animo del lettore portandolo a riflettere meglio da lui stesso quando non è propriamente capace di presentare lei stessa riflessioni complete.
Grazie alla sua autenticità mi ha convinto nella sua (a volte) goffaggine. Voto: 8